Il Fatto di domani. Colle, tutti appesi al Caimano. Riforma Cartabia nel mirino dei magistrati

Di Il Fatto Quotidiano
22 Gennaio 2022

COLLE, UN VOTO APPESO AL CAIMANO (SU ZOOM). Sarebbe dovuto cominciare alle 16 ma, a riprova del fatto che i giochi si fanno frenetici in vista di lunedì, quando si apriranno le votazioni per il Quirinale, il vertice tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e gli altri alleati è stato rinviato al tardo pomeriggio. L’ex cavaliere non si è mosso da Arcore e la riunione si tiene su Zoom. In molti si aspettano il fatidico passo indietro di Silvio, per poter convergere poi su un nome diverso. Ma non è detto che ciò accada. Anzi, lo scoiattolo ha portato un’altra ghianda nella sua tana: oggi il senatore ex M5S Saverio De Bonis, che era nel Misto, ha annunciato il suo passaggio tra i berlusconiani. Nel pomeriggio, con la stessa modalità, Berlusconi ha radunato ministri, sottosegretari e dirigenti di Forza Italia e a loro ha comunicato di non aver ancora deciso nulla. “La linea di Forza Italia è che Mario Draghi rimanga a Palazzo Chigi” ha spiegato il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani. Sul Fatto di domani vedremo gli esiti del summit tanto atteso e leggeremo la posizione dello storico Luciano Canfora, intervistato da Antonello Caporale. Intanto la nostra petizione contro l’elezione di B. al Colle sfiora le 380 mila firme.

LE GRANDI MANOVRE PER UN PIANO D (COME DRAGHI). In questa complicata partita a scacchi, c’è un giocatore che continua a credere di poter vincere: Matteo Salvini. Intervenendo al Forum del pensiero identitario europeo, il leader della Lega ha ribadito di star lavorando per una “soluzione positiva e rapida”. Apertamente non può fare nomi, ma nel borsino delle ultime ore si fa largo quello di Elisabetta Belloni, la diplomatica cresciuta alla Farnesina che piace a tutti i partiti, anche a molti esponenti del Movimento 5 Stelle. Probabile che si parli pure di lei nell’incontro in agenda (stasera o domani) tra lo stesso Salvini e il segretario dem, Enrico Letta, che subito dopo vedrà il presidente del M5s, Giuseppe Conte (che stamattina ha riunito i suoi), e il segretario di Articolo 1, Roberto Speranza. L’obiettivo è trovare una linea comune almeno per le prime votazioni. Resta in campo l’ipotesi di mandare al Colle Mario Draghi, che del resto è pronto da parecchi mesi, ipotesi però che non convince buona parte dei 5S e dello stesso Pd.

LA GIUSTIZIA, UN PRONTO SOCCORSO. In questo clima di attesa, si è svolta oggi l’inaugurazione dell’anno giudiziario in numerosi distretti. E sono piovute critiche alla riforma della ministra, il cui nome è stato spesso avanzato per lo scranno più alto della Repubblica, Marta Cartabia. Sotto accusa è il meccanismo dell’improcedibilità: una misura che “si comporterà come se in un pronto soccorso venisse fissato un tempo massimo di permanenza. O si viene chiamati e curati entro quel termine oppure si torna a casa a spegnersi senza cure”, ha detto il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo. A Napoli, gli ha fatto eco il pg Giuseppe de Carolis di Prossedi, “molti processi potrebbero addirittura diventare improcedibili prima ancora” di giungere in Corte di appello. Nel mirino anche la riforma del Csm che, ha spiegato il consigliere Sebastiano Ardita da Reggio Calabria, rischia di consegnare “mani e piedi la vita professionale dei magistrati al sistema di potere delle correnti”. E da Palermo Nino Di Matteo ha invitato a indagare sui mandanti esterni delle stragi a trent’anni dalle bombe del ’92. Sul giornale di domani vedremo nel dettaglio le posizioni dei magistrati.

COVID: NO, NON È ANDATO AFFATTO TUTTO BENE. Il virus continuerà a circolare, ma Omicron sancirà la fine della pandemia. A certificare (si spera) la buona notizia è il professor Christopher Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evalutation di Seattle sulla rivista Lancet. Secondo lo scienziato, quando la variante avrà attraversato quasi tutto il mondo – presumibilmente entro marzo –, il Covid-19 tornerà ma avrà perso la sua potenza letale. Questo, naturalmente, anche grazie ai vaccini: l’Istituto superiore di Sanità ha diffuso nuovi dati, che attestano che “per i non vaccinati il tasso di mortalità è 33 volte superiore rispetto a chi ha tre dosi”. Luce in fondo al tunnel, dunque? Sì e no. Come vedremo sul giornale di domani, in questi due anni di pandemia in Italia non solo sono stati lasciati indietro tutti i pazienti affetti da diverse patologie, ma è stato sprecato un mare di denaro pubblico. Questi i dati Covid di giornata: 171.263 nuovi casi, 333 le vittime.


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