Il Fatto di domani. Il silenzio imbarazzante sulla bestia di Renzi, tra social e tv

Di Il Fatto Quotidiano
12 Novembre 2021

Ascolta il podcast del Fatto di domani

LA BESTIA RENZIANA TRA SOCIAL E TV: STASERA CONFRONTO TRAVAGLIO-RENZI. Le carte dell’inchiesta Open di Firenze hanno scoperchiato gli ingranaggi di una macchina di propaganda costruita dall’attuale leader di Italia Viva durante gli anni da premier e da segretario del Pd. L’obiettivo della “bestia renziana” era anche minare la reputazione di giornalisti e politici avversari, ovvero il Fatto e il Movimento 5 Stelle, attraverso contenuti mirati rilanciati da una rete di account social, anche falsi, e da una serie di giornalisti amici, che fossero disposti, a quanto si legge nei messaggi, a pubblicare o al contrario non pubblicare determinate notizie. Sul Fatto di domani continueremo a raccontare le attività di questa rete. Rete che, come abbiamo rivelato, ha tra i suoi principali protagonisti Fabrizio Rondolino e Simona Ercolani. Quest’ultima dirige la società di produzione tv Standbyme: vi racconteremo l’influenza di quella che è tra le principali case di produzione televisive italiane. Tra l’altro, stasera Marco Travaglio e Matteo Renzi saranno ospititi della trasmissione di La7 Otto e mezzo: vi racconteremo il confronto.

IL SILENZIO IMBARAZZANTE DEL PD (E DEI GIORNALI). Fatta eccezione per il Fatto e per La Verità, nessun altro quotidiano oggi ha scritto di questa vicenda, nonostante la gravità delle affermazioni che si leggono in molti passaggi degli atti dell’inchiesta. La politica non è da meno. Tra tutti, spicca in particolare il silenzio del Partito Democratico. Oggi in Parlamento Italia Viva ha chiesto con un’interpellanza firmata da Maria Elena Boschi di mandare gli ispettori alla procura di Firenze per una presunta “fuga di notizie”. In realtà, come abbiamo scritto, le 92 mila pagine dell’inchiesta sono depositate e regolarmente accessibili. A escludere ogni illecito è stato addirittura il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, politico di Forza Italia, che ha rigettato al mittente la richiesta.

COP 26: FRENATA SULLO STOP AL CARBONE E NIENTE SOLDI PER I PAESI POVERI. Oggi si chiude la Conferenza sul clima di Glasgow e tra i delegati (e i lobbisti) è partita la corsa a scrivere la risoluzione finale. Nella giornata si sono moltiplicati gli appelli al “pragmatismo” e le esortazioni da parte dei rappresentanti di quei soggetti che sull’accordo climatico si giocano la reputazione internazionale. Come gli Usa o l’Europa, che chiedono di tenere il punto sulla limitazione del riscaldamento a 1,5° C. I negoziatori credono che si andrà avanti a trattare fino a notte. E lo scetticismo non manca. Nell’ultima bozza di accordo circolata, per esempio, c’è un passo indietro sull’eliminazione del carbone e dei sussidi alle fonti fossili, ed è scomparso l’impegno ad attivare entro il 2023 il fondo da 100 miliardi di dollari l’anno per la transizione dei Paesi in via di sviluppo. Il presidente della conferenza Alok Sharma ha ammesso che ci sono questioni “sulle quali non c’è sufficiente chiarezza”, se non addirittura veri e propri veti da parte di alcuni Paesi. Ieri l’Italia ha aderito all’alleanza per andare oltre il petrolio e il gas, lanciata da alcuni Paesi occidentali, ma ha aderito soltanto come membro esterno, senza impegni stringenti. Siamo rimasti alla finestra anche sull’impegno a non usare la tecnologia nucleare. Come vedremo sul Fatto di domani, il nostro Paese dà ancora troppi sussidi alle fonti non rinnovabili. C’è poi un report che descrive quali sono gli scenari possibili per i prossimi anni: due su tre vanno oltre il riscaldamento di 1,5 gradi e non sono molto ottimisti.

COVID, NATALE SERENO O NATALE SERRATO? I casi di Covid aumentano anche in Italia. Lo certifica il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità. L’incidenza cresce a 78 casi ogni 100mila abitanti, l’Rt è arrivato a 1,21 (la soglia critica è 1). Ma tutte le Regioni restano ancora in zona bianca e i numeri sono molto più bassi rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno scorso, quando non c’erano i vaccini. Tuttavia il ritmo della ripresa pandemica preoccupa soprattutto sul fronte della gestione sanitaria, perché i tassi di occupazione negli ospedali stanno salendo, e da alcune Regioni sono arrivati i primi segnali di sofferenza. In particolare dal Trentino Alto Adige, che ieri ha sospeso gli interventi non urgenti per tenere liberi i reparti, ma anche dalla Regione Lazio e dal Friuli, che teme di finire presto in zona gialla. Ora la questione è capire fino a che punto crescerà la curva del virus e, soprattutto, quella della malattia grave. Se la situazione degli altri Paesi europei funziona da anticipazione sul nostro futuro, allora c’è di che proccuparsi. La pandemia preoccupa molto i Paesi del centro ed est Europa, dalla Germania alla Romania. E infatti ovunque si stanno pensando nuove restrizioni. Dopo l’Austria, anche la Francia ha annunciato restrizioni mirate sui non vaccinati. La vicina Croazia introdurrà l’obbligo di green pass per i dipendenti pubblici. In Olanda si pensa a un nuovo mini-lockdown su bar e ristoranti. Vedremo nel dettaglio scenari e numeri sul Fatto di domani. Intanto Astrazeneca ha annunciato che alzerà i prezzi dei vaccini venduti ai Paesi ricchi. Lo avevano già fatto Pfizer e Moderna.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

La manovra, finalmente. Con 28 giorni di ritardo, la legge di bilancio si comincerà a discutere in Parlmanento martedì.

Operazione anti-pedopornografia. Tre arresti e 26 indagati in tutta Italia, tra loro anche il direttore della Caritas di Benevento.

Tra Tripoli e Bengasi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato a Parigi un’altra conferenza sulla Libia, in vista delle elezioni del 24 dicembre. Che suscitano però molte perplessità. Al vertice è andato anche Mario Draghi.

Addio a Giampiero Galeazzi. Il celebre giornalista e telecronista calcistico della Rai è morto a 75 anni. Era malato da tempo.

Che c’è di Bello. Nel menu del nostro inserto culturale della settimana troverete: la serie di Zerocalcare su Netflix, l’ultimo film di Wes Anderson The French Dispatch, il libro Atti di sottomissione, di Megan Nolan e La figlia unica, di Abraham Yehoshua, oltre al saggio Disuguaglianza, conflitto e sviluppo di Fabrizio Barca.

FQ EXTRA. Il museo delle relazioni interrotte, dove gli amori finiti vivono per sempre: guarda il documentario nella nostra sezione premium.


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