La prossima volta meglio rinascere francese

26 Settembre 2018

Balzac, sublime osservatore della società francese, nel celebre Trattato scrive: “Un uomo diventa ricco; nasce elegante”. Essì perché è l’eleganza il segreto di tutto. E i francesi, con quella loro inconfondibile (e intraducibile, non a caso) allure, possono fare quello che vogliono. Per esempio: se il loro Monsieur le President ha problemi di consenso e decide di tagliare drasticamente le tasse, tipo una riduzione di 24 miliardi di euro (mica bruscolini) non si pongono minimamente il problema del rapporto deficit/pil come noi zotici scialacquatori: “La prosperità” ha detto il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, “non deve basarsi su maggiore spesa pubblica, più debito e più imposte”.

Giusto! E pazienza se per finanziare questa maxi-manovra si farà salire un po’ il deficit l’anno prossimo, che era già salito un po’ più del previsto quest’anno. Quando qualcuno dei nostri governanti osa sostenere il bizzarro paragone – “siamo uno Stato sovrano anche noi” – viene sommerso d’improperi, quando non ridicolizzato: qui c’è il debito pubblico più alto, e poi abbiamo i ministri inaffidabili che fanno scappare gli investitori con parole dal sen fuggite. Gente cafona che si fidanza con le soubrette televisive – che vulgarité – invece che con le professoresse agée. Oltre alla liberté e alla egalité, in Francia hanno anche l’affidabilité, una roba che noi ce la sogniamo.

Ieri i giornali si sono occupati, senza gran trasporto, della vicenda Aquarius 2, la nave della Ong Sos Méditerranée che batte bandiera panamense in cerca di un porto dove attraccare. E di cui – tanto! – si era parlato nei giorni scorsi per via delle accuse all’Italia mosse dalla ong a proposito di presunte pressioni sul governo di Panama perché revocasse l’iscrizione dell’imbarcazione sul registro navale. Parigi invece aveva “suggerito” che l’imbarcazione con a bordo 58 migranti sbarcasse a Malta e non a Marsiglia, dove la nave aveva chiesto di attraccare. “Siamo chiari sul fatto che non bisogna fare quattro o cinque giorni in mare, per andare in Francia o in Spagna. Bisogna farla sbarcare rapidamente, e oggi si trova vicino a Malta”, aveva detto una fonte della presidenza d’Oltralpe.

Che così continuava: “Lavoriamo a una soluzione europea, come abbiamo fatto precedentemente”, alludendo all’Aquarius 1, la nave che in giugno fu autorizzata a sbarcare a Valencia, in Spagna (i migranti che erano a bordo furono ripartiti fra diversi Paesi). Ecco, i francesi non chiudono i porti, come potremmo fare noi razzisti. Loro “suggeriscono” un’altra soluzione. Converrete che è assai più elegante. In questa faccenda, fortunelli, sono stati anche supportati dall’Europa, solitamente severa (con noi). Sentite che cosa ha dichiarato Natasha Bertaud, portavoce della Commissione: “La situazione legale dell’Aquarius 2 è la seguente. È una nave senza bandiera europea, e ha operato in un’area di ricerca e salvataggio libica”, perciò “non impegna la responsabilità europea. Nessuno Stato membro si è fatto avanti” per aiutare. E quindi? Cazzi loro, sintetizzeremmo noi che siamo dei maleducati ma che non pensiamo che l’accoglienza possa essere un valore a giorni alterni. In serata si è saputo poi che la nave ha attraccato a Malta e che i migranti saranno ripartiti – la fonte è il governo portoghese – tra Spagna, lo stesso Portogallo e la Francia (non si sa in quali dosi).

Ora è evidente che per capire le differenze di trattamento di cui sopra, la prossima volta sarà meglio nascere francesi. Anche se, ancora con Balzac, “L’uomo abituato al lavoro non può comprendere la vita elegante”.

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