Il Fatto di domani. Nessun effetto Todde, in Abruzzo Marsilio asfalta i giallorosa. Colpo di spugna Consip: politici e affaristi assolti

Di Il Fatto Quotidiano
11 Marzo 2024

L’ABRUZZO RESTA A MARSILIO: 7 PUNTI ALLO SFIDANTE D’AMICO. SCONFESSATI I SONDAGGI. Altro che testa a testa: il governatore uscente stravince le elezioni regionali con il 53,5% delle preferenze contro il 46,5 di Luciano D’Amico. “Qualcuno ci ha sottovalutato”, ha dichiarato a caldo Marco Marsilio, quando il risultato è apparso chiaro. Determinante è stato il voto de L’Aquila e provincia, dove il meloniano ha vinto con percentuali che sfiorano il 75%. A portare a casa il successo, dunque, è sicuramente Fratelli d’Italia, che supera il 24% (seppur in calo di tre-quattro punti rispetto ai sondaggi nazionali), ma una grande vittoria è anche quella di Forza Italia, che ha superato il 13%. “È la conferma del nostro ruolo fondamentale, dedico la vittoria a Berlusconi”, ha esultato il segretario azzurro, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Male, ancora una volta, la Lega, che si attesta al 7,6 (cinque anni fa era al 28): Matteo Salvini, che pure alla vigilia del voto si diceva convinto del risultato a doppia cifra, rilascia su X poche parole rilanciando i prossimi anni di “buon governo”. Gli elettori non hanno risposto alla chiamata alle urne di chi, nel centrosinistra, sperava nel voto d’opinione: l’affluenza, che pure nella giornata di ieri sembrava più alta, si è in realtà arenata al 52,37% degli aventi diritto, la peggiore nella storia delle regionali abruzzesi (persino quelle del post Ottaviano Del Turco). Il trionfo di Marsilio è stato rivendicato oggi da Giorgia Meloni, che in un video sui social ha ringraziato “tutto il centrodestra che è stato premiato per il buon governo di questi anni. Perché non importa quanto un campo sia largo – ha detto, con chiaro riferimento al centrosinistra –, quello conta è quanto quel campo sia coeso, quanto abbia un’idea chiara da raccontare e da costruire per i cittadini”. Sul Fatto di domani capiremo quanto l’esito del voto abruzzese peserà sugli equilibri di governo.


L’EFFETTO TODDE NON C’È STATO, IL VENTO S’È FERMATO IN SARDEGNA. Lo dicevamo: lo sfidante di Marsilio, l’ex rettore di Teramo, Luciano D’Amico, ha ottenuto il 46,5% di voti. La coalizione che lo sosteneva, che negli ultimi giorni aveva creduto ai sondaggi che lo davano sotto addirittura di un solo punto, si è dovuta arrendere al risultato. Con dei distinguo, però. Il Pd ha superato il 20% dei consensi ed è il secondo partito della regione dopo FdI; tonfo, invece, per il Movimento 5 Stelle, fermo al 7%: alle politiche in Abruzzo era arrivato al 18%, alle scorse regionali, correndo da solo, quasi al 20. A stroncare per primo il concetto di “campo largo”, presente e futuro, è stato il leader di Azione, Carlo Calenda. Per Conte e Schlein ci sono state, invece, lunghe ore di silenzio. Poi la segretaria dem ha elogiato l’ottimo risultato del partito e aggiunto: “Continueremo a seminare con pazienza”. Subito dopo, l’ex presidente del Consiglio ha riconosciuto il “modesto risultato che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori”. E lo sconfitto? Si è assunto tutta la responsabilità: “Evidentemente non siamo riusciti a spiegare bene la bontà del programma e dei candidati”. Cosa ne sarà delle alleanze è dunque tutto da vedere. Nelle prossime ore si potrebbe conoscere il nome del candidato unitario per la Basilicata, dove si vota il 21 aprile. E soprattutto all’orizzonte ci sono le Europee, una partita ancora tutta da giocare. Sul giornale di domani chiederemo un’analisi del voto all’ex presidente della Camera, Roberto Fico.


COLPO DI SPUGNA CONSIP: ASSOLTI POLITICI E AFFARISTI, CONDANNE SOLO PER I CARABINIERI. Nulla di fatto sul caso Consip, con politici e affaristi tutti assolti e condannati solo i carabinieri. La sentenza del Tribunale di Roma parla chiaro: due condanne e 8 assoluzioni, tra cui quella di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, dell’ex ministro Luca Lotti e dell’imprenditore Alfredo Romeo. Decisione favorevole agli imputati (con la formula perché il fatto non sussiste e il fatto non costituisce reato) che riguarda anche l’imprenditore Carlo Russo (vicinissimo al padre di Matteo Renzi), l’ex parlamentare Italo Bocchino, l’ex comandante dei carabinieri della Legione Toscana, Emanuele Saltalamacchia, l’ex presidente di Pubbliacqua Firenze, Filippo Vannoni e Stefano Pandimiglio. Accusati a vario titolo per traffico di influenze illecite, rivelazione del segreto, falso, favoreggiamento, millantato credito e tentata estorsione nell’ambito dell’inchiesta Consip avviata nel 2016. I giudici della ottava sezione collegiale, invece, hanno condannato l’ex maggiore del Noe, Gian Paolo Scafarto, a 1 anno e 6 mesi e a 3 mesi il colonello dei carabinieri Alessandro Sessa. Il pm Mario Palazzi, il 22 dicembre scorso, aveva sollecitato otto richieste di condanna e due di assoluzione. Sul Fatto di domani faremo un’analisi della sentenza.


GUERRA RUSSIA-UCRAINA: GERMANIA, GLI USA E VON DER LYEN CONTRO IL PAPA SULLA RESA DI KIEV. ARMI, RADDOPPIATO L’IMPORT DEL 94%. L’invito di Papa Francesco rivolto a Kiev – “Abbia il coraggio di alzare bandiera bianca” – viste le sue difficoltà nel contenere l’avanzata russa, ha suscitato reazioni negative in Europa e negli Usa. In Germania, come dichiarato da Hebestreit, portavoce del cancelliere Scholz, “l’Ucraina si sta difendendo da un aggressore secondo il diritto internazionale. E noi, come altri Paesi, la sosteniamo”. Anche i vescovi tedeschi hanno valutato come “infelice” la valutazione di Papa Francesco, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in occasione di una conferenza stampa a Berlino, ha affermato: “Chi nega la pace e vuole spazzare via l’Ucraina è Putin, è lui che deve deporre le armi”. Sulla stessa linea il presidente americano Biden che, sottolineando il suo rispetto per Bergoglio, aggiunge però che il conflitto si risolverebbe “se la Russia decidesse di porre fine alla sua guerra immotivata e ingiustificata contro l’Ucraina”. A proposito di armi, l’istituto Sipri di Stoccolma ha pubblicato il suo rapporto annuale: nel periodo che include l’inizio dell’invasione dell’Ucraina, i Paesi europei hanno quasi raddoppiato le loro importazioni, con un aumento del 94% del flusso di materiale bellico; l’Ucraina è il principale importatore fra il 2019 e 2023. Sul piano dell’export, l’Italia ha registrato un aumento record dell’86% delle sue commesse, diventando il sesto Paese esportatore, dopo Stati Uniti, Francia, Russia, Cina e Germania: tra i suoi clienti principali Qatar, Egitto e Kuwait. In prospettiva del conflitto però, la Cnn ricorda che l’Occidente fa molta fatica a rifornire Kiev, mentre la Russia, che ha avviato una vera e propria economia di guerra con turni di 24 ore su 24 nelle fabbriche, sforna 250 mila munizioni di artiglieria al mese, tre milioni l’anno: il triplo di ciò che possono fornire all’Ucraina gli Stati Uniti e l’Europa. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulle reazioni in Europa alle dichiarazioni di Papa Francesco e un approfondimento sul dossier del commercio di forniture belliche.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Riscossione, riforma in Cdm. La riforma della riscossione approda in Consiglio dei ministri sotto forma di decreto attuativo della delega fiscale affidata al viceministro Maurizio Leo. Prevede, tra le altre cose, il macero delle cartelle dopo 5 anni e una commissione formata tra Mef e Corte dwei Conti pergenstire l’enorme arretrato di 1.200 miliardi.

Kate e l’immagine manipolata, la futura Regina chiede scusa. L’immagine di lei sorridente con i figli, diffusa ieri e poi immediatamente ritirata, era in effetti taroccata. La moglie del principe William, futuro erede al trono, stamani ha ammesso di aver fatto “esperimenti in post produzione” e si è scusata per la “confusione”. Nella foto ci sono tanti particolari che non tornano, dal polso di Charlotte alla stessa mano di Kate, senza fede.

Oscar, il trionfo di Oppenheimer e la commozione di Emma Stone. Tutto come da previsioni, il film di Christopher Nolan sull’inventore della bomba atomica si è aggiudicato 7 statuette: miglior film, miglior regia, miglior attore per Cillian Murphy, miglior attore non protagonista a Robert Downey Jr., miglior colonna sonora, miglior fotografia e miglior montaggio. Ha conquistato invece il secondo Oscar in carriera come attrice protagonista Emma Stone, per la sua interpretazione in Povere creature di Lanthimos, che ne ha ottenuti altri 4. Garrone a mani vuote: a Io, capitano è stato preferito La zona d’interesse.

Giornalisti spiati e uccisi, il report Ue. Giornalisti spiati dai governi, in alcuni casi minacciati e uccisi. Ne parla il Rapporto annuale del consiglio Ue. Un capitolo è dedicato al dossieraggio e controllo illegale a danno dei giornalisti da parte dei governi, spesso con spyware come Pegasus. Vengono segnalati i casi di Ungheria, Russia, Grecia e Spagna. Cipro viene messa sotto accusa come base della diffusione illegale di Pegasus anche in Europa. La Russia ha il record di censura controlli e morti, l’Ucraina è sotto la lente per la legge sul controllo dei media. Il rapporto tratta la situazione di Assange e cita i 30 giornalisti uccisi in Europa e Caucaso e gli altri 19 spariti in Kosovo, oltre alle decine sbattuti in galera. Ma nell’ampio reportage che troverete domani vedremo anche a che punto è il finanziamento dei giornali in Italia, il cui taglio è stato posticipato.


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