Il vademecum/2

Dalla F di fiducia (persa) alla S di sesso: il dizionario amoroso per fugare ogni dubbio. E scappare

Le definizioni - Libertà, la parola che piace di più agli uomini: perché appena gli proponi la seconda o al massimo la terza uscita vieni accusata di volerlo rendere schiavo

Di Amalia Caratozzolo
24 Gennaio 2024

Seconda e ultima parte del dizionario amoroso. Illudiamoci ancora per un momento di avere al nostro fianco almeno una guida che ci accompagni nella gestione delle relazioni tossiche e dei casi umani!

Fiducia s. f. [dal lat. fiducia, der. di fidĕre «fidare, confidare»]. Atteggiamento verso l’altro che arriva da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità (direi decisamente più spesso nelle proprie) e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità. Generalmente salvo in quei casi in cui certi uomini ti stampano un gran paio di corna con qualunque donna gli si prospetti davanti nel loro raggio d’azione (e non solo). Ho visto uomini capaci di andare dal dentista per una carie e uscire con il numero di telefono dell’assistente alla poltrona, per poi trombarsela ripetutamente nei giorni successivi, promettendole amore, fiducia, nottate romantiche trascorse insieme a guardare le stelle o quant’è bella la profondità del mare. Tutto stupendo fino a che non hanno cambiato dentista e altro giro altra corsa… Ci sono uomini capaci di rimorchiare la farmacista bona, mentre stanno comprando una medicina per la compagna che si è beccata l’influenza intestinale e tra un conato e l’altro penserà “Ah! Che fortuna avere un uomo così al mio fianco”. f. nelle proprie forze; f. nell’esito di un’impresa; f. incondizionata; nutrire f.; perdere la f.; Ecco… sul concetto di perdere la fiducia, sono decisamente più preparata! Quanto sarebbe bello e liberatorio avere fiducia nel proprio uomo così come si ripone fiducia in un amico o in un familiare… e invece il sesso complica sempre tutto, offusca la mente e i pensieri. E poi diciamocelo seriamente, dopo avere incontrato una quantità innumerevole di casi umani… come si fa ad avere fiducia nel prossimo? Io penso sempre che minimo avranno tre o quattro famiglie sparse per il mondo, e ottanta mogli a cui mandano di nascosto il mantenimento e che vanno a trovare in quei famosi “viaggi di lavoro”. Mi sembra doveroso soffermarsi un momento su tale definizione del termine fiducia: Attribuzione di potenzialità conforme ai propri desideri, sostanzialmente motivata da una vera o presunta affinità elettiva o da uno sperimentato margine di garanzia. Sarebbe senz’altro meglio dopo un ampio sperimentato margine di garanzia (ovvio). Ma rifletterei piuttosto sulla parola attribuzione: quanto siamo noi ad attribuire qualità all’altro che rispondono ai nostri bisogni? Quanto siamo noi a decidere che l’altro abbia quelle qualità, pur non avendo un briciolo di dimostrazione a riguardo? Forse dovremmo pensare di inserire nel dizionario amoroso anche la parola idealizzazione…

Sesso s. m. [dal lat. sexus -us;]. Il complesso dei caratteri anatomici, morfologici, fisiologici (e negli organismi umani anche psicologici) che determinano e distinguono tra gli individui di una stessa specie, animale o vegetale, i maschi dalle femmine e viceversa. E fin qui tutto fila. Esaminerei meglio però, la questione degli aspetti psicologici. Ah! Quanto sarebbe semplice se fossimo degli animali! Liberi da ogni elucubrazione mentale, unicamente votati alla prosecuzione delle specie. E invece no, nelle relazioni umane il sesso complica in maniera esasperante ogni cosa, soprattutto per noi donne e per i maschi mestruati. Ci godiamo il momento (quando lo facciamo) e poi iniziano a susseguirsi una serie di indicibili pippe mentali e domande cosmiche tipo: “Avrò fatto bene a fare sesso con lui?”, “Sarà la persona giusta?”. Giusta per cosa poi?! Un giorno lontano forse lo scopriremo… Per i più complessati “Gli sarà piaciuto?”. E ancora per i paranoici (come me) “Mi richiamerà?”. Già, perché per una questione maledettamente culturale, noi donne siamo abituate a giocarci la partita fino a quando non gliela dai… ma poi che cosa gli daresti esattamente? Sei anche tu che prendi qualcosa (quando tutto funziona bene e ogni cosa si trova al proprio posto). In realtà dovrebbe essere un bellissimo scambio energetico tra due esseri umani che si piacciono e provano stima reciproca e una forte attrazione tra loro, e invece troppo spesso il sesso diventa un martirio: un cassetto pieno di domande inutili a cui non si trova mai una risposta, perché l’unico responso sensato sarebbe quello che le domande neppure dovremmo farcele! Credo che se coltivassimo più a fondo l’istinto e il nostro sentire, tutto procederebbe per il meglio, ma ahinoi… siamo occidentali, e ritorna irrimediabilmente un’altra annosa questione culturale come quella di cui sopra. Infine, stendiamo un velo pietoso su termini ancora presenti nel nostro dizionario come il s. forte, gli uomini; il s. debole o il bel s., il gentil s., le donne, che in maniera ipocrita, facciamo finta di aver sorpassato.

Libertà s. f. [dal lat. libertas -atis]. – 1. a. L’esser libero, lo stato di chi è libero: amo la mia l.; non posso rinunciare alla mia l.; Si oppone direttamente alla nozione di schiavitù e prigionia. Il concetto di libertà è nobile e sacrosanto ed è tutto molto bello e giusto tranne quando ci troviamo dentro una relazione monogama. Espressioni come queste, soprattutto se sei all’inizio di un rapporto, ti fanno imbufalire alla pari di un leone chiuso in gabbia, altro che libertà! Sono tutte modalità per mettere simpaticamente le mani avanti. Non so voi ma io mi sono sentita rifilare svariate volte frasi fastidiose come “Mi stai privando della mia libertà personale”, “Ho bisogno della mia libertà”, “In questo momento non me la sento di avere una storia, voglio essere libero”. Questo soltanto perché desidereresti trascorrere del tempo con lui e ti aspetteresti che non facesse sesso con tutte le donne presenti sul Pianeta e all’occorrenza anche con gli extraterrestri. Io trovo che sia davvero offensivo perché letteralmente Privare qualcuno della l. equivale a renderlo schiavo, metterlo in prigione o tenerlo comunque in uno stato di detenzione. Praticamente l’uscita con gli amici per alcuni maschi si trasforma nell’aver liberato l’imputato dall’obbligo della custodia preventiva, dalla speciale sorveglianza da parte dell’autorità di pubblica sicurezza (che poi saremmo noi povere donne). Diciamoci la verità… fanno quello che gli pare e più li aggrada e poi si sentono dei prigionieri!

Chiudiamo così il nostro dizionario sugli amori sfigati, anche se ho come l’impressione che potremmo continuare all’infinito (ahinoi).

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