Il Fatto di domani. Di governo e di accise: Meloni si auto-sbugiarda e tartassa gli italiani. Riforma Cartabia, nuovi casi a rischio ingiustizia

Di FQ EXTRA
11 Gennaio 2023

ACCISE, L’AUTOGOL NON SALVA L’ESECUTIVO NEANCHE AI RIGORI. L’abbiamo scritto oggi: non potendo intervenire, si grida alla speculazione. Peccato che, a smentire Meloni e i suoi, sia lo stesso ministero dell’Ambiente, che ha rilevato nel consueto monitoraggio nazionale un aumento dei prezzi in linea con il rialzo dovuto alla mancata proroga del taglio delle accise. Stando a quanto pubblicato sulla pagina del Mase dedicata all’andamento dei prezzi settimanali, tra il primo e l’8 gennaio la benzina in modalità self è salita da 1,644 a 1,812 euro al litro con un aumento di 16,8 centesimi. Il gasolio è passato da 1,708 a 1,868 euro, con un rialzo dei 16 centesimi. Dal primo gennaio il rialzo delle accise è stato di 18 centesimi. E mentre si levano le barricate dei distributori, indispettiti dalle accuse di speculazione, l’esecutivo è riunito in questi minuti in Consiglio dei Ministri proprio per affrontare la questione accise. Difficile che possano uscirne notizie positive, ma sul Fatto di domani vedremo cos’è stato deciso. Così come ci occuperemo di tutti i rincari che attanaglieranno le famiglie italiane nel 2023, dai contratti per le colf agli ingressi nei musei (dal primo marzo per entrare agli Uffizi toccherà sborsare 25 euro a testa).


CARTABIA, L’IMPROCEDIBILITÀ METTE A RISCHIO ALCUNI PROCESSI. “La modifica per alcune fattispecie di reato, che prima erano perseguibili d’ufficio e ora solo previa querela, come ad esempio il furto aggravato, può avere un impatto anche dal punto di vista sociale”: a lanciare l’allarme sulla riforma Cartabia è oggi il sostituto procuratore di Roma, Eugenio Albamonte, in passato presidente dell’Anm, secondo il quale a farne le spese saranno anche i tanti turisti che subiscono borseggi, e poi magari lasciano la città senza sporgere querela. Le conseguenze saranno ancora più gravi, a detta del magistrato, per reati come il sequestro di persona o la violenza privata: “In questo ambito – ha spiegato – il fattore ambientale è determinante. Si tratta di reati che avvengono in contesti criminali in cui la vittima è spesso totalmente assoggettata e denunciare diventa una scelta di coraggio perché deve vincere le paure e le intimidazioni a cui è sottoposta”. Sul Fatto di domani vi racconteremo allora altre storie di processi a rischio o di reati che potrebbero rimanere senza un colpevole. Le Procure stanno provando a districarsi, come abbiamo raccontato, ma il lavoro è immane e potrebbe rivelarsi inutile: ne parleremo con il presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe De Carolis Di Prossedi.


CARA GIORGIA, SI CHIAMA PACE: IL MESSAGGIO DI BERGOGLIO A MELONI. Per la prima volta dal suo insediamento, la premier oggi ha varcato la soglia vaticana per un’udienza privata con Papa Francesco. Con lei, il compagno e la figlia. Trentacinque minuti di colloquio durante i quali Papa Francesco ha donato a Meloni il messaggio per la Pace di quest’anno, il documento sulla Fratellanza Umana e il testo “Un’Enciclica sulla pace in Ucraina” a cura del nostro Francesco Antonio Grana. Più che un cestino natalizio, sembra un messaggio politico molto chiaro. Speriamo che sortisca effetto. Anche perché, al contrario, oggi vanno registrate nuove, pesanti prese di posizioni pro armamenti. “La nostra task force è al lavoro per ricostituire lo stock d’armi”, ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la nuova intesa sulla cooperazione Ue-Nato, in riferimento all’indebolimento dell’arsenale europeo dovuto alle forniture di armi all’Ucraina. Gli Stati Uniti starebbero addirittura pensando di inviare a Kiev i veicoli corazzati da combattimento Stryker. E il nostro ministro dell’Interno, Antonio Tajani, s’è affrettato a dire che da parte italiana non c’è alcuna marcia indietro sullo scudo per la difesa aerea: “Solo problemi tecnici da risolvere”. Sul giornale di domani, oltre agli aggiornamenti dal campo (oggi nuovi bombardamenti da parte di Mosca), vedremo a che punto è la corsa (anche) nostra al riarmo.


PSICODRAMMA PD: NELLA GUERRA PER CORRENTI SLITTANO ANCORA LE PRIMARIE. Dalla mattina al pomeriggio, cercando una difficile quadra. Alla vigilia della Direzione di domani, chiamata a stabilire anche la data della primarie, il confronto tra i quattro candidati alla guida del partito – Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo – stamattina è stato sospeso e aggiornato alle 18,30. L’obiettivo, spiegano fonti del Nazareno, è arrivare alla Direzione con una soluzione condivisa da tutti sulle regole del Congresso e, appunto, la data delle primarie. Per questo è sceso in campo Enrico Letta: il segretario dimissionario ha sentito i candidati nel tentativo di scongiurare la lotta fratricida nella direzione di domani. Detto che Elly Schlein punta ancora al voto online, ma deve fare i conti con la contrarietà di Stefano Bonaccini (e quindi vinceranno i gazebo), l’unica cosa che appare abbastanza sicura è lo slittamento della data, dal 19 al 26 febbraio. Così passerà più tempo dalla nuova sconfitta alle regionali e la rifondazione del partito sarà solo un riassestamento delle correnti. Nel Lazio e in Lombardia si voterà il 12 febbraio (a ridosso delle primarie), ad aprile sarà il turno del Friuli Venezia Giulia, dove i dem stanno provando a ricucire con il M5s. A tessera la tela del dialogo giallorosa è il pentastellato Stefano Patuanelli. Sul Fatto di domani ospiteremo un’intervista all’ex ministro dello Sviluppo economico. Intanto, i dem sprofondano al 14% nel sondaggio Swg: il peggior dato demoscopico nella storia del Nazareno.


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Che disastro, Piantedosi! Dal decreto rave alla guerriglia ultras al numero degli sbarchi: cronistoria di un ministro che non ne sta azzeccando una.

Brasile, attacco alla democrazia. Sono stati identificati i finanziatori della trasferta in pullman, fino a Brasilia, dove i rivoltosi hanno assaltato le sedi delle istituzioni. Lo ha reso noto Flavio Dino, ministro della Giustizia del governo Lula. Il denaro, secondo l’Avvocatura generale dello Stato, sarebbe arrivato da oltre 100 aziende. Le autorità hanno disposto il blocco dei conti bancari dei finanziatori, ma anche dell’ex presidente Jair Bolsonaro. FQ Extra ha dedicato uno speciale video al Brasile: il reportage dello scrittore Angelo Ferracuti – “Fora Bolsonaro!”: la sfida per la democrazia – con l’intervista a Ricardo Rao – “Lula? Il Brasile è dei miliziani di Bolsonaro”.

Harry & Megan, più che una coppia, una società per azioni. Tutte le rivelazioni contenute nel libro del Principe scappato, ma soprattutto tutto quello che lui e la sua consorte stanno guadagnando dopo aver abbandonato la Royal Family.


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