Il Fatto di domani. Troppe armi all’Ucraina, rischio contrabbando: l’allarme dagli Usa. L’addio di Colombo al “Fatto”, la parola ai lettori

Di Il Fatto Quotidiano
15 Maggio 2022

GUERRA IN UCRAINA, AI NEGOZIATI VA LA NATO DI TRAVERSO. Questa mattina il presidente della Finlandia, Sauli Niisto, ha chiamato l’omologo russo Vladimir Putin per chiedergli una tregua, ma pure per comunicargli direttamente l’intenzione di aderire alla Nato: una decisione, ha spiegato, che si è resa necessaria dopo che la situazione della sicurezza del Paese è stata “fondamentalmente alterata” dalla “massiccia invasione dell’Ucraina”. “Un errore”, la risposta secca del presidente russo, poiché “non esistono minacce alla sicurezza di Helsinki” il cui ingresso nella Nato potrà invece “influenzare negativamente le relazioni con la Russia”. La prima conseguenza, in realtà, c’è già stata: Mosca ha interrotto le forniture di elettricità alla Finlandia. Su un eventuale ingresso dei due Paesi nell’Alleanza ha rivisto parzialmente la sua posizione la Turchia, che chiede “negoziati” e un giro di vite sulle “attività terroristiche” ospitate a Stoccolma. Sul Fatto di domani, oltre agli aggiornamenti dal campo, sentiremo il parere dello storico Gian Giacomo Migone, che è nato proprio in Svezia. Per quanto, poi, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, si sia sforzato di sottolineare che la Nato e l’Europa non sono in guerra con la Russia, oggi dalla riunione dei ministri degli Esteri del G7 è arrivata però una presa di posizione molto netta: “Non riconosceremo mai i confini che la Russia ha cercato di spostare attraverso l’aggressione militare”.

“TROPPE ARMI, C’È IL RISCHIO CHE FINISCANO IN MANO AI CONTRABBANDIERI”. Questa volta a dirlo, anzi a scriverlo, non siamo noi ma il Washington Post, che sostiene sia poco chiara la capacità degli Stati Uniti di tenere traccia delle potenti armi che entrano in uno dei più grandi centri di traffico in Europa. E non da oggi, ma dall’invasione russa del 2014, quando il mercato illegale delle armi dell’Ucraina è cresciuto a dismisura. Ricordiamo che il presidente Biden dovrebbe firmare un pacchetto di altri 40 miliardi di dollari per la guerra. Sul giornale di domani, oltre ad analizzare l’allarme del Post, vedremo quante armi gli Usa hanno mandato in Ucraina dal lontano 2014. Oggi una delegazione del Senato americano, guidata dal leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell, ha fatto visita a Kiev al presidente Zelensky.

IL FRONTE ITALIANO: CHI STA CON LA PACE, CHI CON DRAGHI. L’importante, per alcuni, è supportare il governo per arrivare alla fine della legislatura. “È abbastanza naturale che ci siano fibrillazioni e tensioni, poi ognuno deve fare la propria parte per superarle. Il contributo per la pace è fondamentale. Faccio appello perché l’unità delle forze politiche in Italia continui perché se continua l’Italia gioca un ruolo importante per la pace”: così oggi il segretario del Pd, Enrico Letta, a margine del forum Ambrosetti a Sorrento. Parole che rafforzano il riposizionamento di Matteo Salvini rispetto al riarmo: “Il fronte del no all’invio di armi può creare fibrillazioni nel governo? La pace unisce, è la guerra che divide, sono le armi che dividono”. Il leader della Lega è sicuro di incontrare il premier Draghi nei prossimi giorni. Sul Fatto di domani vedremo quali saranno le mosse dei partiti in previsione del discorso di Draghi in Parlamento (il 19 maggio) e del nuovo decreto sull’invio di armi in Ucraina.

L’ADDIO DI COLOMBO AL “FATTO”, LA PAROLA AI LETTORI. Sul giornale di ieri, Furio Colombo ha annunciato di voler lasciare il giornale che ha contribuito a fondare, in contrasto con le posizioni di Massimo Fini e di Alessandro Orsini. Marco Travaglio e Antonio Padellaro gli hanno risposto sulle stesse pagine. Il professore gli ha risposto oggi, così come ha fatto Gad Lerner. Sul giornale di domani troverete la posizione del vice direttore, Salvatore Cannavò, e alcune delle tantissime lettere che ci sono arrivate in queste ore.


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