Il Fatto di domani. Omicron: le norme sono un sudoku, ma Draghi parlerà a tre giorni dall’entrata in vigore del decreto. Quirinale, intervista a Virginia Raggi

8 Gennaio 2022

OMICRON: PIÙ CHE UN DECRETO, UN SUDOKU (E FORSE INUTILE). Entrata in vigore: 8 gennaio. Obbligo vaccinale: 1 febbraio. Green pass rafforzato per lavorare: 15 febbraio. Multe: 100, 600 e 1.500 euro. Alzi la mano chi riesce a districarsi facilmente tra scadenze e misure contenute nel nuovo decreto anti Covid, che rende obbligatorio il vaccino per gli over 50, pubblicato la notte scorsa in Gazzetta Ufficiale. Il provvedimento, che dovrebbe porre un argine al dilagare della variante Omicron, come ha dichiarato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sul nostro giornale potrebbe risultare blando e tardivo, soprattutto se sommato alle nuove regole – anche qui, un risiko – sulle quarantene. Secondo il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, sarebbe necessario invece ridurre immediatamente i contatti tra le persone (chiudendo gli stadi e rinviando l’apertura delle scuole) e abbassare la pressione sui medici di base assistendo in modo diverso i pazienti a casa. Anche perché i contagi non aspettano certo la metà di febbraio per diminuire. Oggi oltre 197 mila i nuovi positivi, 184 le vittime; crescono ancora i ricoveri (+339) e le terapie intensive (+58). L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato ieri il suo ultimo report, secondo il quale “i non vaccinati finiscono in terapia intensiva 25,6 volte di più di chi ha il booster e Omicron quintuplica il rischio di reinfezione”. E, a proposito di variante, è arrivata anche la doccia fredda dell’ad di Pfizer: “Con Omicron protezione vaccinale dura pochi mesi. Possibile che serva la quarta dose prima dei richiami annuali”. Eppure il governo, orientato più sul Quirinale che sul virus, rimane sordo alle sollecitazioni degli scienziati. Sul Fatto di domani tracceremo una mappa di questo intricato sudoku. Oggi a Torino nuova manifestazione dei no vax: il reportage di Marco Grasso sul Fatto Extra.

LA SCUOLA CHE VERRÀ (FORSE). Proprio lunedì, nel giorno della conferenza stampa e di un nuovo tavolo tecnico con i sindacati al ministero dell’Istruzione, dovrebbero riaprire le scuole. Dovrebbero perché, oltre alla Campania di De Luca che fa di testa sua, i presidenti di Regione stanno alzando la voce per richiamare l’attenzione di Draghi e del governo. “Abbiamo davanti uno scenario che sarà un ‘calvario’, tra insegnanti colpiti dal Covid, altri assenti per malattia, altri ancora no vax e nuove regole della Dad – ha dichiarato il governatore del Veneto, Luca Zaia –. Penso sia fondamentale l’autorevole espressione scientifica del Cts, che stiamo ancora attendendo”. Il governatore siciliano Musumeci, raccogliendo l’appello di duecento sindaci, ha scelto di rinviare di tre giorni la riapertura per consentire una verifica di tutti gli aspetti organizzativi. E invece il ministro Bianchi ha ribadito che l’intenzione è quella di tornare in presenza, rispettando le regole da poco varate per eventuali contagi in classe. Sul giornale di domani vedremo a che punto è la partita, sentiremo il parere degli attori principali dell’istituzione scolastica e andremo all’estero, dove la situazione non è meno complessa (in Francia 9.000 classi sono già in Dad). C’è anche una notizia che riguarda il calcio: in Serie A passa il limite dei 5.000 spettatori allo stadio, ma solo dal 16 gennaio.

NUOVE NORME, LA FACCIA A SCOPPIO RITARDATO. L’altra sera l’esecutivo non ha fatto di certo una bella figura, affidando la spiegazione del complesso decreto a improvvisate dichiarazioni dei ministri Brunetta e Speranza all’uscita di Palazzo Chigi. Qualcuno ha evidentemente fatto notare al premier Draghi che provvedimenti tanto impegnativi per i cittadini avrebbero avuto bisogno di un impegno comunicativo adeguato. E così, a scoppio ritardato, è stata convocata una conferenza stampa per lunedì prossimo, nella quale il presidente del Consiglio illustrerà le misure (che a quel punto saranno entrate in vigore già da tre giorni).

QUIRINALE, LA PARTITA DI DRAGHI: PARLA VIRGINIA RAGGI. E chissà che il premier lunedì non risponda anche a eventuali nuove domande sulla sua candidatura al Colle. Le difficoltà legate al dilagare di Omicron e l’evidente fine-corsa del governo, con le forze di maggioranza che litigano su tutto, potrebbero aver generato qualche dubbio in super Mario. Le voci di una sua possibile rinuncia alla corsa per il Quirinale si fanno sempre più insistenti. E non ci sono solo i partiti a complicare il quadro: nel report diffuso nelle scorse ore da Goldman Sachs, la banca americana per cui Draghi ha lavorato, si legge che le sue dimissioni e la ricerca di una nuova maggioranza di governo “potrebbero avere notevoli implicazioni di mercato”. Sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica, e pure sulle nuove norme anti Covid, sentiremo il parere dell’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. Sul Fatto di domani anche una nuova puntata della storia di Berlusconi, firmata da Marco Travaglio.


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