Il Fatto di domani. Un governo “sulla fiducia” e il Parlamento sta a guardare. Bollette, corsa a ostacoli per evitare la stangata

Di Il Fatto Quotidiano
22 Settembre 2021

UN GOVERNO “SULLA FIDUCIA”. Oggi pomeriggio il Senato ha approvato la questione di fiducia sulla riforma del processo penale. È la seconda sul testo, ed è un’abitudine che snatura il ruolo del parlamento. Il governo ha previsto 5 voti di fiducia in 48 ore , 15 da quando è nato. A quanto pare, ai migliori la mega maggioranza non basta. Sul Fatto di domani vedremo come mai.

VOTO DOPO VOTO, LEGA SEMPRE PIÙ SPACCATA. Non è stato un caso, allora. La fronda dei leghisti che hanno disertato il voto sul green pass si è palesata anche oggi alla Camera, al momento del voto finale sul decreto sul certificato verde a scuola. Come ieri, anche oggi mancavano all’appello 50 deputati, a segnare una spaccatura ormai chiara. Salvini ha provato a minimizzare, dicendo che nel partito i parlamentari sono liberi, ma poi ha dovuto contraddire un big del suo partito, come Massimiliano Fedriga: il governatore del Friuli (e presidente della conferenza delle Regioni) aveva sostenuto che nella Lega non c’è spazio per i no vax, il Capitano l’ha smentito affermando che “ogni idea è rispettata”.

GREEN PASS E LAVORO, SALTA LA SOSPENSIONE. Mentre il decreto green pass “bis” veniva convertito in legge, sulla Gazzetta ufficiale veniva pubblicato il decreto che prevede l’estensione del certificato verde ai luoghi di lavoro dal 15 ottobre. Senza la norma, inizialmente anticipata, sulla sospensione dal lavoro per chi è senza pass: nessuna misura disciplinare, dunque, e il posto di lavoro sarà conservato, ma ci sarà il congelamento dello stipendio dal primo giorno senza pass. I sindacati si erano già lamentati della misura, ma il fatto che sia sparita all’ultimo momento farebbe pensare a un intervento d’altro tipo. Ne parleremo sul Fatto di domani. Inoltre, sulla legittimità dell’estensione del green pass ascolteremo il parere di due costituzionalisti.

CULTURA E SPORT: SI RIAPRE AL 100%? Intanto, la conferenza delle Regioni ha chiesto oggi al governo di rivedere i limiti di capienza di cinema, teatri e concerti almeno fino all’80%, per arrivare al 100% “in un breve arco temporale”. Artisti e associazioni di categoria lo chiedono da un po’, e Fedez ha lanciato una provocazione ai politici: ai comizi accettate gli assembramenti, ai concerti no. Giuseppe Conte gli ha rispondo dicendosi “d’accordo”, ma anche le altre forze politiche, dalla Lega al Pd, hanno fatto dichiarazioni nello stessa direzione. Il ministro della Cultura Dario Franceschini domani incontrerà il Comitato tecnico scientifico per esporre le sue “buone ragioni”. Anche il mondo dello sport spinge per il ritorno alla capienza normale negli stadi.

COVID, ECCO PERCHÉ PAGHIAMO COSÌ TANTO I VACCINI. La condizione essenziale per riaprire le attività è che la campagna di vaccinazione prosegua. Resta aperta, però, a maggior ragione dopo il vertice Onu di ieri, la questione della fortissima disuguaglianza nell’accesso alle dosi anti Covid tra Nord e Sud del mondo. E questo dipende anche dalle scelte fatte per la distribuzione dei vaccini, che è stata lasciata in mano alle case farmaceutiche. Nelle scorse settimane i produttori di vaccino hanno cominciato a parlare di aumento del costo delle dosi. Sul Fatto di domani pubblicheremo un dossier per capire perché li paghiamo così tanto. I dati dei contagi di oggi.

BOLLETTE, CORSA A OSTACOLI PER EVITARE LA STANGATA. Oggi alle 19 è prevista una riunione del governo per discutere come sterilizzare il maxi aumento delle bollette. “C’è un impegno del M5S per evitare il rincaro che peserebbe sul bilancio delle famiglie già provate dalla pandemia. Dobbiamo anche approfittare per rendere più trasparenti le bollette e, in particolare, gli oneri di sistema”, afferma Giuseppe Conte che dopo l’annuncio degli aumenti delle tariffe ne aveva parlato con il ministro Cingolani. Ora i nodi vengono al pettine: per domani era previsto un Consiglio dei ministri per disinnescare – o almeno attenuare – la stangata. Ma, come vedremo sul giornale di domani, l’appuntamento non è scontato visto che ancora non si trova la quadra. E lo conferma il ministro Federico D’Incà che afferma che la questione verrà affrontata “nelle prossime giornate”. Si era partiti infatti da una spesa di 2 miliardi. Ora si discute se ne servono 3 o 4, ma ancora non si sa da dove far uscire i soldi. Soldi che, nell’ipotesi migliore, coprirebbero solo la metà del maxi rincaro del 40% sul costo di gas e luce. Altra questione è quella degli aiuti mirati alle famiglie: sul piatto c’è un taglio degli oneri di sistema e un extra bonus per i nuclei in maggiore difficoltà, per le famiglie che percepiscono il reddito di cittadinanza e per quelle che hanno uno o più membri che versano in condizioni di salute grave (che necessitano di macchinari elettrici).


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Bolla cinese. Arriva una svolta nel caso del crack di Evergrande: Pechino interviene direttamente a tamponare le perdite, ed evitare che la crisi si estenda su scala globale.

Saman Habbas. Arrestato a Parigi lo zio, considerato dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’omicidio della 18enne.

Germania, l’ambiente nell’urna. Il movimento dei Fridays For Future sta protestando sotto il Bundestag, ma nessun partito, neanche i Verdi, sembrano convinti che l’ambientalismo porti voti.

Jerry Lewis. Arriva in Italia l’autobiografia del grande comico statunitense, ne pubblichiamo un estratto in anteprima.

Tributo a Battiato. Un racconto del concerto di tributo che si è tenuto all’Arena di Verona.


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