Il Fatto di domani. Riforma Cartabia, la destra ha provato a salvare Berlusconi. Ultime ore per le modifiche chieste dai 5S

Di Il Fatto Quotidiano
27 Luglio 2021

GIUSTIZIA, LE ULTIME ORE PER LA MEDIAZIONE (E L’INCURSIONE DI FI). Dopo il nuovo “avviso” di Giuseppe Conte (“Senza modifiche su mafia, terrorismo e corruzione difficile votare la fiducia”), la ministra Cartabia ha trascorso lunghe ore della sua giornata a Palazzo Chigi, presumibilmente per mettere a punto il nuovo testo da sottoporre al Movimento 5 Stelle, in vista di venerdì, giorno in cui la riforma che porta il suo nome approderà in Aula (il voto di fiducia è previsto per lunedì). A mettersi di traverso, però, lavorando su un binario parallelo, ci ha pensato Forza Italia, che ha tentato un ultimo blitz proponendo una norma “salva Berlusconi”: dopo la bocciatura di Fico, il centrodestra ha chiesto all’ufficio di Presidenza della commissione Giustizia di votare l’allargamento del perimetro del disegno di legge anche ai reati contro la pubblica amministrazione, inserendo la “definizione di pubblico ufficiale, incaricato di pubblico servizio e persona esercente servizio di pubblica necessità”. Proposta che è stata subito bocciata in commissione, dove la discussione è cominciata nel primo pomeriggio. Da registrare una defezione tra le fila del partito di Berlusconi: la parlamentare Giusi Bartolozzi ha lasciato il gruppo ed è passata al Misto, dopo essere stata rimossa proprio dalla commissione Giustizia in seguito al suo dissenso sulla riforma. Sul Fatto di domani vi racconteremo nel dettaglio qual era il reale obiettivo di Forza Italia e vedremo come si è conclusa questa prima giornata di votazioni sul testo. Intanto è arrivato un nuovo parere della Sesta commissione del Csm (in attesa di quello del plenum, che dovrebbe arrivare giovedì) sui “3-4 profili che hanno più impatto e presentano qualche aspetto di maggiore criticità”, e cioè le indagini, le iscrizioni dei reati, le priorità nell’esercizio dell’azione penale.

LE MANI DELLA DESTRA SUI NO GREEN PASS. Dopo quelle di sabato scorso in tutta Italia, c’è stata oggi a Roma un’altra manifestazione contro il green pass lanciata dalla sigla IoApro nata dagli esercenti che criticavano le restrizioni sui ristoranti. Un sit-in di un centinaio di persone in piazza del Popolo (la questura gli ha negato piazza Montecitorio), poi un tentativo di “marciare” nelle vie del centro di Roma finito con qualche tensione con la polizia. Come la scorsa settimana, tra i manifestanti c’erano anche militanti ed esponenti di Forza Nuova. La protesta proseguirà domani con una fiaccolata in 12 città, a cui hanno aderito anche i parlamentari Vittorio Sgarbi, Armando Siri, Claudio Borghi e Gianluigi Paragone. Troverete un reportage dalla piazza sul quotidiano di domani. Nonostante le sponde offerte dalla destra, lo stendardo “no green pass” sembra raccolto da una piccola minoranza. Un sondaggio di Demopolis ha rilevato che il 72% degli italiani è favorevole alla misura, e una percentuale ancora maggiore è a d’accordo a estenderlo ai trasporti pubblici e a estendere l’obbligo vaccinale agli insegnanti. Un’altra ricerca, dell’Eurobarometro, ha rilevato che il nostro Paese ha una percentuale di no vax più bassa della media europea. Sul fronte sanitiario, va notato uno studio pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, che mostra che quasi il 99% delle persone decedute per Covid da febbraio a oggi non aveva completato il ciclo vaccinale. Invece sembra in via di esaurimento, dopo il boom dei primi giorni, l’effetto del green pass sulle prenotazioni. I dati dei contagi di oggi confermano un’epidemia in corsa: circa 4500 nuovi casi (tasso di positività all’1,9%) e un aumento dei ricoveri. E c’è un ulteriore elemento da valutare: il numero di tamponi fatto in Italia, strumento fondamentale per fotografare le tendenze dell’epidemia, è più basso di quello di altri paesi europei. Ne scriveremo sul Fatto di domani.

LAVORO, LA LOGISTICA ALLA PROVA DELLE NORME. Oggi i carabinieri si sono presentati ai cancelli di dieci grandi stabilimenti della logistica dei trasporti in varie parti d’Italia per verificare le condizioni di lavoro. Gli investigatori si sono concentrati sulla sicurezza, la tipologia dei contratti e la regolarità dei rapporti di lavoro. Negli ultimi anni il settore della logistica ha vissuto una crescita esponenziale, che si è accompagnata a una grande precarizzazione e a un regime di appalti e subappalti a concorrenza spietata. Ha ringraziato l’Arma il ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Un’attività preziosa, che sarà utile per le aziende del settore per consentire l’adozione di adeguate soluzioni organizzative”. L’operazione dei carabinieri è ancora più significativa se si considera che, nei prossimi anni, le infrastrutture italiane della logistica vedranno arrivare una pioggia di investimenti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sul Fatto di domani scatteremo una fotografia della situazione.

IL LIVORE NELL’OCCHIO DEGLI ALTRI. Questa mattina, sui “giornaloni”, era tutto un fiorire di improperi e paginate contro il direttore del Fatto, Marco Travaglio, “reo” di aver dato del “figlio di papà” al premier, Mario Draghi. “Da sei mesi a questa parte Travaglio sgancia sul governo insulti da querela” (La Repubblica), “Parliamo di quell’essere non troppo umano che ha calpestato le sofferenze di tanti incarcerati ingiustamente” (Libero), “Va aiutato” (Il Foglio, che cita Gianni Cervetti). Fino ad arrivare all’apoteosi de La Stampa, che ha dedicato un’intera pagina, la 9, alla santificazione maxima dell’intoccabile presidente del Consiglio: “Lutti e bollette da pagare, il premier e la carriera nata in salita”. Sul giornale di domani la nostra Daniela Ranieri ci racconterà quanto inchiostro hanno speso i quotidiani nazionali per attaccare il direttore. Gli stessi quotidiani che, quando ci sono da dare le notizie vere, se ne dimenticano o le liquidano in poche righe.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Inchiesta camici, chiusa l’indagine su Fontana. Secondo il pubblico ministero, il presidente della Regione Lombardia avrebbe “anteposto l’interesse personale a quello pubblico”.

Hong Kong addio. La legge sulla sicurezza nazionale imposta dal regime cinese comincia a mietere i primi effetti: arriva la prima condanna ai dissidenti.

Italia di bronzo. La giornata olimpica dell’Italia si è chiusa con un argento per Giorgia Bordignon, un bronzo per Maria Centracchio nel judo e un altro bronzo nella spada femminile.

Da via del Corso all’Eurovisione. Domani incontriamo i Maneskin.


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