L’epidemia

Salgono ancora i morti e i pazienti più gravi. Corsa per i ventilatori

ll bollettino - I casi aumentano ma solo ieri è partito l’acquisto delle macchine per la terapia intensiva

7 Marzo 2020

Sono cinquemila gli apparecchi di ventilazione che la Consip cerca di reperire con urgenza sul mercato per le terapie intensive e subintensive. I posti già scarseggiano in Lombardia e in altre regioni del Nord e la progressione esponenziale dell’epidemia di nuovo coronavirus fa pensare che il picco non sia ancora dietro l’angolo e che altre aree del Paese possano ritrovarsi presto in emergenza.

Non c’è tempo da perdere. Il bando della centrale acquisti è partito ieri per 185 milioni di euro (la scadenza per le offerte è fissata al 9 marzo). Secondo diversi addetti ai lavori il governo, ministero della Salute in primis, potrebbe aver già perso giorni preziosi anche se tutti ufficialmente assicurano che nessuna Regione, finora, ha chiesto l’intervento di quelle confinanti. Ora però si punta a poco meno di un raddoppio dei mezzi a disposizione per la terapia intensiva (oggi 5.300 posti in tutta Italia). I pazienti in terapia intensiva sono al momento 462, pari all’11,7 per cento del totale di 3.916 contagiati attuali e aumentano al ritmo di un terzo al giorno.

Colpisce un dato tra quelli diffusi ieri, nel quotidiano aggiornamento a 14 giorni dai primi casi scoperti a Codogno (Lodi) e Vo’ Euganeo (Padova), dal direttore della Protezione civile Angelo Borrelli: diminuiscono i pazienti meno gravi, quelli cioè che hanno contratto il virus ma sono tenuti a casa in isolamento perché i medici non ritengono necessario il ricovero in ospedale. Erano infatti 1.065 contro i 1.155 di giovedì, il calo è dunque dell’8,2 per cento in un giorno. Per il resto tutto continua ad aumentare nell’ordine del 20 per cento in 24 ore, i decessi e i casi gravi crescono in misura ancora più consistente.

Ieri il bollettino ha dato conto di altri 49 morti che portano il totale a 197, più 33 per cento. A Sessa Aurunca, nel Casertano, non ce l’ha fatta un uomo di 46 anni di Mondragone, secondo le prime informazioni diabetico. Dovrebbe essere il più giovane tra i positivi fin qui deceduti, la cui età media è di 81 anni secondo un primo parziale studio dell’Istituto superiore di Sanità. A quanto si apprende ricorreva spesso al Pronto soccorso per problemi vari, era ricoverato in Medicina e nessuno gli ha fatto il tampone finché era vivo. Quindi ora c’è il rischio dell’ennesima infezione ospedaliera e ci sono almeno 15 persone tra medici, paramedici e altri pazienti in quarantena.

Il tasso di letalità del virus nel nostro Paese sale così al 4,25 per cento, ben superiore al 3,4-3,8 per cento indicato nei rapporti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a livello internazionale e al 3,8 per cento registrato giovedì. “È vero, il numero delle vittime fa impressione di per sé – ha detto all’Ansa il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, a margine della consueta conferenza stampa alla Protezione civile –, ma va valutato in un arco di tempo, non va solo visto in maniera istantanea. Stratificando per fasce di età vediamo che la mortalità da coronavirus in Italia è inferiore rispetto ad altri Paesi, come la Cina e altri”.

I malati in terapia intensiva sono 462 contro i 351 di giovedì (l’11,7 per cento del totale, più 31,6 per cento in un giorno), di cui 309 nella sola Lombardia (erano 244 l’altro ieri), 53 in Emilia-Romagna (contro 32), 30 in Piemonte (contro 17), 27 in Veneto (contro 24), 20 nelle Marche (contro 19) mentre il dato è almeno per ora trascurabile per tutte le altre Regioni. I ricoverati in ospedale, quindi meno gravi, sono 2.394 conto i 1.790 di giovedì (504 in più pari al 20,1 per cento). Solo 1.060 sono in isolamento domiciliare.

Il totale dei contagi avvenuti nel nostro Paese, secondo le informazioni di ieri pomeriggio, è arrivato a 4.636, con un aumento di 778 casi (più 20,1 per cento) rispetto ai 3.858 registrati giovedì. Per arrivare ai 3.916 attualmente in trattamento sanitario bisogna ovviamente sottrarre i 197 decessi, ma anche i 523 guariti che sono l’11,28 per cento del totale delle persone colpite dal virus e hanno avuto un significativo aumento anche ieri: 109 in un giorno più 26,3 per cento.

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