LA BUGIA DEL GIORNO

“Stagionali addio: è colpa del reddito di cittadinanza”

9 Giugno 2019

Il sindaco di Gabicce. Molti giovani del Sud che facevano la stagione nei nostri alberghi non tornano perché ricevono il reddito di cittadinanza
Domenico Pascuzzi

Nei giorni scorsi tutti, tra giornali e siti, raccontavano una storia incredibile: a Gabicce Mare, in provincia di Pesaro, non si trovano lavoratori stagionali. L’allarme era stato lanciato dal presidente dell’associazione albergatori della cittadina e in molti articoli il suo pensiero è stato così sintetizzato: è colpa del reddito di cittadinanza, i camerieri e i cuochi del Sud preferiscono stare a casa con il sussidio invece di andare a lavorare. Eppure, contattato dal Fatto, il presidente della stessa associazione, Angelo Serra (che possiede anche un albergo), spiega meglio la questione: “In realtà sono anni che lanciamo l’allarme dei lavoratori che mancano. Evidentemente negli anni passati nessuno ci ha fatto caso perché non essendoci appiglio per un attacco alla politica non è stato dato molto peso alle nostre dichiarazioni. La ricerca diventa sempre più problematica”. Ma perché? “Perché l’estate si accorcia progressivamente e si lavora quindi sempre meno”. Non più quattro o cinque mesi, ma poco più di tre. “Quindi il professionista preparato e qualificato – perché alle prime armi se ne trovano – ha magari già trovato una occupazione annuale”. E il reddito di cittadinanza? “Che abbia inciso, è possibile. Ma in misura molto ridotta. Su un malato, anche una piccola spinta diventa un colpo di grazia. Parliamo del 5, 10% del fabbisogno. Ma di sicuro non è questa la causa”. Anche perché uno dei principi del reddito è proprio dare la possibilità ai lavoratori di poter scegliere se accettare o meno, senza essere spinti dalla necessità immediata, di lavorare per soli tre mesi e passare il resto dell’anno in disoccupazione. Una cosa, però, Serra tiene a precisarla: “Questa storia dello sfruttamento non esiste. Qui gli stagionali sono ben pagati e hanno vitto e alloggio inclusi. Chiaro: il weekend è lavorativo perché per le strutture ricettive è il momento di maggiore intensità. Ma anche i riposi, se si saltano poi si recuperano”.

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