Il dossier

Milan, l’ascesa in curva Sud degli amici della ’ndrangheta

Calcio e mafia - I Black Devil oggi nel primo anello blu, il capo è Mimmo Vottari: una condanna per omicidio e contatti con i clan

3 Novembre 2018

Cesate, Senago e poi Solaro. Bandierine sulla mappa dell’hinterland di Milano. Un filo rosso che finisce al primo anello blu dello stadio Giuseppe Meazza. Sponda milanista, gruppi ultras. È la curva, allargata dal secondo al primo anello. Qui, dietro allo striscione Nativi di Milano, un manipolo scalpita: sono i Black Devil. Qualcosa di più di un semplice gruppo organizzato, portano in curva rapporti con la ’ndrangheta che conta in Lombardia e conoscenze con ex dirigenti rossoneri, nonché ex campioni del Milan di Sacchi come Filippo Galli.

Non c’è dunque solo la vicenda Juventus. C’è altro che cova dietro alle bandiere e ai fumogeni dello stadio Meazza. A tirare la volata, Domenico Mimmo Vottari, calabrese di Melito Porto Salvo, ma origini nel cuore dell’Aspromonte versante San Luca. Lui, classe ’69, è ritenuto il depositario dell’agenda mafiosa. Al suo fianco, in curva Sud e non solo, proconsoli dalla provata amicizia come Moreno Fuscaldo, coinvolto in un’inchiesta per spaccio di droga (partita dopo una segnalazione della Dea americana) assieme a Vottari e a nomi noti del milieu calabrese. Un altro componente dei Black Devil è stato indagato per i furti di dati informatici nelle catena alberghiera Marriot. Non mancano i Daspo, anche per tre anni di fila non solo in Italia ma in tutta l’Unione europea. Insomma, un quadro non certo edificante e del quale il Milan è in parte a conoscenza, pur avendo le mani legate “visto che – spiega una fonte investigativa – allo stato non risultano daspati” e non vi sono impedimenti al loro ingresso allo stadio.

La nuova partita per il controllo della curva Sud è iniziata, e si gioca sugli spalti ma anche fuori sul quel terreno indefinito tra malavita, affari e società civile. Qui il fuoriclasse è Mimmo Vottari il quale, nonostante rapporti e parentele con i clan coinvolti nella maxi-inchiesta Infinito e successive, non è mai stato indagato per mafia. Per omicidio sì. Era il 1990, fu ucciso uno spacciatore, prima di lui, spiegherà un pentito, altri due omicidi furono tentati (Vottari non sarà indagato). I carabinieri così accesero un faro sui Vottari “scatenando – scrivono gli investigatori – una ritorsione che avrebbe portato all’uccisione di un sottufficiale da parte degli stessi Vottari”. Piano scongiurato dal loro arresto. Torniamo a Solaro in via Pertini, dove a settembre è stato inaugurato il Black Devil lounge bar, feste e happy hour. Sotto una saletta per vedere il Milan. La società che lo gestisce non è riconducibile a Vottari, ma lui è il grande anfitrione. In prima fila nelle foto dell’inaugurazione assieme a Filippo Galli, ex dirigente del settore giovanile del Milan nonché bandiera rossonera e protagonista di alcune vittorie in Coppa dei campioni. A testimoniarlo i video postati sul profilo Facebook di Vottari, il quale sfoggia anche una foto scattata mesi prima con Paolo Taveggia ex direttore generale del Milan stellare di Silvio Berlusconi. Galli e Taveggia erano ignari del curriculum criminale di Vottari. A tal punto influente sul territorio a nord di Milano da condizionare le elezioni amministrative del 2009. Si legge in una annotazione dell’indagine ‘Ignoto 23’ del 2017: “L’intervento di Domenico Vottari contribuiva all’elezione del sindaco di Senago”. Tra i contatti il capogruppo di Forza italia sempre a Senago, Domenico Zappani di Joppolo (Vibo Valentia), mai indagato per mafia ma in contatto con esponenti della cosca Mancuso di Limbadi. In quella tornata fu confermato consigliere (oggi ex) Gabriele Vitalone.

Il fratello Giovanni Vitalone è stato condannato in primo grado perché affiliato alla locale di Limbiate, mentre un altro fratello, Mario (mai indagato), già in società (fino al 2013) con personaggi imparentati con la cosca Romeo Staccu e Giorgi di San Luca, è in contatto con Vottari. Il capo dei Black Devil viene poi controllato in un bar di Cesate con Salvatore Muscatello, nipote dell’omonimo Salvatore, per decenni eminenza grigia delle ’ndrine al Nord, con Pasquale Macrì vicino ai Muscatello e Domenico Agresta, “imparentato con Salvatore Romeo (…) capo bastone della locale di Assago”. Ma Mimmo Vottari è uno che diversifica, dallo stadio al cibo (bevande calabresi comprese) alla passione per le auto, quelle di un autosalone di Milano dove, oltre a farsi foto su bolidi targati Ferrari, incontra ex calciatori dell’Inter, star da reality come Franco Terlizzi, ex pugile e amico della cosca Flachi (non sarà però mai indagato), e noti personaggi come Gino Mendolicchio, vicino al boss Mimmo Branca, e in contatto con Giuseppe Calabrò, legato anche lui ai Romeo Staccu. Ecco chi oggi siede nella curva del Milan. Sopportato ma non gradito dai capi storici del secondo anello. Consapevoli dell’illustre curriculum.

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