Il Fatto di domani. Il decreto migranti è già da buttare, il giudice: non va applicato. Ucraina, la Francia si sgancia: “Kiev dovrà pagare per le nostre armi”

Di Il Fatto Quotidiano
30 Settembre 2023

IL DECRETO MIGRANTI È GIÀ DA BUTTARE, IL GIUDICE: VA DISAPPLICATO. Neanche il tempo di far asciugare l’inchiostro e l’ultimo decreto spot sui migranti di Meloni, fatto in fretta e furia dopo l’ultima ondata di sbarchi, è stato stracciato da un giudice di Catania. “Illegittimo in più parti” , scrive nel provvedimento che rimette in libertà tre ospiti del centro di Pozzallo. Una legge scritta coi piedi visto che per il Tribunale cozza con i l diritto comunitario (Direttiva UE del 2013 ) e con la Costituzione italiana: “La normativa interna è incompatibile con quella dell’Unione va disapplicata dal giudice nazionale” . Una doccia fredda sul provvedimento che doveva portare a una stretta sul trattenimento dei migranti e cestinato alla prima udienza. Una decisione che ha fatto infuriare Fratelli d’Italia che parla – tanto per cambiare – di decisione “politica e ideologica”. Mentre il ministero dell’Interno annuncia ricorso contro la decisione del giudice. Anche Salvini ha perso le staffe: “Sbarcato da 10 giorni, e ricorso subito accolto dal Tribunale. Ma aveva l’avvocato sul barcone??? Riforma della giustizia, presto e bene”. “Questa è la democrazia”, gli ricorda invece Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Una figuraccia colossale, insomma, di cui ci occuperemo sul Fatto di domani. Ma smonteremo anche la fantasia del “complotto” sugli sbarchi e sull’impennata dello spread, dovuto – secondo la narrazione del governo – ai poteri forti che vogliono scalzare la maggioranza con un governo tecnico.


CONTE E SCHLEIN: “NORDIO FORTE COI DEBOLI, DEBOLE CON I COLLETTI BIANCHI”. Mentre il ministro Nordio ripete che la “delinquenza organizzata oggi non comunica con i mezzi tradizionali”, sparata già fatta prima dell’arresto di Messina Denaro (determinanti le intercettazioni, appunto) e garantisce che “il controllo della magistratura da parte del potere politico è un’eresia”, Conte e Schlein si scagliano contro le norme, annunciate proprio dal Guardasigilli, che la giustizia contribuiscono a demolirla. Primo, il ritorno alla ex Cirielli e quindi alla prescrizione che salvò anche Berlusconi, ma poi c’ l’abolizione dell’abuso d’ufficio, per non parlare della tagliola sulle intercettazioni e altre amenità. È in atto “un attacco chiaro e complessivo ad alcuni pilastri della nostra architettura costituzionale, si vuole indebolire l’equilibrio fra i poteri dello Stato“, tuona il leader dei 5 Stelle intervenuto (come Nordio) al congresso di Area Democratica per la giustizia, la corrente progressista della magistratura, in corso a Palermo, sostenendo che “questa legislatura è pericolosa e dannosa per la nostra democrazia”. Per Elly Schlein, invece, “dopo un anno di governo qualcosa emerge con chiarezza: l’esistenza di una postura animata da pulsioni, da un approccio muscolare e aggressivo verso la magistratura per limitarne e gli spazi di autonomia e indipendenza”. Sul giornale di domani vi racconteremo cosa accade al congresso dei magistrati di Area, ma vedremo anche il caos che si crea nelle procure con i continui ritocchi (ogni due anni circa) alle norme che regolano la prescrizione.


UCCISA E DATA IN PASTO AI MAIALI: LE TROPPE VITTIME DI LUPARA ROSA IN CALABRIA. Uccisa e data in pasto ai maiali, con i resti triturati da un trattore cingolato per cancellare ogni sua traccia. Un omicidio “efferato e straziante”, secondo la definizione del Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, compiuto per impedire ad una donna, Maria Chindamo, di cui si sono perse le tracce dal maggio del 2016, di vivere la propria libertà . Una vicenda che – come vedremo – si intreccia tra appetiti della ‘ndragheta e questioni di “onore”. Il 7 settembre l’indagine “Maestrale-Carthago” condotta dalla Dda di Catanzaro ha portato alla disarticolazione delle cosche di ‘ndrangheta di Mileto e Zungri e all’esecuzione di 84 misure cautelari. Gli indagati sono, in tutto, 170 e 200 i capi d’imputazione. Una vicenda agghiacciante che la nostra Maddalena Oliva racconterà in un lungo reportage in cui in cui si ripercorre la storia di dieci donne vittime della lupara mafiosa.


LA FRANCIA ROMPE IL FRONTE: BASTA ARMI GRATIS, LE VENDEREMO ALL’UCRAINA. Mentre un pezzo dell’altra Italia, quella che lotta per la pace, si riunisce al teatro Ghione di Roma, su iniziativa di Michele Santoro e Raniero La Valle, in Ucraina continuano a fischiare le bombe: nella notte Kiev riferisce di aver abbattuto una trentina di droni russi, mentre Mosca sostiene di averne abbattuti 9 diretti su obiettivi della Federazione. Ma la novità più grossa arriva da fronte armi. Da una parte il consigliere presidenziale ucraino Andry Yermak dice di aver “concordato col presidente Usa Biden, la localizzazione della produzione di arsenale difesa in Ucraina”. Dall’altra la Francia annuncia un cambio di passo sostanziale nell’appoggio a Kive: in visita nella capitale ucraina, il ministro delle Forze armate francese ha detto che il suo Paese non fornirà più armi a Kiev, ma le venderà. Finora Parigi aveva spedito al fronte cannoni Caesar, veicoli blindati e missili anticarro. Secondo il ministro la guerra in Ucraina offre “opportunità” per l’industria della difesa francese, una frase che illustra un cambiamento più globale nell’approccio al sostegno militare all’Ucraina. Tanto che afferma che Kiev “ora dovrà mettere mano al portafoglio per acquistare nuove armi o produrle internamente”. un cambio di linea che giunge pochi giorni dopo quello della Polonia (non ancora confermato) che aveva annunciato di interrompere la fornitura bellica. Sul Fatto di domani leggerete un resoconto della manifestazione per la pace e cosa sta succedendo sul fronte parigino per quanto riguarda l’Ucraina.


LE NOTIZIE CHE TROVERETE

Da domani si paga anche l’Isee (dal secondo in poi). Soldi anche per fare le attestazioni indispensabili per avere a che fare con la pubblica amministrazione: da domani è previsto che dal secondo Isee si pagherà 25 euro. Solo il primo resta gratuito (cioè a carico dello Stato che paga i Caf).

Manovra, finalmente arriva la Nadef. La tanto attesa Nadef è arrivata, dopo qualche giorno dall’approvazoipone in Consiglio dei Ministri. Oggi è iniziato a circolare il testo con le previsioni e gli obiettivi economici per i prossimi anni. Documento che prevede spazi in deficit per 23,5 miliardi in tre anni. Sul giornale di domani tutti i particolari.

Il nome del figlio di Salis e Brizzi. Il nostro Alessandro Ferrucci intervista Silvia Salis e Fausto Brizzi che sono in procinto di avere un bambino.

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