Il Fatto di domani. La manovra delle retromarce: il centrodestra cassa anche lo scudo penale. Pd come “Psico Dramma”: i cattolici minacciano l’addio

Di FQ Extra
20 Dicembre 2022

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MANOVRA, VIA LO SCUDO PENALE PER GLI EVASORI (E LA MAGGIORANZA VA IN TILT). Dopo la nottata in bianco della Commissione Bilancio, la retromarcia sul Pos, annunci di modifiche e smentite a raffica, la Manovra si è arenata con la maggioranza in stallo. Nove giorni di lavoro, più di 400 gli emendamenti accantonati, nessuno approvato. Per tutto il giorno l’orario dell’ufficio di Presidenza è stato rinviato: prima alle 13, poi alle 14, alle 16.30, infine alle 17.30. I deputati di Renzi e Calenda hanno abbandonato i lavori in Commissione (neppure cominciati). Pd, M5s e alleanza Verdi-Sinistra hanno paventato il rischio dell’esercizio provvisorio e fatto muro contro lo scudo penale per i reati fiscali. Come anticipato oggi dal Fatto, la misura avrebbe cancellato i processi per gli evasori che estinguono (anche a rate) il debito accumulato con l’erario. Un condono per reati come la dichiarazione fraudolenta, l’omessa dichiarazione e l’omesso versamento. “Se arriva lo scudo fiscale per noi salta il banco”, ha avvisato Debora Serracchiani, con i deputati dem riuniti a Montecitorio. Anche i 5 Stelle si sono radunati alla Camera con Giuseppe Conte. Finalmente, alle 17,30, in Commissione sono arrivati i 25 emendamenti del governo da votare alla spicciolata. Le opposizioni hanno brindato, dalla Manovra è sparito lo scudo penale per gli evasori ma Giuseppe Conte ha attaccato: “Stanno costruendo il kit per gli evasori, vigileremo perché questo emendamento non ritorni”. Rischio che non è da escludere. La legge di Bilancio dovrebbe arrivare alla Camera domani o giovedì, in Senato dal 27 al 29 dicembre. Il governo pensa alla fiducia, con il dibattito azzerato e il Parlamento spettatore. “Io sono pronto a passare il 31 dicembre al Senato”, ha avvisato Matteo Salvini. Sul Fatto di domani vi racconteremo l’ennesima retromarcia di Meloni e la folle giornata di una legge di Bilancio da approvare in tempi record.


PD, SBANDATA A SINISTRA E RISCHIO SCISSIONE: I MODERATI NON VOGLIONO MORIRE SOCIALDEMOCRATICI. Mentre il Pd dà battaglia sulla Manovra, l’ala cattolica del partito minaccia la scissione. Gli ex popolari guidati da Pierluigi Castagnetti non vogliono “morire socialdemocratici” e temono la deriva a sinistra, con il Manifesto fondativo del 2007 definitivamente in soffitta. Sul Fatto di domani vi racconteremo lo psicodramma della Costituente, con gli 87 saggi in un fragile equilibrismo tra la necessità del cambiamento e l’ancora delle radici. Intanto la barca affonda nei sondaggi: i dem scendono al 14,7%, gli ex alleati giallorosa salgono 17,4% (secondo partito dopo FdI). Oggi la candidata al Nazareno Paola De Micheli ha rassicurato i moderati del partito: nessuno strappo sul Manifesto delle origini, “occorre preservare la continuità”. Ieri Castagnetti – ultimo segretario del Ppi – aveva arringato la truppa radunata all’Istituto Sturzo: “Se dobbiamo tornare indietro di 20 anni, allora è meglio chiudere bottega”. Per spegnere l’incendio Enrico Letta ha impugnato l’estintore, difendendo la scelta del percorso costituente per rivitalizzare un partito morente. In ogni caso, ha ricordato il segretario, i giochi sono aperti e l’esito incerto: sarà l’Assemblea nazionale Pd del 22 gennaio a decidere il destino del documento partorito dagli 87 saggi. Sul giornale cercheremo di capire la posizione di Stefano Bonaccini, il favorito all’eredità di Letta.


MAZZETTE ALL’EUROPARLAMENTO, PRIME AMMISSIONI. PANZERI ACCUSA TARABELLA E COZZOLINO. L’avvocato dell’eurodeputata Eva Kaili ha smentito le notizie uscite sul quotidiano belga Le Soir riguardo la parziale confessione della sua assistita sul caso detto Qatargate. Kaili non ha mai confessato di aver chiesto a suo padre di trasferire denaro per nasconderlo, ha affermato il legale, avrebbe saputo dei soldi solo all’ultimo e chiesto che fossero restituiti al proprietario, ovvero ad Antonio Panzeri. Kaili avrebbe anche cercato di rintracciarlo al telefono. Così si spiegherebbero le telefonate che la politica greca avrebbe fatto in quelle ore agli altri indagati, considerate dai giudici motivo per stabilire la custodia cautelare nel carcere di Haren. Kaili comparirà giovedì 22 dicembre davanti alla Camera di consiglio che dovrà decidere se prolungare la sua detenzione o meno. Anche Panzeri, dal carcere, ha riconosciuto in parte il suo coinvolgimento: “L’accordo prevedeva che avremmo lavorato per evitare delle risoluzioni contro i Paesi e in cambio avremmo ricevuto 50mila euro”, avrebbe dichiarato in un interrogatorio. L’ex eurodeputato accusa il belga Marc Tarabella e scarica Andrea Cozzolino, invitando gli inquirenti a concentrarsi sul ruolo dell’europarlamentare del Pd a capo della commissione Maghreb. Ieri sera i giudici della corte d’appello di Brescia hanno decretato la consegna al Belgio di Maria Dolores Colleoni, moglie di Panzeri, perché “sussistono gravi indizi di colpevolezza” (ma i legali ricorreranno in Cassazione), mentre hanno rinviato al 3 gennaio la decisione sulla figlia Silvia, ai domiciliari in provincia di Milano. Per la giustizia belga l’ex europarlamentare del Pd e poi di Articolo 1 è componente di “un’organizzazione criminale” che sarebbe finanziata da Marocco e Qatar, e le due donne sarebbero “pienamente consapevoli delle attività”. Sul Fatto di domani continueremo a fare passi avanti nell’indagine, che lambisce ora anche altri eurodeputati (come abbiamo raccontato sul giornale di oggi) e persino la Commissione Ue.

“LA SITUAZIONE IN DONBASS È DIFFICILE”, DOMANI PUTIN FA IL TAGLIANDO ALL’OFFENSIVA IN UCRAINA. Zelensky è andato in visita a Bakhmut, città del Donetsk rimasta in mano ucraina durante tutti questi mesi di guerra ostacolando l’obiettivo di Mosca di conquistare per intero il Donbass. Le forze russe starebbero concentrando l’offensiva proprio su questo territorio, porta d’ingresso verso le roccaforti di Kramatorsk e Sloviansk. Il presidente ucraino ha detto che la Russia avrebbe perso 99.000 soldati nel conflitto. Putin invece fa sapere che fisserà gli obiettivi militari per il 2023 domani, durante una riunione del consiglio di Difesa. L’appuntamento è rilevante, perché il Cremlino annuncia che in quell’occasione sarà fatto il bilancio degli ultimi mesi di offensiva. Il presidente russo oggi ha ammesso che la situazione sul campo al momento è “estremamente difficile”. Due giornalisti italiani sono stati feriti a Kherson, da schegge di bombe russe. Lo ha scritto su Facebook uno dei due reporter colpiti, Claudio Locatelli, allegando un video della loro fuga in auto dopo l’attacco. Da Kiev invece arriva ancora una volta l’allarme per l’interruzione della fornitura idrica, mentre un’esplosione ha squarciato un gasdotto noto con il nome di “Fratellanza” (Brotherhood), che collega la Siberia all’Ucraina (e quindi all’Europa). L’incidente è avvenuto in territorio russo, a 680 km da Mosca. La linea era in manutenzione programmata e l’esplosione sarebbe stata provocata da una fuga di gas, causando 3 morti. Il prezzo del gas è rimasto stabile, chiudendo a 108 euro al Ttf. L’evento non ha avuto impatto sui flussi verso l’Europa. La Cnn riporta l’intenzione dell’amministrazione Biden di inviare all’Ucraina apparecchiature elettroniche per convertire le loro munizioni aeree non teleguidate in “bombe intelligenti”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

La spaccatura nella Lega si allarga. Gli “scissionisti” della Lega sosterranno Attilio Fontana alle Regionali in Lombardia, ma scoppia un caso per le dichiarazioni di Umberto Bossi, che ha dato del “bambino” a Matteo Salvini: “Non si comporta come un uomo e io sono abituato a parlare con gli uomini” .

Caso Open, le motivazioni della Consulta. “Il Senato della Repubblica è legittimato ad essere parte del conflitto di attribuzione”. Così si legge nelle motivazioni dell’ordinanza depositata il 24 novembre in cui la Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal Senato nei confronti della procura di Firenze a seguito dell’acquisizione delle comunicazioni di Matteo Renzi.

I salari precipitano, le aziende risparmiano. Un rapporto dell’Inapp basato su dati Istat restituisce una fotografia desolante dello stato del lavoro nel nostro Paese, maglia nera per la decrescita dei salari negli ultimi 30 anni.

Intervista a Joyce Carol Oates. Sul giornale di domani un’intervista esclusiva di Roberto Festa alla grande scrittrice, poetessa e drammaturga americana.


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