Il Fatto di domani. Meloni regina del Nord doppia anche Zaia. Letta ancora giù nei sondaggi. Il rischio Lehman sull’energia agita l’Ue

Di FQ Extra
7 Settembre 2022

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TUTTI ALLA CORTE DI GIORGIA. IL “VECCHIO SOGNO” DEL PRESIDENZIALISMO: PARLA MARCELLO PERA. Non è solo un sorpasso, ma un vero e proprio raddoppio quello di Fratelli d’Italia sulla Lega. Almeno nel Veneto, dove un sondaggio di Demos consegna cifre da far tremare i polsi a Matteo Salvini. Secondo la stima dell’Istituto diretto da Ilvo Diamanti, nella Regione Giorgia Meloni arriverebbe al 30,5%, mentre la Lega si fermerebbe al 14,4%. E questo nonostante 7 anni di governo leghista con Luca Zaia. Per capire la portata della batosta potenziale, basti considerare che alle politiche del 2018 FdI era al 4,2% e alle europee dell’anno dopo al 6,8%, mentre la Lega volava rispettivamente al 32,2% e al 49,9%. Forse è anche per questo che, come vedremo sul Fatto di domani, la lista dei transfughi pronti a bussare alla porta di Meloni si allunga. Restando a destra, affronteremo anche il tema del presidenzialismo (nel programma di FdI) con un decano del progetto come Marcello Pera, ex presidente del Senato con il governo Berlusconi e ora candidato con FdI in Campania.


SONO SEMPRE MENO A “SCEGLIERE” LETTA: PD SOTTO IL 20%. I 5S E LO SCOGLIO DEL NORD. Sull’altro fronte, Enrico Letta continua ad accapigliarsi con il Rosatellum. Finendo addirittura per dare ragione a Meloni quando afferma che la legge è stata imposta dal Pd. Era il Pd di Renzi, ricorda Letta, per accusare indirettamente il leader di Italia Viva di essere responsabile della vittoria della destra. L’argomento del voto utile, comunque, non fa breccia tra gli elettori. Un ultimo sondaggio di Noto per Porta a Porta inchioda i dem alla realtà: il Pd perde mezzo punto e scende al 19,5%, Azione e Italia Viva sono al 7,7%. E di contro il M5s cresce (+1% rispetto all’ultima rilevazione dell’Istituto) arrivando al 13,5. Giuseppe Conte, da Milano, si confronta con un’antica bestia nera: il Nord Italia, dove i 5 Stelle non sono mai riusciti a sfondare. Nel frattempo, secondo un’altra rilevazione di Ixé il Movimento è ancora il primo partito al Sud con il 24%. Sul Fatto di domani continueremo a raccogliere punti di vista sullo stato di salute della sinistra con il direttore della rivista del Mulino Mario Ricciardi. Leggerete anche il resoconto dello sbarco a Roma di Jean-Luc Mélenchon, venuto in sostegno della campagna di Unione Popolare e di Luigi De Magistris.


GAS, I DISTRIBUTORI RISCHIANO GROSSO: L’UE PENSA A UN SALVATAGGIO. La risposta europea alla crisi energetica (in ritardo di sei mesi, come ha ricordato Carlo Di Foggia sul Fatto di oggi) si va precisando. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen oggi ha elencato le “cinque misure immediate” che saranno sul tavolo del vertice dei ministri dell’energia venerdì. Al primo posto, anche qui, c’è il risparmio: ridurre i consumi nelle ore di punta. In discussione sarà anche una versione europea della tassa sugli extraprofitti, da applicare sia ai produttori di energia da fonti rinnovabili (e che incassano guadagni sproporzionati rispetto ai costi di produzione), sia alle aziende fossili, che pure realizzano “profitti inattesi”. I ricavi dell’imposta dovrebbero andare agli Stati perché sostengano delle fasce di popolazione vulnerabili e le attività economiche più colpite dalla crisi. Conviene precisarlo: questo è il punto di vista della Commissione, non è scontato che i 27 lo condividano. Nel piano ci sono poi due misure più critiche. Innanzitutto il tetto al prezzo del gas russo: la Commissione ne conferma l’intenzione nonostante pareri contrastanti tra gli economisti (ormai sembra inutile). L’altra misura è un salvagente finanziario per le compagnie che distribuiscono energia nei Paesi Ue, le cosiddette utility. Che stanno cominciando a fallire perché non riescono a comprare energia a prezzi così alti. Sul Fatto di domani vedremo qual è il meccanismo alla base del problema e perché, se non si fa nulla il rischio è un crac finanziario simile a quello di Lehman Brothers del 2008. In Germania, Svezia e Finlandia, del resto, i governi sono già intervenuti per evitare il default di alcune utilities. Il prezzo del gas, oggi, è calato a 214 euro al megawattora. Una stima di Goldman Sachs avvisa che le bollette d’autunno potrebbero arrivare perfino a 500 euro al mese.


PUTIN MINACCIA L’EUROPA E GUARDA ALLA CINA. Lo Zar continua a minacciare ritorsioni contro l’Europa. Putin oggi era a Vladivostok per un forum economico e da lì ha pronunciato un discorso duro sulle sanzioni, promettendo non solo di interrompere le esportazioni di combustibili fossili verso il continente europeo se si dovesse approvare un price cap, ma anche di parlare con Erdogan per bloccare i flussi di grano. Ma la notizia più rilevante è l’annunciato incontro tra il presidente russo e l’omologo cinese Xi Jinping la prossima settimana. Sul Fatto di domani approfondiremo gli obiettivi dei nuovi rapporti di scambio tra Cina e Russia. Nel frattempo la guerra prosegue e proseguirà: a dirlo sono ormai anche i vertici militari ucraini, che oggi hanno chiarito di ritenere che si combatterà anche nel 2023.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Rogo tossico nel Milanese. Un incendio ha devastato per ore l’impianto della Nitrolchimica, azienda che si occupa del recupero di solventi e dello smaltimento di rifiuti pericolosi, nell’area industriale di via Monferrato, a San Giuliano Milanese (Milano). Sei persone sono rimaste ferite, una è grave. Bruciati migliaia di litri di solvente e rifiuti, ma dai primi riscontri la qualità dell’aria sembra nella norma.

Maxi-frode delle catene di supermercati. Un’inchiesta della procura di Milano ha portato al sequestro di oltre 260 milioni di euro per “evasione dell’Iva”. Sono coinvolte 15 società, tra cui i colossi della Gdo Gs (controllata da Carrefour) e Auchan.

Sanità, nessuno passa l’esame. La Fondazione Gimbe ha pubblicato le pagelle dei programmi presentati dai partiti in tema di sanità pubblica. Tematica, rilevano, rimasta “ai margini dell’agenda politica” e senza piani di rilancio.

Scrittori, chi troppo e chi no. Stephen King è di nuovo in libreria, con un volume uscito ieri in contemporanea mondiale. È uno degli autori più prolifici di sempre, a fronte di coloro che invece pubblicano un libro ogni tanto. Ci siamo divertiti a catalogarli.


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