Il Fatto di domani. Riforma della giustizia, la Lega minaccia rappresaglia. La povertà è ai massimi anche senza pandemia

Di FQ EXTRA
15 Giugno 2022

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L’IDEA DI GIUSTIZIA DELLA LEGA: INTERVISTA A NICOLA GRATTERI. L’eco dei risultati delle amministrative non si spegne per i partiti. Salvini, in crisi di consensi, oggi si smentisce da solo: prima con un’intervista afferma che si dà tempo fino a settembre per valutare se restare nel governo, poi nega di aver dato un ultimatum a Draghi. Ma l’attività della Lega è concentrata ancora sulla riforma della giustizia (Csm e ordinamento giudiziario), in discussione al Senato. Il testo della ministra Cartabia sarà votato domani mattina, ma nel pomeriggio il Carroccio (con un’intervento di Simone Pillon) ha annunciato che chiederà il voto segreto su una parte del provvedimento. Il rischio è che i leghisti lo usino per votare contro il loro stesso governo. Seguiremo gli sviluppi dell’Aula sul Fatto di domani. E poi parleremo dell’idea di giustizia della Lega con il pm antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri, che ha criticato duramente i referendum. Nel frattempo, nell’area giallorosa il segretario del Pd Enrico Letta ha rinviato le discussioni sul campo largo e le alleanze a dopo i ballottaggi del 26 giugno, frenando le aspettative dell’area che vorrebbe abbandonare i 5S e abbracciare Renzi e Calenda. Il Movimento 5 Stelle ha incassato una vittoria: il tribunale di Napoli infatti ha rigettato il ricorso presentato da alcuni attivisti contro il voto che ha confermato Conte alla leadership del Movimento.

ALLARME ISTAT: LA POVERTÀ AI MASSIMI ANCHE NEL 2021. INTERVISTA A CHIARA SARACENO. Come nel 2020, in piena pandemia. I numeri della povertà in Italia restano ai massimi storici anche nel 2021, nonostante il Pil nazionale sia cresciuto del 6% l’anno scorso. I dati sono stati pubblicati oggi dall’Istat. Le famiglie in condizione di povertà assoluta sono oltre 1,9 milioni, cioè il 7,5% rispetto al 7,7% dell’anno precedente. 5,6 milioni di persone in totale, tra cui 1,4 milioni di under 18, il 14,2% del totale dei minori in Italia. Una delle sue cause è l’inflazione – spiega l’Istat – che si è mangiata i benefici derivati dalla crescita contenuta della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti. Sul Fatto di domani analizzeremo nel dettaglio i numeri e capiremo che prospettive si aprono per quest’anno con un’intervista alla sociologa Chiara Saraceno, che ha dedicato alla povertà numerosi studi ed è stata a capo del Comitato scientifico sul Reddito di cittadinanza.

UCRAINA: LA NATO PREPARA ALTRE ARMI PER KIEV, MA CALA L’ENTUSIASMO. Il presidente Zelensky continua a chiedere più armi all’Occidente e il segretario generale della Nato Stoltenberg esorta gli alleati ad ascoltarlo e prevedere “nuovi sostegni all’Ucraina, comprese le armi, sia pesanti che sistemi a lungo raggio”. Armi, dice Stoltenberg nella conferenza stampa a Bruxelles che precede il vertice dei ministri degli esteri Nato, di cui Kiev ha bisogno per “prevalere” sui russi. Biden annuncia un nuovo pacchetto da 1 miliardo di dollari di aiuti militari, ma come vedremo sul Fatto di domani anche a Washington si comincia a pensare a come far finire il conflitto, visto che le armi non stanno fermando i russi nel Donbass. Oggi le forze di Mosca hanno annunciato di aver distrutto un nuovo carico di armamenti occidentali, mentre Severodonetsk è sempre più accerchiata e gli ucraini perdono terreno a Slovjansk. L’ex presidente russo Medvedev, in un Tweet, scrive che l’Ucraina tra due anni potrebbe non esistere più. Sul fronte europeo, Draghi prepara la sua visita a Kiev, mentre il presidente francese Macron esorta gli ucraini “a negoziare” con Mosca e anche la Cina interviene: Xi Jinping in una telefonata con Putin ha assicurato che Pechino continuerà a collaborare contro le sanzioni occidentali, ma sollecita “una soluzione adeguata della crisi ucraina”.

SPREAD, LA BCE RASSICURA I MERCATI. Dopo giorni di allarmi sui differenziali dei titoli di Stato dei Paesi indebitati (come l’Italia), la Banca centrale ha dato mandato di “accelerare il completamento di un nuovo strumento anti-frammentazione”, ossia contro il rialzo eccessivo degli spread. È una parziale marcia indietro rispetto alle dichiarazioni di Christine Lagarde, che giovedì non aveva voluto fornire dettagli sui possibili interventi della Bce per stabilizzare i debiti dei Paesi, dopo lo stop al piano di acquisto dei titoli di Stato. Già ieri, quando lo spread italiano aveva toccato 250 punti, la rappresentante tedesca alla Bce aveva fatto capire che l’Istituto non avrebbe accettato “cambiamenti alle condizioni finanziarie che vadano oltre i fondamentali e minaccino la trasmissione della politica monetaria”. I mercati hanno voluto testare questa intenzione.

GAZPROM STRINGE I RUBINETTI (ANCHE ALL’ITALIA). BERLINO “MANOVRA POLITICA”. Ieri l’annuncio del taglio del 40% del flusso di metano attraverso il gasdotto russo-tedesco Nord Stream, che Gazprom aveva motivato con problemi tecnici legati alla difficoltà di fare manutenzione delle turbine che pompano gas nelle tubature. Effetto secondario delle sanzioni, dice Mosca, ma è una tesi che Berlino smentisce, giudicano la mossa dettata da ragioni politiche. Oggi però Gazprom ha fatto sapere che taglierà la fornitura di un ulteriore 33%, ovvero 67 milioni di metri cubi. E l’Eni ha comunicato che il flusso è stato ridotto anche verso l’Italia, di un 15%, senza alcuna spiegazione. Il ministro Cingolani dice che non c’è da preoccuparsi, e anche la Commissione Ue afferma che al momento non ci sono rischi. La mossa, come vedremo sul Fatto di domani, sembra mirare più che altro a mantenere i prezzi del gas alle stelle, e far guadagnare la Russia.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Covid, i dati di oggi. Il Cdm sulle misure restrittive ha deciso di mantenere l’obbligo di mascherine fino al 30 settembre su treni e mezzi pubblici, mentre si sta valutando la proroga per gli aerei, che deve tenere conto della compatibilità con le regole degli altri Paesi. Ecco i dati del giorno: 31.885 nuovi contagi, 48 le vittime.

Crac Banca Etruria, assolto Boschi. Il tribunale di Arezzo ha assolto perché “il fatto non sussiste” i 14 imputati, tra cui il padre dell’ex ministra e deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi, a processo per il crac della banca toscana del 2015 nel filone sulle cosiddette “consulenze d’oro”. La Procura aveva chiesto condanne tra otto mesi e un anno. Boschi e altri quattro dirigenti erano già stati prosciolti a ottobre 2019 dall’accusa più grave, quella di bancarotta fraudolenta.

Stelle under 20. Chi sono e cosa suonano gli artisti della Generazione Z della musica italiana.


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