Ricorrenze

Mimose, striptease e citazionisti: per l’8 marzo non fateci la festa!

All'origine del male - Ci sono uomini che regalano i fiori venduti dagli “schiavi” al semaforo e uomini che ricopiano spudoratamente alcune frasi da siti equivoci. E poi ci sono i Big Jim seminudi che si spogliano nei locali per sole donne (ma per solo una notte, eh). Ma qualcuno sa cosa si “festeggia”?

Di Amalia Caratozzolo
8 Marzo 2022

Una volta un tipo carino e gentile mi regalò una mimosa per la festa della donna. Personalmente non amo le ricorrenze in generale, e per quanto mi riguarda, le donne andrebbero festeggiate e celebrate ogni giorno. Ma ogni fiore è segno d’amore e quindi lo ringraziai educatamente per quel gesto cortese.

Era la prima volta che ricevevo delle mimose per la Giornata internazionale della donna, e spontaneamente mi interrogai sul perché di quella ricorrenza e da dove avesse avuto origine. Ma esattamente che cosa si celebra? Non trovate bizzarro il fatto che si diano gli auguri alle donne senza sapere il perché?

E allora ho iniziato a indagare stile agente della Cia, e ho scoperto che le idee su questa festa erano piuttosto confuse. La notizia maggiormente diffusa è quella che la festa della donna sia stata attribuita al giorno in cui centinaia di operaie sarebbero morte nel rogo di una fabbrica tessile a New York, nel 1908. E già qui, non è che mi sembri proprio un’iniziativa di buon gusto… celebrare la donna nel giorno in cui sono morte centinaia di donne. Una specie di Santa Inquisizione nascosta dietro un mazzo di mimose. No, non mi sembra affatto una cosa carina!

Oltretutto è una notizia che non ha alcun fondamento storico: l’8 marzo del 1908 non avvenne nessun incidente in quella fabbrica. Non esiste infatti alcun documento che dimostri la reale veridicità del fatto. L’unico grosso incidente sul lavoro, documentato dalla cronaca e dalla stampa newyorkese, avvenne a Manhattan, in una fabbrica di camicie dove morirono operaie e operai che lavoravano in condizioni agghiaccianti. Ecco, direi che l’idea di ricevere una bella camicia per la festa della donna adesso suona alquanto macabra e raccapricciante. In ogni caso la tragedia non avvenne l’8 marzo di quell’anno, ma il 25 marzo del 1911 e fu una conseguenza del capitalismo selvaggio americano del primo Novecento, caratterizzato dallo sfruttamento degli immigrati e da forti metodi repressivi e violenti esercitati al fine di reprimere ogni protesta che mirava ad aumenti salariali e a una condizione dignitosa e di maggiore sicurezza sul lavoro.

Fino a qui sembra non solo che la giornata Internazionale della Donna non abbia nulla a che vedere con le donne, ma che in realtà sia la festa del consumismo, e pure quello più becero.

Dopo una ricerca ultra nerd, scopro che la data dell’8 marzo è stata fissata in occasione della Seconda Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste, a Mosca, nel 1921. La buona notizia quindi, è che le intenzioni erano delle migliori, la cattiva è che quella che doveva essere la commemorazione di una tragedia, delle morti sul lavoro, o di una aspra lotta politica, si sia ridotta a essere una festa che celebra il consumismo, alla stregua di San Valentino ma con il mostro finale: la mimosa venduta ai semafori con il sangue degli schiavi.

Siccome al peggio non c’è mai fine, scopro che la mimosa del tipo gentile e carino era accompagnata da un biglietto con deliziosi fiori stampati sopra, e con su scritto “Tanti auguri alle creature più complicate e meravigliose del creato”. Le frasi più belle per la festa della donna, con tanto di sito web.

RABBRIVIDIAMO.

Ma secondo voi considerarci complicate e doverci sempre etichettare è una cosa bella? È un gesto d’amore? Per questo non mi piacciono le ricorrenze. Per me i regali più belli sono quelli che non accompagnano una festività. È bello fare un regalo a qualcuno quando ne hai voglia o perché ti imbatti in qualcosa che sembra perfetta per quella persona, non perché è San Valentino o La Festa della Donna… MALE mi sento.

Essendo curiosa come una gatta, e a dire il vero anche un po’ masochista… inizio a spulciare il sito ultra trash e trovo delle citazioni a dir poco agghiaccianti.

Intanto, ci sono tonnellate di biglietti di auguri generici tipo “Auguri a tutte le donne del mondo”! o “Auguri di cuore a tutte le donne.” Banali auguri corali, ma alquanto inappropriati, considerando che ci sono molte donne nel mondo che vivono situazioni e condizioni terribili. Continuo a non capire la ragione di questa ricorrenza. E poi ci sono le frasi peggiori, al primo posto su tutte: “Tra tutti i diritti delle donne, essere madre è il più grande”. Comincio a prendere seriamente la questione e sono sempre più convinta dell’inutilità degli anniversari. Ho come l’impressione che invece di fare festa, vogliano farci la festa!

Nel sito non trovo soltanto questi biglietti di auguri agghiaccianti, ma anche delle pubblicità decisamente discutibili tipo: “Serata per donne con spettacolo di strip”, oppure ”Festa della donna con strip maschile”, “Festa della donna: spogliarellisti e spettacoli da non perdere”, il tutto arricchito da una grafica oscena, con tanto di svariate foto di gruppo: un’accozzaglia di uomini tutti muscolosi, lucidi e tronfi.

Ma io perché dovrei aver voglia di festeggiare non si sa bene cosa, con dei Big Jim pompati ultra trash? Proprio non la capisco questa festa.

E a questo punto rimpiango persino tutti i narcisisti del mondo, i mammoni, i potenziali serial killer, i logorroici, quelli che si accollano, quelli che non ti richiamano, quelli che “Io ci tengo a te” ma ti cercano a intermittenza. Rimpiango addirittura i visualizzati, i traditori seriali con la faccia come il culo, tipo quelli che tradiscono la loro compagna sotto i suoi occhi e la presentano al mondo come “Mia cugina”, così da avere sempre ampio raggio d’azione. Rimpiango gli stronzi che praticano ghosting, gli amanti degli zombie e dello zombieing che “A volte ritornano”, come in un perfetto B-movie a basso costo: decisamente mancano di stile. Rimpiango tutti i due picche dati e pure quelli ricevuti! Rimpiango finanche i miei ex e quelli col sex appeal di una mummia.

Tutto questo è nulla a confronto di qualcuno che ti regala un mazzo di mimose, insieme a un biglietto con su scritto: “Tu sì che sei una donna, con la d maiuscola!”, e scrive pure donna con la minuscola, proprio non ce la possono fare a farcela gli uomini.

E a questo punto, ringrazio ancora quel tipo gentile… ma di mimose spero di non riceverne più!

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