Il Fatto di domani. Green pass, arriva il giorno del giudizio. Il governo avanti a occhi chiusi, rebus persuasione sui no vax

Di Il Fatto Quotidiano
14 Ottobre 2021

GREEN PASS, AVANTI A OCCHI CHIUSI. È arrivato il momento della verità. Da venerdì entra in vigore l’obbligo di green pass al lavoro, le aziende si devono attrezzare con i controlli e i dipendenti non vaccinati con i tamponi. Come, quanto e in che misura sarà da vedere (più lunedì che venerdì, perché il sistema dovrà entrare a regime). Le situazioni che appaiono più critiche finora riguardano la logistica e i trasporti, l’agricoltura e anche le forze dell’ordine. Alcune aziende hanno chiesto tamponi gratis. Il governo l’ha escluso, ma fa sapere sta valutando ulteriori sgravi per le imprese, anche attraverso il credito d’imposta. I sindacati confederali, che hanno incontrato Draghi, hanno invece chiesto alle aziende di farsi carico del costo dei test. Stavolta a dire no è Confindustria, con il presidente Carlo Bonomi, ma alcune grandi aziende tipo l’ex Ilva si sono rassegnate alla gratuità. Salvini cavalca l’onda, ma un appello a calmierare ancora di più i prezzi è arrivata anche da Giuseppe Conte. I più radicali sono i portuali di Trieste, che da giorni minacciano il blocco totale del porto non per avere tamponi gratis, ma per reclamare l’abolizione della norma in quanto tale. Oggi il loro caso è stato trattato in Prefettura e con la Regione Friuli, ma il coordinamento sindacale (autonomo dai confederali) ha confermato alla fine lo sciopero a oltranza, che il prefetto non ha autorizzato e quindi sarà illegale. Sul Fatto di domani un reportage di Marco Grasso dalla città. La situazione negli altri scali marittimi, da Napoli a Venezia a Livorno, sembra più tranquilla, ma al porto di Gioia Tauro il Med Center Container Terminal ha annunciato che, a partire da domani, farà tamponi gratis per disinnescare eventuali problemi. Restano i timori per il rallentamento della circolazione dei tir. Il ministro Orlando ha ammesso che “sarà un avvio complicato” ma che è il prezzo da pagare per fare la cosa giusta.

NE VALEVA LA PENA? Ecco, appunto, è la cosa giusta? Impossibile non farsi questa domanda. Nella strategia del governo il green pass serve a incentivare la vaccinazione, e l’obbligo di esibirlo al lavoro è una sorta di “arma finale” per aggredire lo zoccolo duro di chi ancora non si è vaccinato. Che però, non sembra essersi scalfito più di tanto. La fondazione Gimbe questa settimana rileva che il numero di prime dosi è sceso del -23%. La struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, invece, ha diffuso un calcolo secondo cui le prime dosi sono aumentate del 46% “rispetto al trend atteso” da quando è stato introdotto il green pass, e i tamponi di 50 mila unità. (Nel Lazio le somministrazioni sarebbero cresciute del +30%). Al momento la popolazione over 12 vaccinata in Italia è dell’85%, considerando anche le prime dosi: se è vero che l’obiettivo è arrivare al 90% la strategia non pare un po’ sproporzionata? Sul Fatto di domani vedremo cosa dicono i dati, e faremo un confronto con le scelte fatte dai principali Paesi europei.

FRATELLI D’ITALIA E FORZA NUOVA, QUESTI CONOSCIUTI. Dopo l’arresto in conseguenza dell’assalto e la devastazione della sede della Cgil, Giuliano Castellino e Roberto Fiore sono stati ascoltati dal Giudice per le udienze preliminari. Dall’interrogatorio sono emersi alcuni elementi interessanti. Castellino avrebbe detto che loro volevano fare soltanto un sit-in, ma poi sarebbero stati scavalcati da “facinorosi”. Soprattutto, gli indagati hanno affermato che la polizia li avrebbe autorizzati a muovere verso la sede del sindacato, dopo una trattativa in piazza. Castellino e Fiore hanno anche detto che Forza Nuova “non opera più da 20 mesi” e che erano in piazza come singoli contro il green pass. Vedremo però che nelle liste elettorali di Fratelli d’Italia alle amministrative, in varie città, ci sono candidati legati al partito tutt’altro che inattivi. Qui i dati dei contagi di oggi.

AMMINISTRATIVE, LA DESTRA INCHIODATA AI SUOI CANDIDATI. Le elezioni amministrative sono un altro dei nodi che verranno al pettine questo fine settimana. Il centrodestra spera in Torino e Roma, dove Enrico Michetti appare sempre più disperato, ma i leader della coalizione devono sostenerlo “malgré lui”, per così dire. Non se la passa meglio l’altro grande candidato improbabile di questa tornata, Luca Bernardo a Milano, dopo la vittoria schiacciante di Beppe Sala: il pediatra ormai consigliere comunale d’opposizione lamenta di non aver ancora ricevuto tutti i fondi per la campagna elettorale (avrebbero pagato solo Lega e Fratelli d’Italia). Sul fronte 5 Stelle, alcuni consiglieri di Roma hanno annunciato che voteranno “da privati” per il candidato Pd Roberto Gualtieri, mentre è stata smentita l’ipotesi di un viaggio di Grillo a Roma. Ci sono sorprese anche per la Lega.


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