Il Fatto di domani. Giornata nera per i due Matteo: lo spin doctor della Lega, Luca Morisi, indagato per droga. Babbo Renzi a processo per traffico di influenze

Di Il Fatto Quotidiano
27 Settembre 2021

SCUSI, MORISI, LEI SPACCIA? Come se non bastasse la crisi nei consensi, il terremoto in casa Lega da questa mattina ha un nome preciso: Luca Morisi, lo spin doctor del Capitano, colui che dal 2012 ha messo in piedi la macchina social meglio organizzata di tutte, la “Bestia”, che ha portato a Matteo Salvini milioni di like e interazioni. Ebbene, Morisi è indagato per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Ad agosto i carabinieri della compagnia di San Bonifacio, nel veronese, hanno fermato tre ragazzi e li hanno trovati in possesso di una sostanza liquida. Uno di loro avrebbe sostenuto di aver ricevuto la sostanza – di cui si attende l’esito delle analisi per capire se si tratti di stupefacente – dal guru della comunicazione leghista. Alle dichiarazioni è seguita una perquisizione nella cascina di Morisi, a Belfiore, nel corso della quale i militari hanno rinvenuto una modica quantità di cocaina, da “sanzione amministrativa”. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Verona. Morisi, che quattro giorni fa aveva annunciato il ritiro, oggi ha chiesto scusa: “Non ho commesso alcun reato – ha sostenuto –, ma la vicenda personale che mi riguarda rappresenta una grave caduta come uomo”. La notizia ha scatenato il putiferio politico e social. Matteo Salvini si è subito schierato al fianco dell’“amico”, tendendogli una mano “per aiutarlo a rialzarsi”, ma ovviamente l’inchiesta rappresenta un’ulteriore tegola su un partito al cui interno si registra una fronda crescente anti-leader. Sul Fatto di domani vi racconteremo i dettagli dell’inchiesta su Morisi e le ripercussioni politiche sul Carroccio, che ormai vede le amministrative di domenica prossima come un punto di non ritorno.

BABBO RENZI A GIUDIZIO PER TRAFFICO D’INFLUENZE. “Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie”. Matteo Renzi è stato uno dei primi a commentare la vicenda giudiziaria dello spin doctor leghista. Pochi minuti dopo, è arrivata una notizia (seria) che lo riguarda da vicino: suo padre Tiziano è stato rinviato a giudizio in uno dei filoni dell’indagine su Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione, con l’accusa di traffico di influenze illecite. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare di Roma, Annalisa Marzano. Con lui andranno alla sbarra anche l’ex parlamentare Italo Bocchino e gli imprenditori Carlo Russo e Alfredo Romeo. Tiziano Renzi è stato prosciolto dall’accusa di turbativa d’asta e da un altro episodio di traffico di influenze. In rito abbreviato invece, il gup ha condannato a un anno l’ex senatore Denis Verdini, l’imprenditore Ezio Bigotti e l’ex parlamentare Ignazio Abrignani per il reato di turbativa d’asta. Sul giornale di domani il nostro Marco Lillo ripercorrerà la storia dell’inchiesta Consip.

ILVA, AI DOMICILIARI L’EX COMMISSARIO VOLUTO DA RENZI (MATTEO). Non è stata una bella giornata per il leader di Italia Viva che, nei minuti in cui suo padre veniva rinviato a giudizio, si è visto anche arrestare e mettere ai domiciliari Enrico Laghi, l’ex commissario straordinario dell’acciaieria tarantina che il suo governo aveva nominato. Gli inquirenti ipotizzano il reato di corruzione in atti giudiziari, e a Laghi sono stati anche sequestrati 270 mila euro. Si tratta di un nuovo filone dell’indagine sull’ex procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo (da luglio all’obbligo di dimora) che coinvolge anche l’ex consulente esterno di Eni, Piero Amara. Domani leggerete anche di quest’inchiesta.

GERMANIA, INTANTO RESTA MERKEL, E PURE L’AUSTERITÀ. Le elezioni di ieri hanno consegnato ai socialdemocratici dell’Spd una maggioranza relativa (206 seggi 53 in più) e oltre il 25,7% delle preferenze. Il partito di Angela Merkel, i cristiano-democratici della Cdu, si è fermato al 24%, con il risultato peggiore dal 1949. Terzi i verdi con il 15%, quarti i liberali con l’11,5%, mentre alle ali del parlamento l’estrema destra di Afd ottiene il 10% e la sinistra della Linke scende sotto il 5%. Ma è presto per dire chi abbia vinto. Il sistema proporzionale tedesco richiede ai partiti lunghe trattative per unirsi in coalizioni di governo. I dati lasciano pensare che la via più probabile sarà l’alleanza “semaforo” tra Socialisti Verdi e Liberali, ipotesi confermata dal leader della Spd Olaf Scholz nella conferenza stampa di stamattina. Ma le trattative potrebbero durare mesi, fino a dicembre si ipotizza. Nel frattempo, quindi, resta Merkel. Sul Fatto di domani vi daremo conto della giornata post-voto a Berlino, ma analizzeremo anche l’impatto di questi risultati sul resto d’Europa. E in particolare sull’Italia, soprattutto alla luce del dibattito incipiente sul ritorno alle politiche di austerità di bilancio passata la bufera Covid. Dal Pd (con la senatrice Malpezzi) già si dice che “una coalizione guidata da Spd potrà contribuire a realizzare un’Europa più integrata, unita e solidale”, vedremo che non è proprio così.


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Salario minimo, oppure no. Mario Draghi ha incontrato i sindacati. Anche la Corte dei Conti promuove il Reddito di Cittadinanza.

Caos scuola. Attualmente ogni istituto in Italia si è dato regole diverse sulla gestione del tracciamento e delle positività tra gli alunni. Qui i dati dei contagi Covid di oggi.

“I peggio stronzi”. In anteprima il nuovo libro del nostro Mario Natangelo. Sottotitolo: “La mia guerra quotidiana tra satira, giornalismo e politica”.

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