Il Fatto di domani. Scuola, in attesa della piattaforma il green pass si controlla a mano. Ecco perché chi spara sul Reddito di cittadinanza fa propaganda

Di Il Fatto Quotidiano
31 Agosto 2021

COVID, GREEN PASS A SINGHIOZZO NELLE SCUOLE. Domani entra in vigore l’obbligo esteso anche sui treni ad alta velocità e Intercity, all’università (non per bus e metro, qui tutte le regole). E anche a scuola, per il personale: per scongiurare il rischio inceppamenti, perché secondo la norma i presidi dovrebbero controllare ogni giorno tutti i certificati dei dipendenti dell’istituto, il ministero ha disposto una “procedura semplificata” basata su un registro che verifica in automatico la validità dei green pass. Ma la piattaforma è in ritardo e da domani i controlli saranno fatti a mano, secondo normativa. Sul Fatto di domani vedremo le lacune organizzative alla riapertura delle scuole. Un altro motivo d’attesa sono le proteste annunciate per domani dai no vax / no green pass, che continuano a minacciare giornalisti, medici e politici: oggi è toccato a Luigi Di Maio (solidarietà bipartisan), mentre il Pd ha avviato un’interrogazione parlamentare sulle infiltrazioni neofasciste nelle manifestazioni. La campagna vaccinale pare riprendersi dopo mesi di calo, con circa 400 mila somministrazioni solo ieri. Nel nostro Paese, dove si vaccina a partire da 12 anni, siamo al 70% con una dose e più del 60% con due dosi. Mancano sempre all’appello 13 -14 milioni di italiani, come ha dichiarato oggi il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, e l’obiettivo è raggiungere quota 80% entro fine mese. Qui i dati dei contagi di oggi. Allargando il piano, oggi la commissaria Ursula von der Leyen ha annunciato che è stato raggiunto il traguardo del 70% di adulti vaccinati con due dosi. Invece Israele, che è già partito con la terza dose di vaccino, continua a registrare un preoccupante record di nuovi casi (1/3 tra i giovani con bassi tassi di immunizzazione). Domani sul giornale leggerete il racconto dell’esperienza di Manuela Dviri.

REFERENDUM GIUSTIZIA, SULLO STALKING QUALCOSA SI MUOVE (FORSE). Un uomo di 47 anni anni è stato arrestato a Roma con le accuse di stalking, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Ieri ha tempestato di telefonate e messaggi minatori la sua ex fidanzata, che il giorno prima aveva colpito al volto. Se fosse passato il quinto quesito dei referendum sulla giustizia promossi dai Radicali e sostenuti da Lega, Forza Italia e Italia Viva, probabilmente il suo arresto non sarebbe stato così semplice: la modifica renderebbe impossibile l’impiego della custodia cautelare nei casi di reiterazione del reato – e lo stalking è di per sé un reato reiterato – quando non ci sia violenza alla persona (l’uomo in questione è stato fermato prima che la donna sporgesse denuncia anche per le lesioni). Allora è doveroso continuare il nostro lavoro su quel quinto quesito. Sul giornale di domani leggerete un’intervista all’ex Procuratore Gian Carlo Caselli. E per fortuna registreremo che qualcosa si muove anche a livello politico: la commissione parlamentare sul femminicidio tornerà a riunirsi il 7 e in agenda avrà proprio la discussione intorno al paradosso legislativo da noi sollevato.

ECCO PERCHÉ LE ACCUSE AL RDC SONO PROPAGANDA. Gli argomenti di chi attacca il Reddito di cittadinanza da destra sono ormai cosa nota: sarebbe una misura che disincentiva al lavoro, creando problemi soprattutto nei settori stagionali, ripetono i due Matteo in una singolare comunione di vedute. Eppure, negli ultimi 3 anni, cioè da quando esiste il Rdc, proprio le assunzioni di stagionali sono costantemente aumentate, addirittura con un record storico a maggio del 2021. Sul Fatto di domani analizzeremo il fenomeno in dettaglio. Nel frattempo, l’Istat oggi ha confermato una forte ripresa del Pil nel secondo trimestre dell’anno. Spinta da un aumento della domanda e dagli investimenti, l’Italia meglio della Germania e registra un +17,3% nella comparazione anno su anno. Del resto, siamo anche il Paese europeo che nel 2020 ha perso più terreno.

LA BUFALA DEL SALVINI MODERATO. Dopo che è diventato un caso sui giornali (con imbarazzi nel suo partito di appartenenza) il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha difeso la sua tesi della “svolta moderata” di Matteo Salvini. Una conversione sulla via di Damasco che oggi è così battezzata in un’intervista sul Corriere della sera: “Draghi l’ha cambiato”. Fuor di metafora, la tesi temeraria del governatore Pd è che il peso del governo avrebbe mosso il leader leghista a frenare la retorica populista e razzista, lasciando la vertigine della frequentazione leghista al Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (che la settimana scorsa infatti ha invitato a Roma il leader ungherese Viktor Orbán). Però basta dare un’occhiata ai social salviniani per ricredersi: lì Salvini è sempre Salvini, quello che va a citofonare a presunti “spacciatori” e tuona contro le “baby gang di immigrati”. Sul Fatto di domani vi proponiamo una esegesi salviniana.

AFGHANISTAN, INIZIA IL REGNO DEI TALEBANI. Mentre i talebani festeggiano dopo che l’ultimo soldato statunitense ha lasciato il suolo afghano, nel Paese è rientrato Amin-ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden. L’arrivo dell’esponente di spicco di Al Qaeda nella sua provincia d’origine di Nangarhar, al confine con il Pakistan, viene mostrato in un video che circola in queste ore sul web e ripreso anche dalla Bbc. Sul Fatto di domani vedremo cosa cambia ora per il martoriato popolo afghano. Ma leggerete anche come si finanziano i talebani: da una parte la droga, dall’altra l’appoggio di alcuni Paesi amici. Intanto anche la politica si muove. Mentre è atteso per stasera il discorso del presidente Usa Biden alla nazione, in Europa la riunione dei ministri dell’interno sta dando un pessimo segnale: con il ministro tedesco che dice no a quote di immigrati afghani in Europa e quello del Lussemburgo che dice chiaramente che anche se “non possiamo prendere tutti” gli afghani, “possiamo accettarne un certo numero. Possiamo almeno aprire la porta, affinché la Commissione possa fare delle proposte”. Una Ue divisa, quindi, che ha spinto Oxfam a lanciare l’appello “affinché le persone in fuga dal Paese non siano abbandonate, l’Unione non scarichi l’accoglienza sui Paesi che confinano con l’Afghanistan”.


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Milano. Al vaglio degli inquirenti il rivestimento esterno del grattacielo andato a fuoco.

Giustizia. Un intervento di Piercamillo Davigo sui problemi che affliggono l’ordinamento italiano.

Foibe, tra realtà e revisionismo. Dopo il dibattito scaturito da un’intervento di Tomaso Montanari sul Fatto, ospiteremo un intervento dello storico Alessandro Barbero.

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La mer. Robert Guédiguian racconta la Costa Azzurra.


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