Il Fatto di domani. Licenziamenti, la toppa di Orlando non basta: li vogliono ancora più facili. Giavazzi e la poltronissima col “metodo” Draghi

Di Il Fatto Quotidiano
24 Maggio 2021

LICENZIAMENTI ANCORA PIÙ FACILI. Il blocco dei licenziamenti per la grande industria al 28 agosto non dovrebbe figurare nel dl Sostegni bis. Fonti di governo spiegano all’agenzia Adnkronos che la norma verrà rivista, “si lavora ad un compromesso per alleggerire la proroga”, assicura un ministro di peso, precisando che la norma voluta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando “non aveva ancora un testo, non era nero su bianco, quindi si possono apportare modifiche”. La toppa messa all’ultimo dal ministro Orlando in Consiglio dei ministri non scongiura la cacciata dalle aziende (molti i posti persi e moltissimi quelli che si potrebbero ancora perdere), ma nella maggioranza c’è chi vuole di più, come Forza Italia o come il sottosegretario della Lega Tiziana Nisini che si è scagliata contro il suo ministro di riferimento: “Orlando ha rotto un patto con le aziende e con tutti gli attori in gioco. Non condivido questa misura né per il metodo, né per il merito” ha detto. Il tutto mentre i sindacati continuano a scontrarsi sul tema con Confindustria. Sul Fatto di domani tutti i dettagli su quello che sta succedendo e ciò che è successo durante il Consiglio dei ministri.

RECOVERY, ECCO CHI GESTIRÀ IL MALLOPPO. Una cabina di regia “a geometrie variabili” istituita a Palazzo Chigi, presieduta da Mario Draghi e di volta in volta composta dai ministri competenti, da allargare eventualmente ai presidenti di Regione e alle parti sociali quando sia necessario per questioni che riguardano specifici territori. Mentre il ministero dell’Economia avrà il compito del monitoraggio finanziario e del collegamento con Bruxelles. È lo schema della governance per il Recovery Plan illustrato nel corso della riunione dei capi delegazioni con il premier, e che sarà tradotto in un decreto legge nei prossimi giorni. Sul giornale di domani vedremo tutti i particolari della task force che seguirà il Pnrr.

POLTRONIFICIO COL “METODO” DRAGHI. A Palazzo Chigi è aperto anche il cantiere delle poltrone, in vista della tornata di nomine in arrivo per partecipate e aziende di Stato. Davanti all’ufficio di Francesco Giavazzi, l’incaricato di Draghi per mettere a punto una lista di papabili, si registra da giorni un via vai di manager pronti a “baciare la pantofola” pur di entrare nella lista-Giavazzi. Vedremo chi sono questi manager. Intanto cominciano a circolare indiscrezioni sulla poltrona di amministratore delegato della Rai, un posto appetitoso che – come vedremo – potrebbe essere occupato da un dirigente di Bankitalia. Ma c’è anche un’altra vecchia conoscenza (per i guai giudiziari) il cui nome circola insistentemente per i vertici delle Ferrovie. Vedremo di chi si tratta. Sempre in tema nomine segnaliamo l’ultima scelta del ministro poco ecologico Cingolani: l’esperto di Efficienza energetica in arrivo da Confindustria (notoriamente molto attenta al green!).

COVID, PIÙ VACANZA CHE SCUOLA. Ha destato un mare di critiche l’ordinanza del ministero dell’Istruzione con la quale le scuole sono autorizzate a “prevedere la conclusione degli scrutini finali entro il termine delle lezioni fissato dai calendari delle Regioni e delle Province autonome, fermo restando l’avvio degli stessi non prima del 1° giugno 2021”. Per i sindacati “la circolare emanata dall’Ufficio scolastico regionale del Lazio sull’anticipo degli scrutini entro il prossimo 8 giugno, costituisce un errore sotto il profilo giuridico e un gratuito ulteriore aggravio a carico delle istituzioni scolastiche del Lazio, costrette ad anticipare lo svolgimento degli scrutini, anche quando la procedura non coinvolga docenti rientranti nel cosiddetto organico Covid”. Preoccupazione anche per il “Piano scuola estate”, un insieme di attività distribuite da giugno a settembre per cui gli istituti e gli studenti possono richiedere l’accesso su base volontaria. I presidi lamentano la carenza di personale necessario per garantire il servizio. Sul Fatto di domani vedremo come stanno le cose. Poi faremo un punto sulla vicenda dei vaccini in vacanza. Qui i numeri di giornata.

IL CROLLO DELLA FUNIVIA. Il ministro Giovannini dopo il tavolo tecnico a Verbania è stato chiaro: “Indaghiamo le cause del disastro, tutti mettano a disposizione i documenti”, ribadendo che l’istituzione di una commissione ministeriale “si aggiunge alle indagini della magistratura”. Ed è questo il punto, il sistema dei controlli che ricorda il caso del ponte Morandi. “Gli impianti a fune sono tra i mezzi di trasporto più sicuri in assoluto, ma oggi siamo senza parole. Basti pensare che gli ultimi incidenti in Italia, entrambi sul Cermis in Trentino, risalgono al 1976 per un errore umano, e al 1998 quando un aereo tranciò i cavi della struttura. L’attenzione nei confronti della manutenzione e dello stato degli impianti è sempre altissima”, ha detto Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione nazionale esercenti impianti a fune. Sul Fatto di domani ripercorriamo – oltre alle notizie di oggi sull’inchiesta della Procura – la catena dei controlli (e delle responsabilità) per capire dove si è inceppato il meccanismo.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI

La vergogna vitalizi. “Noi Cinque Stelle abbiamo presentato una mozione per chiedere che il Senato colmi il grave vuoto che è si è determinato. È inammissibile dare il vitalizio ai condannati in via definitiva. Riteniamo che se ne debba discutere in Aula, e che la presidente del Senato Casellati non possa che accogliere la nostra richiesta” ha detto al Fatto Paola Taverna. Sul giornale di domani torneremo sul tema con una nostra intervista.

L’azzardo di Lukashenko. La vicenda dell’aereo deviato e dell’arresto del giornalista Protasevich, fondatore del canale Nexta su Telegram, la risposta blanda dell’Europa e le sanzioni inutili. Per non parlare dei lager per prigionieri politici. La Bielorussia è nel mirino: ne parleremo con Pavel Latushko, ex ministro alla cultura di Lukashenko poi fuggito in Polonia per aver appoggiato la rivolta popolare.

Il Battiato “spagnolo”. In Spagna a molte vecchie scritte inneggianti al dittatore Franco è stato aggiunto il nome di Battiato. Quindi si moltiplicano le foto sui social di muri con critto “viva Franco Battiato”. La popolarità dell’artista scomparso va ben oltre i confini nazionali.

Il giro d’Italia. Il nostro Leonardo Coen ci racconta la tappa odierna del giro, con la vittoria di Bernal che ha dominato la tappa della Cima Coppi.

Secondo Tempo. Un libro racconta la storia della musa segreta del cantante Leonard Cohen.

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.