Il Fatto di domani. Scuola, le Regioni al governo: non ci sono le condizioni per il 100% in presenza. J&J: l’Ema dice sì, con troppi però. Vitalizi, la petizione già oltre le 10 mila firme

Di Il Fatto Quotidiano
20 Aprile 2021

APRI E CHIUDI, SCONTRO SULLA SCUOLA. Mentre il Comitato tecnico scientifico si riunisce per fornire il parere su Pass per spostarsi tra le Regioni arancioni e rosse, orario del coprifuoco, ripresa dello sport – in vista del nuovo decreto che detterà le regole per il 26 aprile –, la Lega di Matteo Salvini (e i governatori) continua nella sua opera di logoramento: “Porteremo in Consiglio dei ministri la proposta di allargare il coprifuoco alle 23, lo chiede il buon senso. Speranza qualche ascolto ha iniziato a darlo”, affonda il Capitano. Che poi cita un esempio infelice: “A Madrid, per esempio, bar e ristoranti sono aperti fino alle 23, ma anche cinema, musei e teatri”. E difatti i contagi in quella regione della Spagna sono da quarta ondata. In più arriveremo all’appuntamento di lunedì prossimo con un’Italia spaccata in due, con il sud che arranca per numero di contagi e ospedali saturi di malati Covid. Altro capitolo di cui ci occuperemo sul Fatto di domani sarà quello della scuola, dove le carenze sono sempre le stesse: aule che non garantiscono la distanza, problemi dei trasporti e del tracciamento. Insomma discorsi che abbiamo già sentito ma che – come vedremo – sono rimasti lettera morta. E la questione è entrata a gamba tesa nell’incontro Stato-Regioni: mentre il governo vuole la presenza al 100%, i governatori sostengono che non ci sono le condizioni di sicurezza minime per garantire il ritorno sui banchi (Fontana: “Trasporti al 50% e alunni in classe al 100%, insostenibile”). Anzi vorrebbero demandare ai Prefetti la decisione sulla percentuale di alunni, zona per zona. E anche la Cisl afferma che “non basta fissare una data per riaprire la scuola”. Sul giornale di domani tutti i particolari.

VACCINI J&J, SÌ DELL’EMA. PERÒ… Sembra la ripetizione di quanto successo già per AstraZeneca: l’Ema ha esaminato otto casi di trombosi che si sono verificati in donne sotto i 60 anni di età. Ma per l’Agenzia Europea del farmaco il medicinale della Johnson&Johnsonè sicuro. Ma c’è un però: in caso di “fiato corto, dolore al petto, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente, sintomi neurologici come mal di testa forte e persistente o visione offuscata, minuscole macchie di sangue sotto la pelle in zone diverse dal sito di inoculo” , l’Ema consiglia di “contattare il medico”. E come per Astrazeneca è stato aggiornato il bugiardino, includendo “un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse”. Insomma basterà per combattere la diffidenza dei cittadini? Qui i numeri dei contagi di oggi.

QUESTO RECOVERY NON PIACE A NESSUNO. Il Recovery – che nessuno finora ha visto – continua a non piacere a tutti. Leu ha chiuso il giro di incontri con Draghi sul Piano di resilienza chiedendo più trasparenza e maggior coinvolgimento del Parlamento. Poi il capitolo Ferrovie, visto che nel Piano sempre più risorse vengono destinate a questo settore (Draghi ha detto ai sindacati che la cifra totale del Recovery Plan cresce a 221,5 miliardi). Una partita che fa gola a molti e riaccende gli appetiti intorno ai vertici delle Fs in scadenza a giugno.

CON IL FATTO CONTRO I VITALIZI. Oggi è partita la petizione del Fatto, rivolta alla presidente del Senato Casellati, per tentare di arginare la deriva dei vitalizi che Palazzo Madama ha restituito ai politici condannati. Raccolta firme che in poche ore ha già superato le 10 mila adesioni. Ci aiuterà l’intervista al costituzionalista Michele Ainis.


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