Il Mes ovvero ancora tu, non dovevamo vederci più?

20 Marzo 2020

Riassunto. L’altroieri il governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann, ha rilasciato un’intervista per dire che “la politica monetaria ha raggiunto i suoi limiti”.

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Ogni Stato, insomma, dovrebbe reagire coi propri mezzi alla recessione, se li ha, e guardare il bicchiere mezzo pieno: “La crisi può avere un effetto depurativo sull’economia”. Negli stessi giorni il ministro Roberto Gualtieri – spinto da studiosi e politici più o meno illustri – si dava da fare per chiedere “l’aiuto” del fondo salva-Stati (Mes) mettendo sotto tutela esterna l’Italia per decenni. Nella notte di mercoledì, però, la Bce ha scoperto di non aver raggiunto i suoi limiti e avviato un primo intervento anti-crisi da 750 miliardi, 250 in più della capacità (molto teorica) del Mes. Uno direbbe: va bene, allora niente Troika, finalmente – come direbbe Fassino – abbiamo una banca (centrale), se andiamo in crisi interviene lei senza lacci, lacciuoli, stivaletti malesi e le altre meraviglie che hanno fatto grande l’Europa secoli fa (e più di recente in Grecia). A quanto pare no: il premier Conte ieri ha chiesto l’intervento del fondo salva-Stati “senza condizionalità” e con tutta la sua “potenza di fuoco”. Tre problemi: le condizionalità (Troika) sono previste dai Trattati e Berlino ha già detto “niente modifiche”; la potenza di fuoco reale del Mes ora è di una settantina di miliardi; in Parlamento non c’è maggioranza per chiederne l’aiuto. Tre problemi, allora, e una domanda: ma per caso siete allergici alle Banche centrali che fanno il loro lavoro? Non c’è un farmaco?

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