Al Conservatorio il Miur fa il bis, seconda e terza prova del diploma sono uguali

5 Luglio 2017

Prova d’esame: il pasticcio musicale. Far sostenere ai diplomandi dei conservatori per due volte la stessa prova, fingendo che sia diversa, potrebbe certificare il carattere fantasy dei nostri burocrati. Oppure documentare un dramma. E cioè che un diavoletto si sia impossessato degli uffici del ministero dell’Istruzione e non abbia voglia di abbandonarli. Pochi giorni fa era riuscito, pur di sfregiare l’enorme deposito di cultura di cui sono custodi e portatori sani gli alti funzionari di viale Trastevere, a infilare una i nelle tracce della Maturità, divenute nell’avviso web per l’appunto “traccie” con breve scandalo e immediate scuse per il plateale refuso.

Il piccolo demone è però ricomparso venerdì 30 giugno sempre sotto forma di traccia (questa volta singolare). Era infatti affidata alla cura del dirigente la trasmissione della terza prova scritta dell’esame di diploma di Composizione nei Conservatori di musica, secondo i programmi del vecchio ordinamento che attualmente coesiste con i più recenti diplomi accademici di primo e di secondo livello scaturiti dalla riforma del 1999. Per questi esami le tracce (senza la i) sono ministeriali, così come avviene per gli esami di Stato, e giungono a tutti i Conservatori dal Miur in busta sigillata. Racconta uno degli esaminatori, Roberto Altieri, docente di composizione al San Pietro a Majella di Napoli: “Alle otto in punto apriamo – alla presenza dei candidati – la busta con la dicitura “Analisi” (testo della terza prova, ndr) e troviamo, invece della consueta partitura orchestrale di 50/100 pagine, testo sempre impegnativo e pieno di tranelli, una paginetta, peraltro malamente fotocopiata, di un brano pianistico di cui non era neanche indicato l’autore (si tratta per la cronaca del sesto preludio dell’op. 37 di Ferruccio Busoni, ndr). Era una traccia da “Tema con variazioni”, che è però la seconda delle quattro prove d’esame già svolta regolarmente pochi giorni prima su un altro tema”.

Sconcerto, stupore, qualche risata avvilita tra i docenti. Che si fa? Febbrile giro di telefonate agli altri colleghi. Anche a voi è giunto il testo sbagliato? Sì anche a Salerno, anche a Bologna, anche a Castelfranco Veneto, anche a Torino.

Un qui pro quo generale, una enorme distrazione del capo ufficio, un pasticcio capitale! Come aver dato un problema di matematica in luogo della versione di greco; chimica invece che fisica; geografia al posto di storia. Fortuna per il ministero che la musica è questione che ormai intriga pochi e l’Italia – la culla, ora ex, delle sette note – cura in questo modo fantastico la materia. Fortuna che la questione ha riguardato solo poche decine di candidati in tutta la penisola, raffronto impossibile con i 500 mila maturandi e il chiasso che una simile sbadataggine avrebbe provocato. E, fortuna delle fortune, che i docenti dei conservatori vista l’ora (otto del mattino) hanno ritenuto inutile chiedere spiegazioni al ministero.

Telefonare a chi? Hanno preso per buono il cattivo custodito nella busta sigillata, trasformando in virtù la dabbenaggine dell’anonimo burocrate al quale il diavoletto aveva fatto visita. I candidati si sono visti assegnare un compito assai più semplice su una materia già svolta. La ministra nemmeno sa di questo piccolo e breve pastrocchio, i giornali hanno taciuto, i musicanti pure.

Tutto è passato in cavalleria. Ed è meglio così. Do, re, mi, fa…

 

Riceviamo e pubblichiamo la replica del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Caro direttore,

nel commento di ieri di Antonello Caporale dal titolo “La ‘ripetizione’ al conservatorio” si parla di una “svista del Ministero che manda ai diplomandi la terza prova uguale alla seconda”. Svista che non c’è, come spiegheremo fra poco. Ci teniamo però prima a precisare, anche per chi legge, che la titolazione in prima pagina (“Maturità, bocciato il Ministero: fa rifare lo stesso test”, ndr) confonde e mette insieme due Esami molto diversi tra loro: quello di maturità dei Licei musicali e quello sostenuto dalle ragazze e dai ragazzi al termine di un percorso di studi in Conservatorio.

Tornando all’oggetto dell’articolo, si precisa che il 30 giugno non si è verificato alcun “pasticcio musicale”, per dirla con l’espressione utilizzata nel vostro testo: le prove degli esami dei Conservatori sono state estratte, trasmesse e si sono tenute regolarmente come ogni anno. Non sono state scambiate o duplicate, né invertite in alcun modo. Contrariamente a quanto sostenuto nell’articolo, il materiale della terza prova dei Conservatori non è frutto di un errore: la semplificazione dei materiali è una scelta consapevole effettuata da una Commissione composta da esperti nella materia della “Composizione”, i quali hanno scientemente individuato proprio quella prova – definita nell’articolo “di una paginetta, invece della consueta partitura orchestrale di 50/100 pagine” – per la terza prova di analisi. Nessuna “dabbenaggine del burocrate al quale il diavoletto avrebbe fatto visita”, né tanto meno distrazione dello stesso. Gli esperti della materia hanno volutamente optato per la prova “incriminata” e a nulla vale che qualcuno non sia stato d’accordo o abbia voluto ridicolizzare la scelta operata.

Gli esami sono validi, si sono svolti regolarmente, non ci sono state lamentele né da parte delle studentesse e degli studenti, i quali si sono regolarmente diplomati, né da parte dei Direttori dei Conservatori. Peraltro, relativamente a quanto riportato nell’articolo – “i docenti dei Conservatori vista l’ora (otto del mattino) hanno ritenuto inutile chiedere spiegazioni al Ministero” – il Dipartimento per la Formazione superiore e per la Ricerca può dimostrare che il funzionario preposto e responsabile alla preparazione e trasmissione delle prove era presente sin dalle ore 7.24 del mattino, come ogni giorno.

Un’ultima considerazione, prima di salutarvi cordialmente: non è vero che in Italia “la musica ormai intriga pochi”, e anzi la scelta di dedicare uno degli otto decreti attuativi della “Buona scuola” esattamente alla cultura umanistica ne è, almeno per quel che riguarda il Miur, la riprova. Ma soprattutto, tornando e chiudendo sulla “paginetta” da voi citata: la musica e l’arte in generale non si misurano in centimetri o metri, chili o tonnellate, perché possono esprimere messaggi enormi, pieni di sviluppi e significati, sia sul piano tecnico che spirituale, storico o estetico, in melodie di poche battute, in poesie di un paio di versi, in tele di pochi centimetri. È una questione di qualità, non di quantità. Ma questo, le studentesse e gli studenti dei nostri conservatori lo sanno già.

 

La risposta di Antonello Caporale

Opera di semplificazione così maestosa da rasentare l’eccentricità. Da 50/100 pagine a mezza? Di questo passo gli studenti italiani, quando affronteranno l’analisi del testo – che so – de “La quiete dopo la tempesta” di Leopardi potranno agilmente approfondire il primo rigo (Passata è la tempesta) o anche, per semplificare ancor di più, la sua metà (Passata è).

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione