L'appello

“Manganelli sugli studenti a Pisa e Firenze: è l’Italia o il Cile di Pinochet?”

Botte al corteo - Gli insegnanti invocano spiegazioni per le violenze delle forze dell'ordine sui manifestanti in piazza per la Palestina: “Perché la repressione colpisce sempre e solo studenti in lotta per l'ambiente o per la pace?”

Di Teachers For Future Italia
27 Febbraio 2024

Non è il Cile di Pinochet, è l’Italia, anno 2024. Un Paese in cui, in occasione della giornata di sciopero generale contro il genocidio in Palestina, a Pisa e a Firenze le manifestazioni studentesche sono caricate immotivatamente dalle forze dell’ordine.

Come insegnanti ed educatori siamo turbati dal fatto che la voce delle piazze sia spenta, sempre più spesso, solo se in arrivo da studenti che chiedono il cessate il fuoco a Gaza o da attiviste ed attivisti preoccupati per l’inazione verso la crisi climatica.

È avvilente vedere i nostri ragazzi e le nostre ragazze duramente “pestati” perché portano avanti ideali pacifisti, di equità sociale, di giustizia climatica; è spaesante vedere come si provi con la forza ad annientare la loro libertà di pensiero, il loro senso critico, la loro azione civile.

Già: perché quello che gridano con forza è che il dominio del forte sul debole, dell’uomo sulla donna, degli esseri umani sugli ecosistemi non è più accettabile: né moralmente, né eticamente, né concretamente. Quello che gridano con forza è che la democrazia, la giustizia, l’equità e la libertà sono valori inderogabili. Ed è per questo che ci chiediamo se la Costituzione antifascista esista ancora, e soprattutto se sia effettivamente il faro seguito da chi ci governa.

Quando le autorità ricorrono alla violenza per reprimere le manifestazioni pacifiche, minano non solo il diritto alla libera espressione, ma anche il principio stesso della democrazia: la democrazia implica il rispetto delle opinioni e delle prospettive diverse; implica la capacità di gestire i conflitti attraverso il dialogo e il confronto pacifico. Non vogliamo assistere all’eclissi della democrazia e crediamo che ragazzi e ragazze vadano affiancati e sostenuti. Abbiamo educato generazioni di studenti all’ascolto, al dialogo, all’empatia, alla nonviolenza e questo continueremo a fare.

Come generazione di adulti, che troppo poco ha fatto, ieri ed oggi, nel passare ai giovani altro che un mondo devastato dalla guerra e dalla crisi climatica, dobbiamo inequivocabilmente schierarci per la difesa dei diritti umani, sociali e ambientali sanciti dalla Costituzione.

Non possiamo che ripetere infine, le parole scritte da alcuni docenti del Liceo artistico Russoli di Pisa: “Riteniamo che qualcuno debba rispondere dello stato di inaudita e ingiustificabile violenza cui sono stati sottoposti gli studenti scesi in piazza pacificamente: perché si è deciso di chiuderli in un imbuto per poi riempirli di botte? Chi ha deciso questo schieramento di forze, che neanche per iniziative di maggior partecipazione e tensione hanno attraversato la nostra città?”.

E soprattutto: qual è il futuro che volete?

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