Il Fatto di domani. Strage di Firenze, tutto quello che non torna secondo i pm. Assange, il momento è adesso: Londra decide sull’estradizione. Navalny, la vedova scende in campo

19 Febbraio 2024

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STRAGE NEL CANTIERE ESSELUNGA, LA PROCURA: “TROVATE DIVERSE CRITICITÀ. IMMIGRATI IRREGOLARI COME OPERAI”. Dopo il crollo nel cantiere di Esselunga a Firenze, è arrivato il commento della ministra del Lavoro Maria Elvira Calderone: “Omicidio sul lavoro? Valutiamo tutto. Noi abbiamo aumentato gli ispettori”. Sul Fatto di domani verificheremo le parole di Calderone e approfondiremo alcuni aspetti della tragedia. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo senza indagati. Due sono le ipotesi di reato: omicidio plurimo aggravato dalla violazione delle norme sulla sicurezza; disastro per crollo colposo. Quando ha ceduto la trave, venerdì mattina alle 8,52, in quell’area del cantiere c’erano 8 operai di 3 diverse imprese. Altri 10 addetti, per la procura, lavoravano in altre zone. Il bilancio è di 4 morti, un disperso ancora sotto le macerie (con pochissime speranze di trovarlo vivo) e 3 feriti gravi. Oggi la procura di Firenze ha condotto un nuovo sopralluogo in via dei Mariti, dove si è consumato il dramma. “Il dato molto empirico è che ci fossero diverse criticità”, ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo Filippo Spiezia. Tra le vittime, l’abruzzese Luigi Coclite, 60 anni. Le altre 3 abitavano a Palazzolo sull’Oglio, provincia di Brescia: dal Marocco venivano Taoufik Haidar e Mohamed El Ferhane; Mohamed Toukabri era giunto in Italia dalla Tunisia. Anche Bouzekri Rachimi, disperso, è arrivato dal Marocco. La procura ha confermato la presenza nel cantiere di immigrati irregolari. Come Bouzekri Rahimi, dal permesso di soggiorno scaduto e Mohamed Ferhane, la cui richiesta di protezione era stata bocciata. Poi c’è il tema dei controlli sulla sicurezza nel cantiere. “L’ultima verifica è datata il 12 gennaio e non aveva dato luogo a rilievi”, ha dichiarato Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione della Asl Toscana centro. Intanto, davanti la prefettura di Firenze, i sindacati di base hanno manifestato per chiedere più sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel cantiere Esselunga sarebbero 34 le ditte in subappalto. Il 21 febbraio Cgil e Uil scenderanno in piazza Santi Apostoli a Roma e incontreranno il prefetto.


LA VEDOVA NAVALNY PRENDE IL TESTIMONE DELL’OPPOSIZIONE A PUTIN: “SCOPRIREMO COME È STATO UCCISO, VOGLIO VIVERE IN UNA RUSSIA LIBERA”. “Non avrei dovuto essere io qua”. In un video sui social, Yulia Navalnaya, vedova di Alexei Navalny, ha annunciato che continuerà il lavoro dell’oppositore russo. E ha accusato con convinzione Putin di aver ucciso suo marito. “Mentono meschinamente e nascondono il suo corpo attendendo quando svaniranno le tracce dell’ennesimo Novichok. Scopriremo chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce”. Yulia Navalnya è sempre stata al fianco di Alexei nella sua attività politica, e già al momento dell’avvelenamento del marito nel 2020 aveva gestito la crisi personalmente. Oggi l’attivista ha partecipato al consiglio degli Affari esteri dell’Ue, incontrando anche il ministro italiano Tajani. Non tutti gli Stati membri sono decisi a prendere misure di ritorsione contro Mosca (vedi Orban). Sono in buona compagnia: Donald Trump in un post ha detto che la morte di Navalny lo fa “sempre più pensare a quello che succedendo negli Stati Uniti. È una lenta, ma stabile, progressione con politici corrotti di estrema sinistra, procuratori e giudici che ci portano sul cammino della distruzione”. Dettaglio: non ha menzionato Vladimir Putin. Joe Biden ha dichiarato invece che “c’è un prezzo da pagare” e che Washington sta ragionando su nuove sanzioni. Quanto all’indagine, il cadavere dell’oppositore non è ancora stato mostrato alla famiglia, il Cremlino ha fatto sapere che non è sua competenza occuparsi della salma, che l’inchiesta è ancora in corso e per il momento non ci sono risultati, definendo “rozze”” le dichiarazioni in Occidente in proposito. Secondo il gruppo per i diritti OVD-Info, nelle manifestazioni per il suo ricordo sono state arrestate più di 400 persone in 32 città russe. Sul Fatto di domani racconteremo anche com’è andato l’appuntamento della fiaccolata organizzata stasera a Roma in omaggio al dissidente, dove le forze politiche dovranno mostrare unità, ma faticano a farlo. Stamattina sono scoppiate le polemiche per le identificazioni effettuate dalla Digos di Milano ieri ai Giardini Politkovskaja durante una commemorazione per Navalny con una ventina di persone. Piantedosi ha sostenuto che l’identificazione è prassi normale, scatenando le critiche del centrosinistra che lamentano “procedure da Stato di polizia. Se dice così il problema è lui”.


ASSANGE, I GIORNI PIÙ LUNGHI: LONDRA DECIDE SULL’ESTRADIZIONE NEGLI USA. Domani e mercoledì saranno i giorni più lunghi per Julian Assange, 52 anni, l’attivista australiano accusato dagli Stati Uniti di spionaggio, per aver diffuso notizie riservate grazie alla piattaforma Wikileaks. Washington ritiene che Assange, con la complicità di Chelsea Manning, all’epoca militare, con la pubblicazione di quei dossier abbia anche messo a rischio la vita di cittadini americani. L’Alta Corte di Londra valuterà se sia ammissibile il ricorso degli avvocati di Assange contro l’estradizione: se i magistrati inglesi dovessero respingere l’istanza, l’ultima carta resterebbe l’appello alla Corte europea per i diritti dell’uomo. Il timore, per i familiari e i sostenitori di Assange, è che negli Stati Uniti il detenuto non possa resistere al regime di un carcere di massima sicurezza. Tra coloro che lanciano questo allarme c’è anche Stella, la moglie di Assange che fa parte del collegio difensivo: la donna sostiene che la salute di Assange sia peggiorata dal 2019, ovvero da quando è stato rinchiuso nel carcere inglese di Belmarsh; in precedenza Assange aveva trascorso sette anni nell’ambasciata dell’Ecuador, sempre nella capitale britannica. La vicenda si prolunga dal 2010, quando Assange ottenne da Bradley Manning, all’epoca analista dell’Intelligence militare, centinaia di file top secret del Pentagono su come gli Stati Uniti e i loro alleati conducevano operazioni in Afghanistan e Iraq. Per questo Washington accusa Assange non solo di essere stato complice del furto dei documenti, ma di aver violato L’Espionage Act, una legge che risale al 1917. Nel 2017 il presidente Obama graziò Manning, che così uscì dal carcere dopo sette anni e divenne poi Chelsea con il cambio di sesso. I sostenitori di Assange hanno chiesto al presidente Biden di fare la stessa cosa. Sul giornale di domani leggerete un approfondimento sulle udienze in programma, e su come la politica italiana si rapporti al caso Assange. Di recente molti Comuni, tra cui quello di Roma, hanno nominato il fondatore di Wikileaks come cittadino onorario; una delegazione del Movimento 5 Stelle sarà a Londra per seguire l’audizione.


COMMISSARIAMENTO DELL’EX ILVA, MITTAL ALL’ATTACCO DI INVITALIA. Ora che il commissariamento dell’ex Ilva è sempre più vicino, AcelorMittal – che gestisce l’acciaieria di Taranto (con debiti miliardari, secondo il tribunale di Milano incompatibili con “la continuità aziendale”) – passa al contrattacco. E lo fa con una dura lettera inviata a Invitalia: nella missiva la mossa della controllata dello Stato viene definita “una grave violazione dell’accordo di investimento” e sostiene di avere “partecipato pienamente e in buona fede” alle discussioni delle ultime settimane “per cercare di raggiungere un accordo equo per fornire sostegno all’ADI o per la nostra uscita ordinata”. Poi la multinazionale conclude con toni perentori, rispendendo al mittente “il tentativo di incolparci per il loro esito insoddisfacente e di assolvere voi stessi e il governo italiano per il fallimento del nostro partenariato pubblico-privato”. Ennesimo braccio di ferro, quindi. Sul Fatto di domani vi daremo conto anche dell’incontro tra governo e sindacati per discutere sul futuro dell’azienda.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Medio Oriente, gli Usa propongono il cessate il fuoco all’Onu. Gli Stati Uniti hanno proposto una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che sottolineerebbe il “sostegno dell’organismo a un cessate il fuoco temporaneo a Gaza non appena possibile”. È un’alternativa a quella promossa dall’Algeria, più netta nel chiedere lo stop ai combattimenti e su cui hanno invece annunciato il veto. La bozza di testo americano dice anche che “nelle attuali circostanze un’offensiva di terra a Rafah provocherebbe ulteriori danni ai civili e il loro ulteriore spostamento, anche potenzialmente nei Paesi vicini”. Netanyahu ha ribadito: “Con o senza un accordo definitivo, Israele manterrà il pieno controllo della sicurezza su tutta l’area a ovest del (fiume) Giordano”.

Von der Leyen si ricandida, con una piattaforma con tante armi e poco green. La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha sciolto la riserva: si ricandiderà per la guida dell’organismo esecutivo dell’Ue. La candidatura sarà ufficializzata al congresso del Ppe, in programma il 6 e il 7 marzo a Bucarest.

Al via la missione nel Mar Rosso: l’Italia entra in guerra con gli Houthi. Il Consiglio Affari esteri dell’Unione europea ha approvato stamane il lancio dell’operazione militare navale Aspides, per contrastare gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi commerciali. Il comandante operativo della missione sarà il commodoro greco Vasilios Griparis, mentre il comandante della forza sarà il contrammiraglio italiano Stefano Costantino.

Milano tra le metropoli più inquinate al mondo con Dacca, Lahore e Delhi. È il responso del sito svizzero di IQAir, azienda tecnologica specializzata nella protezione dagli inquinanti atmosferici. Il sito monitora momento per momento varie città del mondo aggregando diversi indicatori: polveri sottili, Pm2.5 e Pm10, ozono, ossidi di azoto e zolfo. Il sindaco Beppe Sala contesta la veridicità del dato: “Notizia di un ente privato che non ha titolarità, siamo seri. Sono seccato di dover rispondere a domande che non esistono”. Da domani, tuttavia, scattano le limitazioni contro le emissioni inquinanti a Milano e in altre 8 province lombarde (Monza, Como, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona, Lodi e Pavia).


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Cripto, quel legame tra Bankman-Fried di Ftx e Tether: le chat con il manager Devasini

di Nicola Borzi

C’era un legame segreto tra Sam Bankman-Fried, l’ex miliardario fondatore e affondatore del colosso delle criptovalute Ftx, fallito a novembre 2022, Giancarlo Devasini, fondatore e dirigente di Tether, la società che emette l’omonima criptovaluta che è una delle porte d’accesso principali all’universo cripto, e Jean Chalopin, presidente di Deltec, la banca delle Bahamas dove sono asseritamente depositati 80 miliardi di dollari di riserve di Tether nonché in passato uomo dell’industria dei media europea le cui società pubblicavano il cartone animato dell’ispettore Gadget. Il legame, sinora solo intuito, è stato ora dimostrato attraverso moltissimi documenti depositati in una class action, una causa collettiva per danni, avviata in Florida contro i presunti facilitatori della rete tra Ftx e l’hedge fund Alameda Research, creato da Bankman-Fried e gestito dalla sua ex fidanzata Caroline Ellison.

(continua a leggere)


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