Il Fatto di domani. Caso Sgarbi, i 5 Stelle chiedono le dimissioni, lui: “Tutti giustizialisti”. Guerra Israele-Hamas, il premier Netanyahu circondato dall’opposizione e dai parenti degli ostaggi

Di FQ EXTRA
22 Gennaio 2024

SGARBI, MOZIONE M5S PER LE SUE DIMISSIONI: LUI DISERTA IL PARLAMENTO, ATTACCA IL FATTO E I “TORVI GIUSTIZIALISTI”. Tutta colpa della “campagna diffamatoria” del Fatto e di Report, usata come una clava da quei “torvi giustizialisti” del Movimento 5 stelle. Vittorio Sgarbi sfodera il consueto arsenale retorico, rispondendo alla mozione dei pentastellati per chiederne le dimissioni da sottosegretario. Il voto arriverà domani, oggi si è discusso. Peccato che il critico non si sia presentato alla Camera dei deputati. Nei banchi del governo c’era l’altro sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. Le opposizioni erano salite sulle barricate, dopo gli scoop del nostro giornale e del programma condotto da Sigfrido Ranucci sugli ultimi scandali che hanno coinvolto Vittorio Sgarbi. Come l’inchiesta della magistratura per riciclaggio, centrata sulla tela seicentesca di Rutilio Manetti rubata nel Castello di Buriasco nel 2013. Oppure l’indagine della Procura di Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, con un debito verso l’Agenzia delle Entrate da 715mila. E ancora: le attività di conferenziere retribuito, anche dopo aver accettato l’incarico nel governo di Giorgia Meloni, che gli sono costate un’indagine dell’autorità garante della Concorrenza (Agcm). Il verdetto dell’Autorità arriverà il 14 febbraio. La premier ha più volte ribadito di voler attendere l’esito dell’istruttoria, prima di prendere provvedimenti, ribadendo che nel suo governo non c’è alcuna questione morale. Intanto, le disavventure del sottosegretario alla cultura hanno già varcato i confini nazionali, conquistando pagine sulla stampa estera e l’interesse del New York Times. Ma lui resta ben saldo sulla poltrona di sottosegretario, in attesa di ulteriori verifiche. Sul giornale di oggi vi abbiamo offerto dieci ragioni per accompagnarlo alla porta del governo. Sul Fatto di domani vi racconteremo la discussione in Parlamento e gli ultimi sviluppi del caso Sgarbi.


BAVAGLIO ALLA STAMPA SUGLI ORDINI DI ARRESTO, BATTAGLIA IN COMMISSIONE PRIMA DEL VOTO IN AULA. Il Bavaglio è quasi pronto per l’approvazione in Parlamento e potrebbe essere peggio di quel che sembra. In Commissione al Senato, oggi i partiti hanno discusso le modifiche al testo della legge di delegazione europea sulla presunzione d’innocenza. Al centro del dibattito, l’emendamento di Enrico Costa (Azione) per vietare la pubblicazione sui giornali (anche di uno stralcio) delle ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice per le indagini preliminari. Un atto pubblico, disponibile per l’indagato e i suoi avvocati. Ma che i giornalisti non potranno più pubblicare, qualora il bavaglio andasse in porto. I lettori dovranno accontentarsi di una sintesi da parte del cronista, senza più i virgolettati fedeli. Ma come parafrasare, ad esempio, la storica intercettazione tra Salvatore Buzzi e Massimo Carminati agli atti dell’inchiesta Mafia capitale? Il primo diceva: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”. Uno stralcio letterale e senza interpretazioni può restituire la verità più di ogni racconto. L’ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) hanno espresso tutta la loro contrarietà al bavaglio dell’emendamento Costa. Anche alcuni esperti, come l’ex pm antimafia Roberto Scarpinato, hanno annunciato la loro contrarietà al provvedimento, come arbitraria limitazione al diritto all’informazione. Sul Fatto di domani vi racconteremo l’ultima battaglia in Commissione. Le opposizioni lavorano per disinnescare la censura dell’emendamento, ma le destre puntano a confermarlo e rafforzarlo.


AGRICOLTORI, LA PROTESTA DALL’EST CONTRO l’UCRAINA E I MAL DI PANCIA IN EUROPA CHE FAVORISCONO L‘ULTRA DESTRA. La guerra in Ucraina, che alla fine di febbraio compirà due anni, ha avuto un effetto negativo anche sulla vita degli agricoltori dell’Est: per primi hanno iniziato i polacchi, a seguire i rumeni e e i bulgari. Le lagnanze riguardano le agevolazioni dedicate ai prodotti di Kiev per sostenere il suo sforzo bellico, che hanno danneggiato i produttori locali. Ma le rimostranze, anche se per altri motivi, si registrano pure in Germania, Francia e Italia. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, visitando la fiera agricola “Settimana verde” a Berlino, ha promesso meno burocrazia agli agricoltori che contestano i tagli ai sussidi sul diesel. Per settimane, gli agricoltori hanno sfilato con i loro trattori in diverse città. Rabbia anche in Francia, dove Arnaud Rousseau, presidente del sindacato agricolo FNSEA, ha annunciato stamattina ai microfoni di France Inter diverse azioni di protesta, invitando il governo ad ascoltare la “rabbia” della categoria; da giovedì ci sono problemi di viabilità al sud e l’autostrada vicino a Tolosa è bloccata. Marc Fesneau, il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, avrebbe dovuto presentare al Consiglio dei ministri un progetto di legge sulla politica agricola, ma la decisione è stata rinviata. Gli agricoltori transalpini chiedono risarcimenti di fronte al proliferare di norme a protezione dell’ambiente e di tutela rispetto alla concorrenza internazionale. In Italia la sigla “Comitato degli Agricoltori Traditi” oggi ha lanciato proteste in diverse città “contro le politiche dell’Unione europea”. Sul Fatto di domani leggerete un approfondimento sul malcontento degli agricoltori che si allarga a macchia d’olio e che favorisce l’ascesa dell’ultra destra, come in Germania.


GUERRA ISRAELE-HAMAS, I PARENTI DEGLI OSTAGGI CONTESTANO IL GOVERNO ALLA KNESSET. IL CENTRISTA LAPID AL PREMIER NETANYAHU: “FISSIAMO NUOVE ELEZIONI”. Il premier israeliano Bibi Netanyahu è sempre più alle strette. La sua gestione della guerra ad Hamas, scaturita dal massacro del 7 ottobre compiuto dai fondamentalisti con 1.200 morti e più di 300 ostaggi, scontenta sia gli avversari politici che i parenti di quanti restano rinchiusi nei tunnel della Striscia. Stamattina un gruppo di familiari degli ostaggi ha interrotto i lavori della commissione Finanze, in Parlamento, chiedendo interventi urgenti per il rilascio dei rapiti. Da domenica sera, molte famiglie hanno montato tende di fronte alla residenza a Gerusalemme del premier Netanyahu, per contestargli il suo rifiuto a trovare un accordo con Hamas, dopo quello che a novembre aveva permesso il rilascio di 100 ostaggi in cambio del triplo di detenuti palestinesi. Il premier ha respinto queste critiche, addossando ad Hamas le responsabilità del mancato ritorno degli ostaggi: “Nonostante ciò che si dice, non esiste una vera proposta di Hamas”. Al contrario, Israele ha elaborato una propria “iniziativa”, ha aggiunto Netanyahu, senza però fornire dettagli. Sul piano politico, l’opposizione insiste per nuove elezioni. “Sediamoci, tu e io, e fissiamo una data” ha affermato Yair Lapid, secondo cui il voto è inevitabile: “Alla fine le elezioni ci saranno in ogni caso”. Intanto, la battaglia prosegue: a sud scontri vicini a due ospedali di Khan Younis; secondo fonti palestinesi ci sono stati 50 morti. Sul giornale di domani leggerete altri particolari: il ministro degli Esteri Katz propone una isola artificiale per trasferire i palestinesi di Gaza ma il Consiglio dell’Unione europea lo ignora. E Ben Gvir, il ministro dell’ultra destra radicale (Potere ebraico), avvisa l’alleato Netanyahu: “Se finisce la guerra. il governò cadrà”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Chiara Ferragni, nuova inchiesta a Milano su uova di Pasqua e la bambola Trudi. Chiara Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Milano, con l’ipotesi di truffa aggravata per le uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi lanciata nel 2019. Queste due indagini portano a tre le inchieste sull’influencer, considerando l’indagine sulla presunta beneficenza attraverso il pandoro Balocco.

Agropoli, il marito uccide la moglie e si suicida; in casa anche la figlia di 13 anni. Finisce in dramma l’ennesima lite tra Annalisa Rizzo, 43 anni, e Vincenzo Carnicelli, di 63 anni; quest’ultimo ha ucciso la moglie a coltellate e si è poi tolto la vita. La figlia tredicenne era in casa ma, secondo la ricostruzione dei carabinieri, stava dormendo e non avrebbe assistito al delitto. La coppia aveva intrapreso un percorso di separazione consensuale.

Migranti, il protocollo con l’Albania arriva in Parlamento. La legge di ratifica dell’accordo con Tirana è arrivata alla Camera dei deputati. Poche le presenze in Aula, la discussione è stata rinviata. Durissime le opposizioni, dal Pd ad Avs, da Iv al M5s fino a +Europa, che hanno definito l’accordo “disumano, illegittimo, per lo più impraticabile ed estremamente costoso”.


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Etf sul Bitcoin, così è scattata la trappola per i “polli”

di Nicola Borzi

Doveva essere il Santo Graal per il prezzo del bitcoin: secondo gli “evangelisti” della prima criptovaluta mondiale, l’introduzione degli Etf sul prezzo spot del token teorizzato da Satoshi Nakamoto avrebbe comportato l’esplosione dei corsi grazie all’afflusso in massa di centinaia di migliaia, forse milioni di nuovi investitori che non aspettavano altro che la consacrazione ufficiale di questi fondi passivi da parte delle autorità di regolamentazione finanziaria Usa per investirci miliardi di dollari. Ma dal 10 gennaio, giorno in cui la Sec (il cane da guardia dei mercati finanziari statunitensi) ha approvato – o meglio, è stata costretta da una decisione di un tribunale a non impedire più – la quotazione di alcuni fondi passivi sulla regina delle cripto, nonostante circa 3 miliardi di dollari lordi siano confluiti nei nuovi Etf spot, il prezzo spot del Bitcoin è sceso di oltre il 12,5%.

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