Il Fatto di domani. Ispezioni in 13 procure, Delmastro mostra cosa vuol dire il bavaglio a magistratura e giornalisti. Medio Oriente, il timore che la guerra si allarghi

Di FQ Extra
16 Gennaio 2024

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BAVAGLIO IN ATTO: ISPEZIONI IN 13 PROCURE, PER DELMASTRO HANNO “PARLATO TROPPO” CON I GIORNALISTI. L’ispettorato generale del ministero della Giustizia ha attivato un monitoraggio su 13 procure, da nord a sud “in merito al rispetto del principio della presunzione di innocenza, con particolare riferimento alle conferenze stampa e ai comunicati degli organi inquirenti, nonché ai limiti di pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare”. Tradotto, avrebbero parlato troppo con i giornalisti rispetto alle inchieste. Lo ha dettoAndrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia (Fratelli d’Italia), rispondendo a un’interrogazione parlamentare di Enrico Costa di Azione. Costa è lo stesso parlamentare autore dell’emendamento bavaglio che vuole vietare la pubblicazione delle ordinanze sui giornali fino al primo grado di giudizio (il Fatto ha già annunciato che farà obiezione di coscienza). Secondo Delmastro la stretta servirebbe “a evitare la spettacolarizzazione mediatica della giustizia”. Fonti di governo hanno chiarito poi alle agenzie che i controlli ispettivi erano di routine, non mirati a sanzionare. La stretta, peraltro, non è effetto del governo Meloni, ma della legge Cartabia approvata sotto il governo Draghi, che già sul Fatto avevamo definito “bavaglio” perché obbliga il procuratore capo a mantenere rapporti con i giornalisti “solo attraverso comunicati o conferenze stampa”. L’interrogazione di oggi ha rinsaldato un asse politico ormai consolidato tra centristi e destra di governo per imbavagliare la stampa e proteggere i politici. Sul Fatto di domani approfondiremo il senso di queste ispezioni.


IL 2024 NELLE AULE DI TRIBUNALE: A COSA ASSISTEREMO. Dai processi di cronaca nera a quelli che vedono coinvolti politici, sarà un anno intenso dal punto di vista giudiziario. A Milano si attende il processo a carico di Alessandro Impagnatiello per il femminicidio della sua fidanzata, Giulia Tramontano. E si va verso la decisione sul rinvio a giudizio di Leonardo Apache La Russa, indagato per violenza sessuale. A Brescia potrebbe essere rivisto quello per la strage di Erba. In Piemonte inizierà il dibattimento per la strage del Mottarone e – verosimilmente – quello per la strage di Brandizzo. A Firenze è prevista la sentenza sul caso della Fondazione Open, in Campania quella del processo per bancarotta che vede tra gli imputati Piero De Luca, figlio di Vincenzo. Reati legati all’immigrazione protagonisti in Sicilia: possibile sentenza a Palermo per Matteo Salvini (Open arms); possibile rinvio a giudizio a Ragusa per Luca Casarini e Open arms; stessa attesa per Save The Children e Medici senza frontiere a Trapani. Sul giornale di domani la mappa completa dell’anno giudiziario.


BALNEARI ED EX ILVA: I DOSSIER CHE SCOTTANO. Mentre colpisce sulla giustizia, il governo è pressato dalle scadenze economiche. Ci sono due dossier che scottano e che mettono in discussione i rapporti con l’Europa. Il primo è quello, annoso, delle concessioni balneari. Il nostro Paese è già in procedura d’infrazione per violazione della direttiva Bolkestein, ma oggi scade il termine ultimo concesso dalla Commissione europea per rispondere al parere motivato inviato 2 mesi fa da Bruxelles sulla messa a gara delle spiagge italiane. In base alla risposta del governo, Bruxelles deciderà se procedere o meno alla Corte di giustizia europea. Le gare, com’è noto, il governo non vuole farle, per tutelare gli interessi di una categoria politicamente vicina. I ministeri di Turismo, Infrastrutture, Made in Italy e Affari europei ci lavorano da settimane e hanno promesso di non bucare la scadenza. Per fare pressione, gli imprenditori balneari hanno organizzato un presidio sotto Palazzo Chigi. Il tema non è stato, almeno ufficialmente, all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi, il primo dell’anno. Come non c’è stato neanche il caso Ex-Ilva, che resta ancora drammaticamente aperto. L’impianto di Taranto ormai è moroso e rischia il distacco del gas. Mittal, l’azionista di maggioranza accusato di inazione, si lamenta del fatto che il governo lo voglia fuori dalla direzione, ma non sia disponibile a riacquistare le sue quote. Ma il governo ha pronta una svolta (e oggi al Cdm c’era anche Michele Emiliano). Sul Fatto di domani vedremo come è finito questo ulteriore capitolo della lunga trattativa per salvare l’acciaieria (e i posti di lavoro).


MEDIO ORIENTE, ISRAELE RISPONDE A HEZBOLLAH E BOMBARDA IL SUD DEL LIBANO. L’IRAN COLPISCE BASI CURDE IN IRAQ. Non è più solo uno scontro tra lo Stato ebraico e Hamas. In risposta ai continui attacchi di Hezbollah, la milizia sostenuta dall’Iran in Libano, l’esercito israeliano ha avviato una operazione combinata tra artiglieria e aviazione verso decine di postazioni degli sciiti. A Gaza, la battaglia prosegue. Per le fonti palestinesi i morti sono 24 mila, l’Idf conta 190 caduti dall’inizio dell’operazione, in risposta al massacro firmato da Hamas il 7 ottobre, con 1.200 israeliani uccisi e più di 300 ostaggi, 130 dei quali ancora nelle mani dei fondamentalisti. Sul piano politico, il Consiglio dell’Unione europea ha inserito Yahya Sinwar, leader politico di Hamas, nella lista dei terroristi, con sanzioni immediate per congelare i suoi fondi. L’Iran decide di entrare nella partita e bombarda obiettivi nel Kurdistan iracheno; la versione di Teheran è che in una di queste basi c’era il Mossad, il servizio di intelligence israeliano. Baghdad smentisce. Alta tensione anche nella penisola arabica, dove dallo Yemen gli Houthi prendono di mira le navi occidentali; un cargo greco è stato colpito da un missile. La Shell, scrive il Wall Street Journal, ha deciso di sospendere le spedizioni. Gli Stati Uniti hanno confermato di aver sequestrato al largo della Somalia un carico di missili diretti alla milizia yemenita, sostenuta dall’Iran. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari e un reportage da Reim, in Israele, il luogo dove il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito decine di giovani che partecipavano al festival musicale.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Caso Pedretti, la gogna mediatica si sposta su Lucarelli e compagno. Selvaggia Lucarelli ha pubblicato oggi i messaggi minatori che ha ricevuto da parte di chi la incolpa della morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice trovata senza vita nel Lambro dopo essere finita nelle polemiche per una recensione al suo locale ritenuta falsa. “Di questa signora morta non importa nulla a nessuno. Ognuno la sta usando per banchettare alla sua tavola”, dice Lucarelli in un lungo post su X in cui annuncia che per un po’ si trasferirà solo su Instagram.

Trump ha stravinto nell’Iowa, i Democratici disorientati. Il tycoon ex presidente ha stravinto il primo appuntamento delle primarie repubblicane e sembra sempre più vicino alla ricandidatura. Dove sono i democratici di Joe Biden, invece? Ne parleremo con Lucio Caracciolo.

Guerra Russia-Ucraina, Zelensky a Davos: “Putin deve perdere, dateci l’aviazione”. Il presidente ucraino Zelensky è intervenuto al Forum economico di Davos, in Svizzera. “Abbiamo bisogno che Putin perda. Dobbiamo ottenere una superiorità aerea per l’Ucraina come abbiamo ottenuto quella nel Mar Nero. I partner sanno ciò di cui abbiamo bisogno”. Il presidente russo ha ribattuto a distanza: “Tutti sanno che non ci ritireremo dai territori conquistati”.

Caos nell’AS Roma, Friedkin licenzia Mourinho, subentra De Rossi. La famiglia proprietaria della squadra ha provato l’ultima carta per il rilancio, esonerando “con effetto immediato” il tecnico portoghese pluripremiato. Al suo posto Daniele De Rossi, con un contratto fino a fine stagione.


OGGI LA NEWSLETTER FATTO FOR FUTURE

Nathalie: “La musica parli di ambiente, natura e libertà. Basta intimismo e amore depresso”

di Elisabetta Ambrosi

Tre anni di registrazioni all’aperto, a bordo di un camper trasformato in uno studio ecosostenibile alimentato con pannelli fotovoltaici: così è nato, grazie a un crowdfunding dal basso, Freemotion, l’ultimo album di Nathalie, cantautrice da oltre vent’anni, vincitrice di X Factor 4 nel 2010 e tra i Big di Sanremo nel 2011 con la canzone “Vivo Sospesa”. Ma ad essere ecologici non sono solo i modi di registrazione, perché l’ambiente entra anche nei contenuti, che parlano di natura e di cambiamento possibile, ma anche di libertà intesa come liberazione da sovrastrutture, abusi di potere e meccanicismi imposti. Un album che si chiude con una ninna nanna intima registrata nel bosco, circondata dai suoi suoni e protetta dagli alberi.

(continua a leggere)


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