Il Fatto di domani. Sciopero & manovra: Landini 1 – Salvini 0. Rapporto Caritas, Italia sempre più povera. Agenda rossa di Borsellino e La Barbera, cosa c’è dietro

Di FQ Extra
17 Novembre 2023

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MANOVRA, PIAZZE PIENE CONTRO “IL BULLO SALVINI”. CARITAS: ITALIA SEMPRE PIÙ POVERA. Nel giorno in cui la Caritas scatta una foto impietosa della povertà in Italia, i sindacati riempiono le piazze per il contestato (e precettato) sciopero contro la manovra di bilancio. 60 solo a Roma, ma buona affluenza anche nelle altre città della penisola e anche per l’astensione dal lavoro, che per il settore trasporti ha superato il 70%. Alla faccia della Lega, secondo cui ci sono state “poche adesioni e in particolare nel settore trasporti:uno schiaffo per Landini”. “E’ una risposta di democrazia a chi fa il bullo istituzionale”, tuona Bombardieri della Uil, contro quel Salvini che è andato muso duro contro i sindacati. “La legge di bilancio contiene delle porcherie. Non una delle promesse fatte è stata rispettata. Se vuoi avere rispetto devi fare quello che dici”, ha tuonato Landini concludendo con un laconico: “Questa manovra è un attacco a 360 gradi”. Il tutto mentre arriva il report della Caritas: un italiano su 10, ossia 5,6 milioni, è in uno stato che tecnicamente si definisce di povertà assoluta. La nota tragica è che il 23% degli assistiti dall’Associazione cattolica, sono lavoratori. E uno dei motivi dello scivolamento verso una condizione di vulnerabilità sociale c’è il fatto di diventare genitori. Numeri che, tra l’altro, sono in trend crescente da anni, senza dimenticare il fatto che l’abolizione del reddito di cittadinanza e l’affossamento del salario minimo sono stati un ulteriore colpo alle famiglie in difficoltà. Sul Fatto di domani, oltre a un resoconto dalle piazze e dal report, una parte più politica, visto che né Conte né Schlein hanno partecipato alle manifestazioni di oggi.


UNA NUOVA PISTA PER IL MISTERO DELL’AGENDA ROSSA DI BORSELLINO: UN TESTIMONE ACCUSA LA BARBERA. L’agenda rossa di Paolo Borsellino, dopo la strage di via D’Amelio, potrebbe essere stata a casa dell’ex questore Arnaldo La Barbera. Lo sostiene un testimone (descritto come una persona vicina alla famiglia) ascoltato di recente dalla procura di Caltanissetta. Che sulla base di questa testimonianza ha mandato i carabinieri del Ros a perquisire le abitazioni della moglie e di una delle figlie dell’ex capo della squadra mobile di Palermo, morto nel 2002, quello che aveva coordinato le prime indagini sulla strage di via D’Amelio, depistate dalle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Come scrive oggi Repubblica, l’agenda scomparsa del pm antimafia nelle due case setacciate non è stata rinvenuta, ma sono stati sequestrati molti documenti nell’archivio dell’investigatore ritenuto il regista del depistaggio. Come vedremo sul Fatto di domani, nel decreto di perquisizione si fa anche un’ipotesi sul passaggio di mano della borsa del magistrato antimafia dall’allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli (fotografato notoriamente mentre teneva in mano la borsa del giudice sulla scena dell’attentato) e La Barbera. Com’è noto, la 24 ore di Borsellino è stata restituita alla famiglia dopo mesi dall’attentato (inizialmente era stata dichiarata distrutta) e senza l’agenda. Nella sentenza sul depistaggio, il tribunale di Caltanissetta ha definito il comportamento di La Barbera “inqualificabile”.


I 49 MILIONI DELLA LEGA, LA MANCATA RICHIESTA DI RISARCIMENTO IMBARAZZA LE ISTITUZIONI. Sul Fatto di oggi abbiamo rispolverato la storia dei 49 milioni di euro della Lega: i famosi rimborsi elettorali spariti, su cui è partita un’inchiesta e poi un processo finito con la prescrizione. Abbiamo raccontato che gli uffici legali di Camera e Senato non hanno mai avviato la causa civile per farsi pagare i danni del processo, per cui sono stati dichiarati prescritti Umberto Bossi e l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito (erano stati condannati in Appello a 1 anno e 10 mesi, 3 anni e 9 mesi). L’avvocatura dello Stato di Genova ha già acquisito l’accordo fatto in passato con Lega Nord sulla rateizzazione da 600 mila euro l’anno per ripagare i debiti con lo Stato. Sono debiti che sta pagando il vecchio partito, mentre nel frattempo Matteo Salvini ne ha creato uno nuovo, la Lega per Salvini premier. Per l’ala bossiana dissidente in questo modo si è trasformato la vecchia Lega in una sorta di bad company, svuotata dei beni e tenuta in piedi solo per ripagare un debito rateizzato su 80 anni. Secondo i giudici di Genova Montecitorio e Palazzo Madama avrebbero dovuto avviare già da tempo la richiesta di risarcimento per i danni d’immagine. Ora però il presidente della Camera è il leghista Lorenzo Fontana, al vertice del Senato c’è il decano di FdI Ignazio La Russa, Matteo Salvini è vicepremier e tutta la vicenda provoca un certo imbarazzo politico.


GUERRA IN MEDIO ORIENTE, SUGLI OSTAGGI ISRAELIANI IN MANO AD HAMAS NESSUNA INTESA. L’ONU: “A GAZA MIGLIAIA DI PERSONE MORTE INUTILMENTE”. La marcia dei parenti degli ostaggi catturati da Hamas nel raid del 7 ottobre che ha causato 1.200 morti e 240 prigionieri, è arrivata oggi a Gerusalemme per chiederne a gran voce il rilascio. Non è casuale che il corteo si sia diretto alla residenza che ospita il premier Bibi Netanyahu, considerato il principale responsabile del disastro. Un israeliano su due vorrebbe come primo ministro Benny Gantz, il leader del partito centrista “Unione nazionale”, secondo un sondaggio del quotidiano Maariv; Netanyahu beneficia al momento solo del 29% del gradimento degli elettori. Sulla trattativa per il rilascio degli ostaggi le notizie sono discordanti. Hamas ha pubblicato un video di Arye Zalmanovich, di 86 anni, che è stato rapito nel kibbutz di Nir Oz; le sue condizioni di salute non sono buone. Il movimento islamico assicura di aver trasferito i prigionieri “in centri di cura a causa della gravità delle loro condizioni di salute e per preservare la loro vita”, ma l’ambasciatore israeliano in Russia, Alexander Ben Zvi, in un’intervista a Rossiya-24 è lapidario: “In questo momento non abbiamo alcun negoziato, Hamas li ha interrotti di sua iniziativa e nonostante le richieste non ha mai presentato una lista di chi è nelle loro mani e se è vivo”. Anche il consigliere della sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, conferma: “Non c’è intesa sulle trattative”, e poi sottolinea che non ci sarà nessuna tregua senza la liberazione degli ostaggi. L’Onu, con il presidente dell’assemblea, Dennis Francis, invece insiste: serve una tregua immediata perchè “il bilancio umano dell’assedio di Gaza è indescrivibile. Si teme che non sapremo mai il numero esatto delle vittime, ma è indiscutibile che migliaia di persone sono morte inutilmente”. Nella Striscia, la battaglia continua. Il gabinetto di guerra israeliano ha accolto la richiesta americana di autorizzare l’ingresso quotidiano nel sud di due autocisterne di diesel per il funzionamento della rete idrica e delle fognature. Questa decisione è stata contestata dall’ultra destra religiosa. Scontri a fuoco si registrano ancora nelle zone dove si sono rifugiati i civili, come ospedali e scuole. L’Idf ha comunicato di aver trovato armi e mortai in un asilo e in un istituto elementare. L’Iran, che è uno dei sostenitori di Hamas, ha fatto sapere agli Stati Uniti che non vuole un ampliamento della guerra, ma ritiene che potrebbe essere una conseguenza inevitabile se lo Stato ebraico proseguirà la campagna nella Striscia. Sul Fatto di domani leggerete altri particolari sulla giornata, e un approfondimento sulla situazione in Cisgiordania.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Francia, rilasciato l’agente di polizia che ha sparato a Nahel. Il giudice istruttore incaricato dell’inchiesta ha ordinato la fine della detenzione preventiva per l’agente di polizia, che è stato posto sotto sorveglianza giudiziaria. Immediata la protesta della famiglia.

La scomparsa di Giulia Cecchettin: in un video l’ex fidanzato la colpisce, indagato per tentato omicidio. C’è un video in cui si vedrebbe Filippo Turetta aggredire a mani nude Giulia Cecchettin la notte di sabato scorso, inseguirla e poi caricarla nella sua auto, sanguinante. È uno degli elementi probanti che gli investigatori ritengono di avere in mano e che li hanno portati a indagare il giovane, tuttora irreperebile da domenica, per tentato omicidio. Avanzate le ricerce anche nel lago Barcis.

Il “fattore X” di Morgan fa tremare X Factor. Durante l’ultima puntata del talent show di Sky, Morgan si è imposto come protagonista assoluto per i litigi con i suoi colleghi giudici. Partendo Dargen D’Amico, passando per Fedez (a cui ha dato del depresso) e non dimenticando Ambra, il cantautore ha attaccato la produzione accusandola di favoritismi e ha continuato la polemica sui social. Finché oggi Morgan si è scusato (soprattutto con Fedez).


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO INTERNAZIONALE

Lo scrittore spagnolo Vilas: “Pedro Sanchez è un personaggio a metà tra Fellini e Machiavelli”

di Alessia Grossi

“Pedro Sanchez è un personaggio a metà tra felliniano e machiavellico. Non c’è dubbio che se Machiavelli avesse assistito alle sue ultime prodezze per restare al potere, ne avrebbe tratto un nuovo trattato”. Manuel Vilas, autore e poeta spagnolo ci dà al telefono la sua chiave di lettura personale, ma al contempo universale, e, certamente, non immanente del terzo mandato appena conseguito dal premier spagnolo che ieri ha ottenuto alla Camera la maggioranza assoluta (179 su 176 necessarie) per tornare alla Moncloa. “Volendo sdrammatizzare – vista la tensione sociale che il patto con i catalani per l’amnistia ha creato con le manifestazioni, la polizia schierata al Congresso, mai un’investitura era stata così tesa dalla Transizione… vedo intorno a me un clima drammatico – da scrittore mi affascina la figura di quest’uomo. Sanchez è completamente preso da sé se stesso, si auto-idolatra, vive quest’investitura orgasmica. Questi due giorni di dibattito per la fiducia per lui hanno significato stare di nuovo al centro della scena, lasciarsi ammirare in tutto il suo splendore fisico e la sua eleganza. Ha ottenuto ciò che voleva: il potere”.

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