Il Fatto di domani. Meloni come B.: altro che legge e ordine, la destra libera tutti (i potenti). Ucraina, tentativi di pace sotto le bombe

16 Giugno 2023

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GIUSTIZIA “SALVA CORROTTI”: C’ERA UNA VOLTA LA DESTRA LEGALITARIA. COPPI: “ABOLIRE ABUSO D’UFFICIO? NON UN COLPO DI GENIO”. Il giorno dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla riforma della Giustizia, dedicata a Silvio Berlusconi, arriva la bocciatura dell’ex avvocato del Caimano, Franco Coppi. “Togliere l’abuso d’ufficio vorrà dire che i pm procederanno per corruzione, non mi pare una grande alzata di ingegno”, ha commentato il legale che in passato difese Giulio Andreotti. Non è certo l’unica critica al disegno di legge. Ieri aveva tuonato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, con appunti dello stesso tenore sull’abolizione dell’abuso d’ufficio. Ma il ddl va ben oltre. Prevede modifiche al reato di traffico d’influenze; una stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni e il divieto di trascrivere nei brogliacci le parole di terze persone; l’impossibilità per il pubblico ministero di appellare le sentenze d’assoluzione; l’obbligo di interrogare gli indagati prima di decidere sugli arresti cautelari, con un preavviso di 5 giorni. Problema: dichiarare l’arresto prima di eseguirlo, potrebbe incentivare fughe e latitanze. Con un paradosso: la riforma salva ladri è benedetta da una parte della destra, capeggiata da Meloni, con un passato fieramente legalitario. Sul Fatto di domani racconteremo il tempo in cui certa esponenti della maggioranza rivendicavano con orgoglio la lotta alla corruzione difendendo perfino i giornalisti che pubblicavano intercettazioni. Poi metteremo in fila tutte le notizie che nessuno avrebbe mai letto, se fosse in vigore il ddl Nordio. Insieme al procuratore di Potenza Francesco Curcio, faremo luce sulle (nefaste) conseguenze della riforma nel nome di Berlusconi.


TAJANI “TRAGHETTATORE” E IL DESTINO DI FORZA ITALIA: MELONI FA COME SILVIO (TRANNE SULLA GUERRA). Mentre il governo allenta ogni controllo sui reati della pubblica amministrazione – fedele alla linea di Arcore – Forza Italia lotta per la sopravvivenze, orfana del suo leader (e padre padrone). Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assunto la carica di presidente pro tempore del partito. Sarà lui il numero uno, con il compito di guidare gli azzurri fino al congresso, dove si deciderà il destino di Forza Italia e il possibile erede al trono. Nell’attesa, la linea arriva dalla primogenita Marina (con la “quasi” moglie Marta Fascina da consigliera): sostenere il governo Meloni, almeno fino alle elezioni europee. Del resto, la destra ha già ammainato la bandiera legalitaria per sposare l’agenda Berlusconi (tranne che sull’Ucraina). La prossima scadenza per Forza Italia sarà il voto regionale in Molise, dove gli azzurri correranno con il nome Berlusconi inciso nel simbolo. Intanto, nel partito, affilano le armi Licia Ronzulli e i suoi seguaci. Il feeling tra Meloni e la capogruppo di Palazzo madama non è mai decollato. E non sono un mistero gli amorosi sensi tra l’ex “badante” di Berlusconi e Matteo Salvini. Meloni, da par suo, vuole tenere in vita Forza Italia come “stampella” centrista del governo, evitando esodi verso il Carroccio o Matteo Renzi. Ha buone carte in mano: ad esempio, il Golden power nel caso i francesi di Vivendi – azionisti Mediaset – si mostrassero ostili alla Real casa del Biscione. Sul Fatto di domani vi racconteremo le trame sotto traccia nel partito orfano di Silvio.


UCRAINA, MISSILI RUSSI SULLA MISSIONE DI PACE AFRICANA A KIEV. PUTIN: “ZELENSKY TRASCINA NATO IN GUERRA”. Continuano i combattimenti sul fronte ucraino, mentre piovono bombe russe su Kiev durante la visita del presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa. Scopo della missione è la proposta di un piano di pace messo a punto dai leader africani, da illustrare prima a Zelensky poi a Putin, a San Pietroburgo venerdì. Le bombe del Cremlino non hanno certo disteso gli animi: “Un messaggio chiaro alla missione di pace”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov fa sapere come Mosca sia interessata a discutere ogni soluzione. Ma lo zar rinfocola i timori di un allargamento del conflitto – “La Nato viene trascinata nella guerra in Ucraina” – e accusa Zelensky – “una disgrazia per il popolo ebraico”-. Da San Pietroburgo, durante il Forum economico, Putin omaggia Berlusconi con un minuto di silenzio, ringraziandolo per aver “migliorato le relazioni tra Russia e Nato”. Intanto, Mosca prova a rafforzare i confini nei 4 territori annessi lo scorso anno, con l’annuncio di elezioni locali il 10 settembre. Dagli States, il segretario il segretario della Difesa, Lloyd Austin, si mostra fiducioso sulle possibilità della controffensiva Ucraina: “Le forze di Kiev hanno mostrato grandi capacità e professionalità, questa è una maratona non uno sprint”. Sul Fatto di domani vi racconteremo la giornata di negoziati e di battaglia sul campo.


NAUFRAGIO DI PYROS, LA GUARDIA COSTIERA CAMBIA VERSIONE. DI CHI ERANO LE RESPONSABILITÀ DEL SOCCORSO IN MARE. C’è una nuova versione della guardia costiera greca, sul naufragio che ha provocato la morte certa di 79 persone e la scomparsa probabile di almeno altre 600, nel peggiore naufragio degli ultimi anni nel mediterraneo. Prima una fonte anonima al quotidiano Kathimerini, poi un comunicato ufficiale dell’autorità marittima ellenica ha confermato che un’imbarcazione dei guardacoste “poco prima delle 23” hanno approcciato il peschereccio carico di migranti e li avrebbe informati con gli altoparlanti che erano in pericolo e che non sarebbero riusciti a raggiungere le coste italiane causa sovraccarico, agganciando poi la barca con una corda per controllare le condizioni all’interno. Tutto ciò sarebbe accaduto due ore prima del ribaltamento. La versione ufficiale del governo di Mitsotakis aveva detto che i migranti avrebbero rifiutato l’aiuto. Ricostruzione smentita dalle Ong di ricerca e soccorso, tra tutte Alarm Phone, che chiedono di fare chiarezza. Come anche migliaia di persone scese in piazza oggi ad Atene. Intanto però i governi e l’Ue puntano il faro solo sugli scafisti, tralasciando le responsabilità istituzionali. Sono diventati 12 gli arrestati con l’accusa di traffico, tra i 100 superstiti del naufragio, mentre la commissaria Ue per gli Affari interni, Ylva Johansson dà la colpa a chi “manda le persone a morire” sui barconi. Sul Fatto di domani leggerete a questo proposito un’intervista con Juan Matias Gill, capo missione di Medici senza frontiere con cui chiariremo obblighi e responsabilità di guardia costiera e Stati.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Francia, vietato manifestare per i No tav. Secondo le autorità i pericoli arrivano “dalla presenza di elementi radicali”. Gli oppositori hanno annunciato un ricorso. Tra gli organizzatori anche il sindaco di Grenoble e la deputata di La France Insoumise, Mathilde Panot.

Berlusconi, italiani critici sul lutto nazionale. Secondo alcuni sondaggi, una larga fetta di italiani è contraria alla proclamazione del lutto nazionale per la morte dell’ex premier. Sul Fatto di domani, i numeri e il commento.

Gli youtuber e il bimbo morto per la sfida social. Perquisizioni a casa del 20enne Matteo Di Pietro – alla guida del Suv Lamborghini che si è schiantato sulla Smart – e nella sede della società degli youtuber The Bordeline. Gli inquirenti hanno disposto l’analisi dei cellulari dei 4 ragazzi a bordo del veicolo.


OGGI LA NEWSLETTER IL FATTO INTERNAZIONALE

Trump, Berlusconi e la capacità di spaccare una nazione in due

di Antonella Ciancio

Come in un gioco di porte scorrevoli che li accompagna da sempre, Donald Trump e Silvio Berlusconi sono entrati nella storia questa settimana. Il tycoon è diventato il primo ex presidente americano imputato in una corte federale. Berlusconi è deceduto lunedì scorso all’età di 86 anni. Il confronto tra i due leader politici abbonda nella stampa straniera. La discesa in campo da imprenditori, i guai giudiziari, il culto della personalità, la demagogia, le gaffes, l’uso sprezzante dei media, i conflitti di interessi, i matrimoni e i tradimenti, l’aver diviso l’opinione pubblica lasciando un segno per generazioni a venire. Di fatto, ogni volta che Trump accusa i magistrati di “caccia alle streghe” e persecuzione a fini politici ritornano alla mente le parole di Berlusconi.

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