L’allarme è massimo, specie per come è messa la legislatura. Appesa alle intemperanze di Matteo Salvini e soprattutto a Giuseppe Conte che è accreditato di voler far saltare il banco il 21 giugno quando Mario Draghi andrà al Senato per le comunicazioni al parlamento in vista del Consiglio europeo. E così già si mettono le mani avanti: nel caso scatti il trappolone, c’entra la Russia, Putin e soprattutto i putiniani d’Italia smascherati dal Corriere della Sera che ha rivelato i contorni del dossier elaborato dai nostri servizi segreti su giornalisti, lobbisti, manager e parlamentari venduti alla causa di Mosca. E soprattutto la rete della disinformatia che avrebbe come vero bersaglio Draghi, la cui maggioranza ha ben tre leader, Salvini, Berlusconi e Conte, che – secondo il Corsera – non si sono schierati senza se e senza ma con l’Ucraina. E che si nutre di messaggi di propaganda, un “bombardamento di messaggi anti-governativi e filo-putiniani che aumenta in corrispondenza dei passaggi politicamente decisivi. Così è stato quando si è votato la prima volta sull’invio di armi e così sarà il 21 giugno, quando si voterà la risoluzione sulla guerra invocata dal M5S di Conte”.
Una rete filo-Putin che si attiverebbe sui social da Twitter a Tik Tok, facendo partire la controinformazione, attaccando i politici schierati con Kiev e sostenendo chi porta avanti le tesi favorevoli alla Russia e che allarma gli apparati di sicurezza perché tenta di orientare, o peggio boicottare, le scelte del governo.
Le forme di disinformazione e ingerenza straniere sono affare delicato se è vero che il Copasir ha addirittura aperto un fascicolo di indagine alimentato grazie alle informative degli 007. Che per molti rappresenta un cambio di paradigma per lo stesso Comitato parlamentare, deputato per legge a verificare in modo sistematico e continuativo, che l’attività del Sistema d’informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto della Costituzione e delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni.
Nella nuova prospettiva, il Comitato sta raccogliendo elementi sulla segnalazione giunta dall’intelligence che nei confronti dell’Italia sarebbe in corso una vera e propria opera di infiltrazione: finora sarebbero state raccolte una serie di note acquisite durante le audizioni del capo del Dis Elisabetta Belloni a cui è stato anche chiesto di chiarire la passata collaborazione di Orsini con il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza: nessun mistero, solo imbarazzo perché la collaborazione fu attivata per volontà di Marco Minniti, allora sottosegretario con delega ai Servizi, che lo inserì tra i 19 membri della Commissione di studio sul fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista, coordinata da Lorenzo Vidino.
All’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes è stato invece chiesto se abbia sentore di incrostazioni filoputiniane nell’azienda di servizio pubblico che dopo le polemiche ha cancellato il compenso dello stesso Orsini “ritenendo opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca”.
Ma gli osservati speciali sono in Parlamento: dopo il pentastellato Vito Petrocelli sostituito alla commissione Esteri del Senato con Stefania Craxi, gli occhi son puntati sulle mosse del 21 giugno dei pentastellati di Conte.
La pratica Matteo Salvini è stata già sistemata: l’idea di volare a Mosca per incontrare Putin ha mandato su tutte le furie Mario Draghi e ora si muove anche il Copasir. Ma a quanto pare solo per venire a capo delle attività del consigliori di Salvini, l’avvocato Capuano “che ha affermato di mantenere rapporti consolidati con le ambasciate di alcuni Paesi, Russia e Cina, che esercitano una strategia di pressione e condizionamento”, ha spiegato il presidente del Comitato parlamentare Adolfo Urso. E Salvini? Sul viaggio annullato sarà sul tavolo dei membri del Copasir entro pochi giorni la relazione del sottosegretario Franco Gabrielli che giura: il capo della Lega non è stato oggetto di attività d’investigazione e informazione da parte dei servizi.