Il Fatto di domani. Russiagate, al Copasir caso chiuso: perché i renziani hanno cambiato idea su Conte. Ucraina: la Germania si riposiziona facendo infuriare Zelensky

Di FQ EXTRA
20 Aprile 2022

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MARIUPOL, NESSUNA RESA. MOSCA TESTA NUOVO MISSILE INTERCONTINENTALE. L’ultimatum è scaduto alle 14, ma non c’è stata alcuna resa da parte delle forze ucraine asserragliate nell’acciaieria Azovstal. Il sindaco della città è tornato a chiedere alla popolazione di allontanarsi in fretta e ha annunciato sui social l’apertura di corridoi umanitari per l’evacuazione, ma non sarebbe la prima volta che i russi disattendono gli impegni presi. Del resto, hanno annunciato che il 9 maggio, giorno in cui Mosca celebra l’anniversario della vittoria sui nazisti, proprio a Mariupol si terrà una grande parata militare. Si continua a combattere anche altrove: secondo fonti ucraine, sarebbe stato distrutto l’ospedale di Mykolaiv, mentre l’esercito di Mosca starebbe tentando un’avanzata verso la città di Zaporizhzhia. La Russia ha detto anche di aver testato con successo un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat. Sul fronte diplomatico, invece, qualcosa forse si muove nuovamente. Kiev ha ricevuto le proposte russe sui negoziati tra i due Paesi e le sta studiando. Il ministero degli Esteri che fa capo a Putin ha chiesto a Zelensky di “cominciare a cercare accordi realistici”. E Israele si è detto pronto a ospitare un eventuale incontro tra i due presidenti. Intanto, secondo la Difesa americana, l’offensiva nel Donbass sarebbe in una fase di stallo. Sul Fatto di domani vedremo qual è la reale situazione sul campo e chi sta tentando di sabotare davvero le iniziative diplomatiche.

LA CORSA AL RIARMO: TUTTI PRONTI, TRANNE LA GERMANIA. Dal canto suo, il presidente ucraino continua a chiedere armi all’Occidente. E una prima risposta arriva dall’amministrazione Usa: secondo alcuni quotidiani americani, si starebbe preparando un altro pacchetto di armi da 800 milioni di dollari da inviare a Kiev nei prossimi giorni. Eppure Biden non avrebbe il pieno controllo né sulla logistica né sull’effettivo utilizzo degli armamenti da parte degli ucraini. Sul giornale di domani vedremo che, da noi, è quasi pronto il decreto interministeriale che sancirà, senza passare dal Parlamento, il nuovo invio di armamenti. Gli unici che sembrano essersi riposizionati, non a caso suscitando le ire di Zelensky, sono i tedeschi. Nonostante quanto dichiarato oggi dall’ambasciatore tedesco in Italia (“Abbiamo fornito armi importanti, persino missili: la Germania sta facendo tantissimo per l’Ucraina”), le intenzioni del cancelliere tedesco Scholz vanno in un’altra direzione. Tra i delusi non c’è solo l’Ucraina, ma anche i partner di coalizione della Spd: Verdi e Fdp, che invece si erano spesi per l’invio di armi pesanti a Kiev. Sul giornale vedremo cosa sta accadendo a Berlino.

IL FRONTE ITALIANO DEL NO. Domenica 24 aprile si svolgerà la tradizionale marcia della Pace Perugia-Assisi. Tra le tante organizzazioni presenti, ci sarà anche una delegazione della Cgil, guidata dal segretario Maurizio Landini: “Continueremo a essere in piazza per sostenere ogni iniziativa che possa portare a una soluzione politica e negoziata del conflitto in Ucraina e in tutte le altre regioni del mondo in cui sono in corso conflitti armati”. Sul Fatto di domani, e sulla pagina Extra del fattoquotidiano.it nella sezione video, potrete leggere o guardare la nostra intervista al priore della comunità francescana di Assisi, padre Marco Moroni.

RUSSIAGATE, BARR E IL COPASIR: ABBIAMO SCHERZATO. La giornata si era aperta con la richiesta dei renziani, che da giorni attaccano Conte, di audire nuovamente l’ex premier sul caso dell’incontro, il 15 agosto 2019 a Roma, tra l’ex direttore generale del Dis, Gennaro Vecchione, e una delegazione statunitense guidata dall’allora segretario Usa alla Giustizia William Barr . “Incompetente e incapace di conoscere le regole del gioco”, l’attacco del leader di Italia Viva al suo successore. E invece la stessa giornata si è chiusa con una nota dello stesso presidente del Copasir, Adolfo Urso: “Il Comitato, nell’odierna seduta, ha constatato che non vi sono elementi di novità tali da richiedere ulteriori approfondimenti”. Sempre Urso in mattinata aveva dichiarato: “Se Renzi ha altre notizie, evidentemente da lui dobbiamo partire”. Sul giornale di domani capiremo cos’è successo, visto che il “caso chiuso” ha trovato d’accordo tutti i componenti del Copasir, renziani compresi.

AL VIA IL PROCESSO A DAVIGO: “HO FATTO SOLO IL MIO DOVERE”. Prima udienza a Brescia del processo sul cosiddetto “caso Amara”, che vede sul banco degli imputati Pier Camillo Davigo. Sono state ammesse le riprese televisive, ma anche tutti i testimoni, quasi 30. In aula l’ex consigliere del Csm ha rilasciato dichiarazioni spontanee: “Ho fatto il mio dovere nelle uniche forme in cui andava fatto. Mi viene contestata la rivelazione di segreto di ufficio al vicepresidente del Csm ma non di aver detto le stesse cose al primo presidente della Corte di Cassazione: perché è lecito se lo dico a Curzio e illecito se lo dico a Ermini? Questo il pubblico ministero deve spiegarmelo”. “Vorrei sapere perché comportamenti identici a volte vengono considerati reati e altri no”, ha aggiunto una volta fuori dall’aula Davigo, che non si è opposto alla presenza delle telecamere in aula per “una vicenda che reputo molto importante per l’opinione pubblica”. Sul giornale di domani la cronaca di Gianni Barbacetto.


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