Il Fatto di domani. Speciale Ucraina: la guerra di Putin arriva alle porte di Kiev. L’Occidente diviso sulle sanzioni

Di FQ EXTRA
24 Febbraio 2022

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Il punto

di Salvatore Cannavò

Dopo la decisione di invadere la Russia, i caccia di Mosca hanno condotto una campagna aerea e missilistica per disarticolare la catena di comando e delle capacità di difesa aerea ucraine. Da fonti militari risulta che la resistenza ucraina non sia stata inefficace con l’abbattimento di almeno 4 caccia russi. Le forze armate di Putin sono entrate comunque da nord, est e sud, hanno occupato anche l’ex centrale nucleare di Chernobyl e secondo l’intelligence britannica punterebbero direttamente a Kiev dove è stato bombardato l’aeroporto. Il segretario della Nato, Stoltenberg ha condannato l’attacco, come tutti i paesi occidentali, ma ha garantito che l’Alleanza atlantica non interverrà direttamente. La reazione internazionale, mentre Kiev chiede la rottura di ogni relazione diplomatica, sembra quindi concentrarsi sulle sanzioni.

Il vertice europeo che dovrà approvarle è convocato alle 20, si parla di pesanti sanzioni finanziarie, ma non energetiche. Lo scontro è soprattutto sul sistema di pagamenti internazionali Swift da cui la Gran Bretagna vorrebbe escludere la Russia mentre la Germania è contraria. L’Onu dovrebbe approvare una risoluzione del Consiglio di sicurezza di condanna dell’attentato e anche la Cina ha preso le distanze da Mosca. Putin, però, con molta faccia di bronzo, ha assicurato di non voler rompere i contatti con la comunità economica globale e ha anche proposto un tavolo di dialogo all’Ucraina.

In Italia si è riunito, sotto la presidenza di Sergio Mattarella, il Consiglio nazionale di difesa che ha ribadito la condanna dell’attacco, la richiesta del ritiro delle truppe e la salvaguardia dell’integrità territoriale ucraina, ma anche la necessità di agire con “forza e lungimiranza per ristabilire il primato del diritto internazionale”.


LA GUERRA DI PUTIN ALLE PORTE DI KIEV. Oggi, alle 4,27 ora italiana, un video del presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l’inizio dell’offensiva contro l’Ucraina. Una manovra a tenaglia condotta mentre era ancora in corso il consiglio straordinario dell’Onu sulla crisi nella regione. L’attacco è arrivato via terra, dai confini con Russia, Bielorussia e dalla regione della Crimea, e via mare, le truppe di Mosca sono sbarcate a Odessa, città portuale sul Mar Nero. In molte città, compresa la capitale Kiev, sono piovuti missili e bombe su obiettivi sensibili ma anche civili. Secondo l’esercito ucraino, dall’inizio della giornata sono stati registrati oltre 200 bombardamenti e 7 violazioni dei valichi di frontiera. Nel Paese vige da oggi la legge marziale e il coprifuoco notturno. Si dà notizia delle prime vittime civili: 4 persone sarebbero morte dopo un bombardamento di un ospedale a Donetsk, nel Donbass. Esplosioni sono state registrate anche nell’ex centrale nucleare di Chernobyl, conquistata poi dai russi (il governo ucraino smentisce siano stati danneggiati i depositi radioattivi). È la guerra di Putin, che punta a decapitare la presidenza filo-occidentale di Zelensky, magari per tornare alla situazione precedente al 2014 quando una rivolta popolare ha destituito il presidente filo-russo Yanukovych. Per Putin si tratta di “de-nazificare” l’Ucraina, il presidente Zelenksy ha rispedito l’accusa al mittente: “Ci hanno attaccati a tradimento come fecero i nazisti”. Il Paese si è mostrato impreparato di fronte all’invasione, nonostante l’esercito nazionale sostenga di aver aver risposto all’offensiva abbattendo aerei ed elicotteri, oltre a decine di soldati. Si combatte nei pressi di Kiev: i russi avrebbero conquistato posizioni a 30 km dalla capitale, ed è chiaro che puntano al palazzo presidenziale. Molti abitanti di Kiev hanno tentato la fuga, molti altri si sono rifugiati nelle stazioni della metropolitana, convertite in rifugi anti aerei. Sul Fatto di oggi abbiamo seguito l’evolversi della situazione ora per ora con una cronaca audio da Kiev, della nostra inviata Roberta Zunini (qui il podcast con le corrispondenze). Su Fq Extra c’è anche la mappa delle azioni militari russe riportate finora.

LE REAZIONI DEL MONDO: L’OCCIDENTE CONDANNA MA NON MANDA SOLDATI. SANZIONI SENZA GAS. La reazione dell’Occidente è di ferma condanna, ma non c’è stata escalation militare. “La guerra è in Europa” ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. L’Alleanza non invierà truppe in Ucraina, ma rafforzerà il fronte dell’est. Il presidente americano Biden denuncia una scelta che porterà a “una catastrofica perdita di vite umane e sofferenze”, e ha riunito il consiglio di sicurezza. Il Pentagono ritiene che l’invasione avrà varie fasi. Il premier britannico Johnson ha annunciato che saranno messe al bando tutte le banche russe dal mercato finanziario della City e anche Aeroflot. L’orientamento generale è intensificare le sanzioni contro Mosca, colpendo i settori strategici ma, per ora, escludendo il gas. Ci sarebbero divisioni anche sull’idea di espellere la Russia dal sistema dei pagamenti bancari Swift, e Putin ha già dichiarato che il suo Paese è pronto a resistere e rispondere “con inevitabili atti di rappresaglia” alle ritorsioni economiche. Il presidente russo ha anche affermato che all’Occidente “non conviene sanzionarci” perché il Paese è parte integrante del sistema economico globale. In effetti, come vedremo sul Fatto di domani, i dati economici della Russia mostrano che Mosca si stava preparando alla guerra. Mentre l’occidente condanna duramente, Pechino ha fatto sapere di “comprendere” le preoccupazioni russe per la sua sicurezza. La guerra ha travolto anche i mercati. Le borse sono andate a picco, Milano ha perso il 4%, Mosca ha bruciato 180 miliardi, mentre il prezzo del petrolio ha sfondato i 105 dollari al barile e quelli gas ssui mercati future sono schizzati del 41%. L’oro ha toccato i massimi un anno. Alcune sanzioni potrebbero avere un effetto boomerang sulle economie dei Paesi occidentali. In diverse città del mondo, dalla Svizzera a Roma alla stessa Mosca, le persone sono scese in strada per chiedere la fine delle ostilità.

LA POSIZIONE DELL’ITALIA NELLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE. Mario Draghi nel pomeriggio ha partecpiato con il resto del governo partecipato al Consiglio supremo di difesa nazionale, convocato al Quirinale e presieduto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da cui è emersa una ulteriore condanna delle azioni russe e la richiesta della cessazione delle ostilità e di ritiro delle truppe. Draghi poi è partito per Bruxelles e riferirà in parlamento domani, mentre stamattina in un discorso ha confermato la rottura del dialogo diplomatico con la Russia (“ora il dialogo è impossibile”, ha scandito Draghi), le stesse parole pronunciate ieri dal ministro degli esteri Luigi Di Maio in aula. La politica, chiaramente, ha congelato le polemiche e si è allineata nel sostegno all’azione del governo. Curiosità, la guerra ucraina ha avuto anche altri effetti: Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni dal board della società di car sharing russa Delimobil, secondo quanto scrive il Financial Times.


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