Il Fatto di domani. Quirinale, la spunta B.: “è il candidato del centrodestra”. Covid, il Cts dice no al “ritocco” del bollettino dei contagi

Di FQ EXTRA
14 Gennaio 2022

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QUIRINALE, B. SI IMPONE SUGLI ALLEATI: “È IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA”. Alla fine il Caimano l’ha spuntata. Il vertice di Villa Grande, la dimora romana di Silvio Berlusconi, si è concluso con un comunicato che definisce B. la figura adatta per il Quirinale in questo momento difficile, e gli chiede di sciogliere la riserva. Alla riunione, durata un paio d’ore, c’erano tutti: Matteo Salvini, Giorgia Meloni, il gotha di Forza Italia e Gianni Letta, oltre che i dirigenti dei partiti centristi minori, dall’Udc di Lorenzo Cesa a Coraggio Italia di Toti e Brugnaro, fino alla micro-formazione di Maurizio Lupi. Gli alleati di peso, Lega e Fratelli d’Italia, hanno dovuto mettere da parte il loro mal di pancia per una candidatura su cui Pd e Movimento 5 Stelle hanno messo il veto e che difficilmente avrà la maggioranza. Il Pd ha comunicato subito la sua “delusione” per la scelta del centrodestra. Ma come vedremo sul Fatto di domani ci sarebbe un’alleanza tra Gianni Letta e suo nipote Enrico, segretario del Pd, per trovare un’alternativa a Berlusconi. Letta senior, infatti, durante la visita alla camera ardente di David Sassoli di ieri ha detto che per il prossimo Capo dello Stato occorre unire tutto l’arco parlamentare. Sul giornale di domani non soltanto racconteremo il vertice del centrodestra di oggi, andando oltre le dichiarazioni ufficiali, ma capiremo quali sono le chances di B. per il Colle. Contro l’elezione di B. al Quirinale prosegue la nostra petizione su Change.org, che ha superato 225 mila firme. Domani pubblichiamo anche un’altra puntata della storia di B. firmata da Marco Travaglio. Storia di B. è anche un podcast gratuito, ascoltabile sul sito del Fatto e sulle piattaforme podcast.

COVID, IL CTS DICE NO AL “MAQUILLAGE” DEI RICOVERI. Il giorno in cui il Comitato tecnico scientifico doveva decidere se allentare il sistema di monitoraggio dell’epidemia in Italia è cominciato con un piccolo giallo. In mattinata è stata diffusa la notizia secondo la quale il ministero della Salute aveva accettato di modificare il bollettino Covid, scorporando i ricoverati asintomatici con altre patologie, ma che poi però è stata smentita. La richiesta era stata avanzata dalle Regioni per annacquare i bollettini ed evitare un indesiderato passaggio in zona arancione o rossa, ma il Cts oggi ha bocciato l’idea e ha chiesto che il bollettino resti invariato sui dati delle ospedalizzazioni, come su tutto il resto. Ieri si era espresso allo stesso modo anche l’Istituto superiore di sanità. La Federazione dell’ordine dei medici spiega che sarebbe sbagliato non considerare gli asintomatici in ospedale perché tutti i positivi nei reparti ordinari e nelle intensive, comunque li si conteggi, rappresentano un carico per gli ospedali e portano allo stremo i professionisti. E poi anche gli asintomatici possono contagiare. Secondo gli esperti, anzi, il bollettino non va ridotto ma arricchito di altri dati. I positivi nelle ultime 24 ore sono più di 186 mila e continuano ad aumentare i morti, che oggi sono 360.

LA SCUOLA IN ASSENZA: “IL 15% DELLE CLASSI GIÀ IN DAD”. A quattro giorni dalla ripresa ufficiale delle scuole, con il protocollo-rebus varato dal governo e dal ministro dell’Istruzione Bianchi, il sindacato autonomo dei docenti Gilda pubblica un’analisi impietosa. La didattica a distanza è già una realtà nel 15% delle classi. E in alcune realtà scolastiche si raggiungono punte del 30% di assenze di docenti e personale scolastico. “La scuola italiana naviga a vista nel mare di Omicron”, scrive il sindacato nel suo report. E le norme volute dal governo rendono il puzzle ancora più complicato, oltre al fatto che gli ordini delle mascherine Ffp2 sono in ritardo, come abbiamo scritto sul giornale di oggi. Sul Fatto di domani faremo un viaggio da Nord a Sud dell’Italia, raccontando cosa sta accadendo nei nostri istituti attraverso alcuni casi emblematici.

BOLLETTE, IL GOVERNO È IN RITARDO E LE AZIENDE INCASSANO. Il dibattito sulla necessità di intervenire per calmierare i rincari dei prezzi del gas e dell’energia in Italia non si spegne. Anche oggi la Lega, il M5S e il Pd hanno continuato a chiedere uno scostamento di bilancio per sbloccare risorse per fermare la stangata. Da Palazzo Chigi fanno sapere che il governo sta lavorando a nuove misure, che però probabilmente non arriveranno prima della fine di gennaio (c’entra anche l’imminente voto per il Quirinale). Intanto però, in Francia, dove l’allarme rincari è fortissimo e c’è anche il timore di blackout invernali, il governo ha imposto al fornitore nazionale Edf un prezzo calmierato e ha garantito che gli aumenti non supereranno il 4%. Da noi al momento si parla di dieci volte tanto. Sul giornale di domani vedremo anche quanto stanno guadagnando dai rincari energetici le aziende che forniscono energia in Italia.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

L’assassino di Bob Kennedy resta in carcere. Il governatore della California ha negato la libertà vigilata al giordano condannato per l’omicidio del fratello di Jfk, recluso da 53 anni. La famiglia si era spaccata sulla sua liberazione.

Il prossimo Sanremo. I critici hanno potuto ascoltare le 25 canzoni candidate al per la 72esima edizione del festival della canzone italiana: domani le nostre pagelle.

Che c’è di Bello. Nel nostro inserto culturale del sabato questa settimana parliamo, tra le altre cose, del film È andato tutto bene di François Ozon, di Italo Calvino che legge Shakespeare, del romanzo Corpi celesti di Jokha Alharthi e del saggio Mercanti di verità di Jill Abramson.


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Vittorio Feltri e Andrea Crisanti ospiti di Accordi&Disaccordi stasera alle 22.45 su Nove. Con Marco Travaglio

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