Il Fatto di domani. Covid, via alla terza dose ma si buttano i vaccini. Giallorosa alla prova del voto: intervista a Gaetano Manfredi

Di Il Fatto Quotidiano
20 Settembre 2021

SI DISCUTE DI TERZA DOSE, MA SI BUTTANO I VACCINI. Un primo studio arriva da Israele: la terza dose di siero anti-Covid funziona davvero, riportando l’efficacia di Pfizer al 95%. E la notizia giunge nel giorno in cui in Italia cominciano le somministrazioni per le fasce a rischio o per gli operatori sanitari. Nelle stesse ore arriva dagli Stati Uniti un altro annuncio: il vaccino – sostengono BioNtech e Pfizer – sarebbe sicuro nella fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni (anche se con un dosaggio inferiore). Sono stati “arruolati” per la sperimentazione fino a 4.500 bambini negli Stati Uniti, Finlandia, Polonia e Spagna (tra loro il figlio del virologo italiano Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta). I risultati definitivi degli studi si avranno a fine anno, e infatti i pediatri ci vanno molto cauti. Da noi il commissario Figliuolo magnifica i ritmi della campagna: “Siamo già all’82% di vaccinati e andiamo avanti”. Oltre 3 milioni di over 50 ancora non hanno fatto neanche una dose, ma su questo punto il Commissario se la cava con “un accorato appello agli esitanti”. Tutto bene? Sì, ma per chi se lo può permettere. Airfinity, una società di analisi e informazione scientifica, ha reso noto, infatti, che oltre cento milioni di dosi scadranno nel mondo a fine anno. Oltre il 40% di questi vaccini si trova nei Paesi dell’Unione europea: se si procedesse immediatamente alla loro distribuzione si riuscirebbe a vaccinare il 70% della popolazione nei Paesi a medio e basso reddito. Qui i numeri odierni dei contagi.

GIALLOROSA, DOVE L’ALLEANZA FUNZIONA. “A Torino non appoggeremo il Pd al secondo turno” aveva detto l’ex sindaca Chiara Appendino al Fatto, concetto ripetuto anche da Virginia Raggi per quanto riguarda il voto a Roma. Ne parleremo con il candidato dei giallorosa a Napoli, Gaetano Manfredi, un Comune, quello partenopeo, dove l’accordo tra 5 Stelle e dem è realtà. Ma sul giornale di domani ci occuperemo anche di quei Comuni – e sono decine – dove i due partiti correranno insieme.

GKN: IL TRIBUNALE DÀ RAGIONE AI LAVORATORI. Dopo la marcia dei 20 mila di sabato scorso, i lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio hanno incassato oggi una prima vittoria. Il tribunale di Firenze ha annullato la procedura di licenziamento di 422 addetti, avviata dall’azienda Gkn per violazione della condotta sindacale. L’azienda, dice la sentenza che risponde al loro ricorso, ha tenuto all’oscuro i sindacati del suo piano di riduzione dell’organico. L’azienda si è adeguata, revocando gli esuberi con effetto immediato e ha mandato i suoi legali al tavolo convocato oggi al ministero dello Sviluppo economico. Il segretario del Pd Enrico Letta ha twittato: “La decisione del giudice conferma quello che pensavamo”. Però è un dato di fatto che finora il suo partito non ha parlato molto, anzi quasi per niente, di lavoro. I Dem, 5 Stelle e Leu hanno colto l’occasione per chiedere un’iniziativa contro le delocalizzazioni selvagge. Ecco appunto, che fine ha fatto la norma per sanzionare le aziende che spostano la produzione all’estero? Alla fine è stata annacquata per intervento del leghista Giorgetti, rispecchiando la volontà di Confindustria. Del titolare dello Sviluppo economico i sindacati dicono che è “politicamente assente”. Sul Fatto di domani partiremo dal caso Gkn per vedere che fine ha fatto il decreto delocalizzazioni. Questa non è l’unica vertenza che scotta, al momento. C’è la Whirlpool, su cui Giorgetti si è limitato a dire: “Speriamo di dare risposte positive nel più breve tempo possibile”. Poi c’è la potenziale bomba Alitalia-Ita: oggi si registra una rottura totale tra la nuova azienda e i sindacati: Ita ha detto che intende andare avanti unilateralmente sul suo piano. Dopo il nulla di fatto dell’incontro i sindacati sono andati a manifestare sotto la sede di Ita a Roma.

NESSUNO TOCCHI IL CATASTO. Quando si parla di lavoro ed equità sociale c’è un altro tema che è stato sfiorato, e subito allontanato, nelle ultime settimane. È la riforma del catasto. La revisione degli oneri doveva essere inclusa nella più ampia cornice della riforma del fisco (la cui discussione in Consiglio dei ministri continua a slittare), ma alla fine non ci sarà. In realtà, sembra che tra i partiti nessuno voglia sobbarcarsi l’impegno, anche perché in Italia oltre il 70% dei residenti è proprietario di casa, e le rendite non sono aggiornate dal 1989. Sul Fatto di domani un nostro dossier.


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Gramigna. È stata emessa la sentenza del maxi-processo al clan dei Casamonica: è mafia.

Milano-Cortina. Le opere per le Olimpiadi invernali 2026 sono in ritardo, ma gli sprechi sono già iniziati.

Germania, il voto migrante. Determinante nelle prossime elezioni del 26 ottobre sarà il voto dei cittadini di origine migrante: 7 milioni e mezzo di elettori con scarsa rappresentanza.

100 anni di Andy Capp. Il popolare personaggio con cappello di lana e pinta in mano, creato da Reg Smythe, ha un secolo di vita.


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