Intervista a Pif - Ecco il diario “giusto” per me

Pif: “L’antimafia si fa a scuola ogni giorno con l’agenda della legalità” – In edicola e in libreria arriva “IlLegal”

2 Settembre 2021

Dopo il successo di Io posso il libro Feltrinelli dedicato alle sorelle Pilliu uscito anche con Il Fatto (tornato primo in saggistica anche per la commozione dopo la morte di Maria Rosa Pilliu) il volto di Pif torna in libreria e in edicola sull’Agenda della legalità. Si chiama “IlLegal” (edita da Paper First in collaborazione con l’associazione Sulle nostre gambe), nelle edicole con Il Fatto e in libreria.

Pif, ci spieghi perché c’è il tuo volto sulla fascetta e nella prefazione di questa Agenda della legalità?

Come sempre nelle nostre interviste, caro Marco, fai le domande e sai già le risposte, visto che la casa editrice è del Fatto e tu sei il direttore editoriale. Però sto al gioco. Come sai bene cercavamo un modo per far entrare i ragazzi in contatto con l’antimafia e con NOma (nomapalermo.it) App dell’associazione di cui faccio parte. E abbiamo pensato che l’agenda fosse lo strumento giusto.

Da studente compravi personalmente l’agenda?

Certo! Per la mia generazione era una cosa seria. Ti avrebbe accompagnato tutto l’anno ed era una scelta identitaria. Non potevi sbagliare. Se prendevi l’agenda del calciatore poi non potevi pentirti.

Perché un ragazzo dovrebbe comprare “IlLegal”?

Questa è una speranza. Ti posso dire perché l’abbiamo fatta: la mentalità mafiosa si forma giorno per giorno e l’agenda speriamo possa controbilanciare quei messaggi. Per farlo ci vuole un diario colorato che mostri la bellezza del rispetto delle regole e delle persone che hanno dato la vita per farle rispettare.

Un’agenda basterà?

Da sola no, ovvio. Però ti rispondo con le intercettazioni dell’ultima indagine: c’era un mafioso infuriato perché la figlia di un’amica voleva andare alla commemorazione della morte di Falcone. Vuol dire che queste cose alla fine funzionano.

“IlLegal” è un mix, realizzato da Andrea Delmonte, ex direttore della Comix, insieme al team creativo di NOma. C’è la storia di eroi come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma il linguaggio è quello talvolta dissacrante dei ragazzi. Ci sono quiz e giochi. Non pensi che qualcuno possa considerarlo eccessivo?

Io stesso alla prima lettura mi sono fatto questa domanda. Poi ho pensato che va bene così perché il mondo è cambiato e bisogna adottare altri linguaggi per affrontare questo tema. Il mio film La mafia uccide solo d’estate, per molti era una bestemmia. Ai tempi dissi che prima o poi sarebbe arrivato qualcuno che avrebbe fatto diventare vecchio anche il mio linguaggio. “IlLegal” non a caso è concepita pensando più allo smartphone che al diario: è come un supporto della App NOma, che sta per NoMafia.

Come è nata NOma?

Sempre per usare linguaggi nuovi, qualche anno fa con Tiziano Di Cara, che ha avuto l’idea, insieme a Emanuela Giuliano e Roberta Iannì, decidemmo di fare una App per parlare delle vittime di mafia. Non solo quelle note come Carmelo Iannì e Boris Giuliano ma anche quelle sconosciute. Volevamo fare un museo antimafia a Palermo e prima o poi lo faremo ma poi abbiamo pensato che comunque Palermo è un museo a cielo aperto. Così insieme a Piergiorgio Di Cara, scrittore di romanzi e autore tv , abbiamo sviluppato le storie della App.

E tutti questi contenuti sono accessibili partendo dall’agenda “IlLegal”?

Si parte da lì e si va a vedere sul telefonino quel che è accaduto in quel posto di Palermo con documenti storici, animazioni digitali, video, foto d’epoca e interviste inedite ai familiari disponibili già su NOma grazie alla collaborazione di RaiTeche e Tim. NOma è totalmente gratuita e autofinanziata senza fondi pubblici. La nostra associazione si chiama non a caso ‘Sulle nostre gambe’. Parte degli introiti dell’agenda andranno a finanziare la realizzazione di altre storie della App. Abbiamo tanti progetti: vogliamo raccontare i bambini vittime di mafia e poi anche i sopravvissuti alle stragi. Ogni anno speriamo di avere, grazie all’agenda, introiti per portare NOma in tutta Italia raccontando storie anche della Calabria e della Campania.

Nell’agenda chiedete ai ragazzi per esempio di fare cento passi nel giorno della morte di Peppino Impastato postando il video. Non state chiedendo troppo? Lo studente non rischia di passare per ‘secchione’ mentre gli altri magari hanno agende che invitano alla trasgressione?

Ovvio che è una sfida però pensiamo sia giusto trattare i ragazzi come soggetti attivi. Anche se sei piccolo, anche se puoi fare solo un piccolo gesto, quella scelta ti rende responsabile e può portare un cambiamento di mentalità. E poi nel mondo di oggi, dove nessuno sembra dare importanza alle regole, per me è più trasgressiva l’agenda “IlLegal” dell’altra.

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