Il Fatto di domani. Grillo dà il colpo di grazia a Conte: “Non ha esperienza né capacità di innovazione. Voto su Rousseau per il Direttivo”

Di Il Fatto Quotidiano
29 Giugno 2021

GRILLO METTE AL TAPPETO CONTE: È ROTTURA. “Io non voglio fare un nuovo partito. Tutti i partiti personali nati finora si sono rivelati partiti di plastica”, ha detto Giuseppe Conte al Corriere della sera, il giorno dopo la conferenza stampa in cui ha messo i puntini sulle “i”. Ma la notizia del giorno è la stilettata di Beppe Grillo a Conte, dura come nessuno si aspettava: “Conte non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”. E ancora: “No a un partito unipersonale governato da uno Statuto seicentesco”. E poi il gran finale: “Indìco la consultazione in rete degli iscritti al Movimento per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau. Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma e lui ha accettato”. Quindi è tramontata anche l’idea di far votare gli iscritti sullo Statuto dell’ex premier. Quello che rimane è una serie di uno-due che significa una cosa sola: rottura totale con Conte. Sul Fatto di domani vi racconteremo cosa sta succedendo nel M5S.

ORA IL MOVIMENTO TRABALLA. “Non so se trovo più folle le valutazioni su Conte, che ha guidato due governi tra crisi economica e pandemica, o il fatto di rimetterci nella gabbia Rousseau”. Così Roberta Lombardi, membro del Comitato di garanzia M5S, dopo le parole di Beppe Grillo contro Giuseppe Conte. “In ogni caso – prosegue – non condivido una virgola di quel post”. Mentre dentro ai gruppi parlamentari sale il malumore: “Questa è la morte del Movimento, Grillo ci sta distruggendo”, riferisce un parlamentare alle agenzie di stampa. E tornano a circolare voci di scissione. Sul giornale di domani le reazioni alla bordata del garante anche da parte dei militanti sui social.

DRAGHI FERMA IL CASHBACK: L’IRA DI 5S E PD. Delle due decisioni prese nella cabina di regia dell’esecutivo Draghi di ieri, una era attesa, la conferma dello stop al blocco dei licenziamenti salvo per il settore tessile, l’altra non se l’aspettava nessuno: lo stop del cashback, la misura introdotta dal governo Conte per incentivare gli acquisti con carta di credito o bancomat nei negozi al dettaglio, che non si rinnoverà dopo il 30 giungo. La maggioranza si è spaccata. Compatti nella protesta i 5 stelle:“È un errore”, commenta Stefano Patuanelli, ministro dell’Agricoltura e capodelegazione del Movimento. Il cashback è stato usato finora da quasi 9 milioni di italiani con un totale di 784,4 milioni di transazioni. I fautori della misura sostengono che rappresenti un valido strumento di lotta all’evasione. Per i critici è una misura costosa (vale circa 2 miliardi). Dissenso arriva anche dal PD: “il cashback ha costretto esercizi che si facevano pagare a nero a installare il pos”, dichiara Marco Furfaro. “Ha stimolato i consumi: entro il 2025 avrebbe prodotto un gettito fiscale di 9 mld. Sospenderlo è un regalo a chi lo detestava per queste ragioni”. E infatti a destra si esulta: “si manda in soffitta una misura inutile e molto dispendiosa”, dice Licia Ronzulli (Forza Italia). Non diverso il tono di Fratelli d’Italia. Sul Fatto di domani vedremo quali sono i motivi alla base della scelta di Draghi e, con un fact-checking, racconteremo gli effetti ottenuti dal cashback nei sei mesi della sua applicazione.

SCHIAFFO DI SUPERMARIO A CONTE. ORA GIUSTIZIA E RAI? La cancellazione del cashback, una delle bandiere del Movimento, è avvenuta proprio mentre Conte faceva la conferenza stampa. Una tempistica carica di simboli che ha creato più di un malumore nei 5 Stelle. Tanto che l’ex deputato, Alessandro Di Battista, ha sparato a zero: “I 5 Stelle continuano a non toccare palla”. In molti pensano che la crisi del Movimento, in questo momento lacerato e senza una voce unica, sia l’occasione per dare una sterzata a destra al governo. E il timore è che possa accadere lo stesso per altri temi cari ai 5 Stelle, come la giustizia o la Rai.

VARIANTI, L’ALLARME UE SULLE FINALI DI CALCIO. Da settimane ormai la Delta sta facendo rialzare le curve dei contagi. Nel Regno Unito ieri si sono sfiorati i 23 mila nuovi casi in 24 ore, con un trend in crescita da giorni. Gli studi sull’efficacia dei vaccini confermano che la doppia dose protegge dalle conseguenze gravi del virus, anche se mutato (in misura variabile). Sui 23 mila contagi di ieri in Uk, i morti sono stati solo 3. Ma la Delta continua anche a scatenare i dubbi sull’opportunità di tenere la finale e le semifinali dell’Europeo di calcio proprio in Gran Bretagna, a Wembley, con decine di migliaia di persone allo stadio. Oggi sul caso è intervenuto il vice presidente della Commissione europea per dire alla Uefa di “valutare attentamente”. Faremo il punto della situazione sul giornale di domani, senza dimenticare un aggiornamento dall’Italia, dove alcune Regioni hanno dato il via libera alla vaccinazione nei luoghi di vacanza. I dati delle ultime 24 ore.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Referendum giustizia. Continua l’analisi di Piercamillo Davigo sui quesiti proposti dai Radicali (e appoggiati dalla Lega). Sul Fatto di domani l’ex pm di Milano metterà sotto la lente la riforma della modalità con cui si elegge il Consiglio superiore della magistratura.

Disgelo in Catalogna. Dopo l’indulto ai leader indipendentisti, il dialogo tra il governo centrale Madrid e quello autonomo di Barcellona sembra poter riprendere. Ne parleremo con la portavoce dei socialisti catalani, Alicia Romero.

La storia delle cartoline. Ricordate quando per mandare un saluto a un conoscente lontano il modo più rapido era scrivre dietro un cartoncino illustrato? Domani faremo un tuffo nell’età dell’oro della comunicazione postale


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