Tutto, maledetto e subito

Gleeden, il luna park dove gli uomini pagano per avere l’amante (e non gli accolli)

Abbiamo provato la app per incontri extraconiugali: per star dietro alle richieste di sesso servirebbero le braccia della dea Kali. Ma soprattutto il messaggio che passa è che per una donna il massimo della trasgressione è rimorchiare un uomo sposato: bella frustrazione

Di Amalia Caratozzolo
31 Marzo 2021

Avete mai sentito parlare di Gleeden?

Sono incappata in uno spot televisivo di una app sugli incontri extraconiugali. Lo slogan, recita così: “Il primo sito di incontri extraconiugali pensato dalle donne”. Già mi suona strano.

La pubblicità sembra il plot di una telenovela brasiliana anni 90 o peggio l’inizio di un soft porno: tutto bianco e immacolato, stile filmino della prima comunione. Lei (munita di fede), bionda e ultra candida, si alza dal letto lasciando felice e beato l’amante appena conosciuto e si riveste con un’esaltazione pari a quella di qualcuno che ha appena scoperto un asteroide. Infine, controlla le notifiche, si specchia tronfia e felice e va via sorridendo al suo amante. Un’immagine che, secondo Gleeden, esprime di certo la massima realizzazione femminile.

Una clip di venti secondi, che genera non pochi interrogativi.

“Con Gleeden mi concedo la libertà di vivere con passione”. E già qui si aprirebbero mille questioni: tanto per cominciare non credo che la massima realizzazione di una donna sia sempre quella di vivere la passionalità al di fuori del rapporto; magari potrebbe volerla vivere con il proprio compagno, o comunque con la sua complicità. Credo che la libertà stia proprio nel non sentirsi obbligati a stare insieme a qualcuno con cui non si vuole stare, qualcuno che non si ama più, o qualcuno con cui non si vive appieno la propria passionalità, per restare sullo slogan. No, invece per Gleeden sembra essere la più alta aspirazione femminea. L’emancipazione femminile consisterebbe dunque nel tradire il proprio compagno (a sua insaputa), e con uomini a loro volta impegnati. Ma sono io che non capisco? Proprio non mi raccapezzo. Voglio dire, non trovo che ci sia una grande libertà in questo, naturalmente fermo restando che ognuno è libero di stare in una relazione come meglio crede.

A questo punto non posso tirarmi indietro, DEVO assolutamente scaricare l’app, DEVO scoprire quale criptico segreto nasconde questo incredibile strumento, pensato dalle donne per le donne, che a me sembra più un’ode alla misoginia.

Più che app della passione, direi che della frustrazione suona meglio!

Anche dal punto di vista semiotico ci sono dei problemi: il logo è una mela morsa che evoca il peccato originale. Quindi… mi pare di capire che il massimo della trasgressione sia rimorchiare un uomo sposato su Gleeden? Rimango perplessa.

Piuttosto, ma il caro vecchio gioco della mela? Sarà pure un’app di incontri extraconiugali, ma il concetto di INCONTRO dov’è finito? Sono una povera illusa… ancora mi piace pensare che l’affinità sia qualcosa di delicato, magico e misterioso. Ma una notifica mi riporta inesorabilmente all’amara realtà:

“Ciao! Vuoi scopare?”.

E poi mi attacca una filippica su quanto sia meravigliosa questa app: un congegno incredibile e innovativo, un inno alla libertà.

Per gli uomini è una specie di luna park: donne già impegnate che vogliono avere un rapporto extraconiugale con la massima discrezione uguale donne con cui posso andare a letto con successiva probabilità di accollo molto ridotta. Già… perché gli uomini pensano sempre che se vai a letto con una donna lei poi vorrà irrimediabilmente sposarti. Non considerano il fatto che anche noi siamo degli esseri umani. Non c’è un copione scritto, e non siamo a teatro.

Ma come funziona Gleeden?

Per le donne l’app è gratis, mentre per gli uomini opera attraverso l’acquisto dei crediti. La cosa mi fa pensare a quando andavo in discoteca: di norma le donne entravano gratis e invece gli uomini accedevano gratuitamente al locale, soltanto se accompagnati da una donna. Una modalità dal sapore amaro e piuttosto maschilista.

In sostanza su Gleeden, se gli uomini vorranno parlare con te o vedere le tue foto, dovranno pagare. C’è perfino una sezione dedicata ai regali virtuali: proprio il massimo dell’emancipazione femminile!

La cosa incredibile è che gli uomini sono TUTTI disposti a sborsare dei soldi, pur di vedere una foto o interagire. E quindi iniziano ad arrivarti tonnellate di messaggi, ma una roba ingestibile… tipo trenta notifiche al secondo. E in un attimo il rimorchio si trasforma in un vero e proprio lavoro: se davvero volessi uscire con qualcuno, dovresti passare le tue giornate a smistare messaggi, interpretare faccine, guardare una quantità disumana di profili, tutto questo senza perdere mai di vista il tuo obiettivo: stai cercando qualcuno con cui potenzialmente potresti avere delle affinità, in tutto questo delirio. Vi sembra fattibile?

Solo se fossi la dea Kali… ecco, forse se avessi sei o otto braccia potrei farcela!

In tutto questo ho scoperto che ci sono numerosi alberghi a 4 stelle e camere a ore, pronte ad accogliere i Gleedeniani: luoghi dove possono esprimere appieno la loro ardente passione. Ho addirittura intercettato un elegante flyer dal sapore “PowerPoint della recita di fino anno”, con su scritto: “Colazione extraconiugale? Siamo qui per soddisfare le vostre bollenti esigenze”. Con tanto di riferimento telefonico.

Insomma, dietro l’infedeltà coniugale, c’è un vero e proprio mondo sotterraneo: misticismo e cerchi nel grano non sono nulla a confronto, qui si parla di universi paralleli, della terza dimensione del tradimento… altro che Strangers Things!

E a questo punto, sono certa che la mia personale esperienza con le app si chiuda qui e che con le mele, al massimo ci farò una torta!

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