Coronavirus, la Bce ci manda giù, ma la Cina ci aiuta

Una volta a fare le donazioni erano gli Usa e l’Europa Stavolta Pechino batte tutti. E Di Maio segna un punto

14 Marzo 2020

“Oltre ai materiali, abbiamo portato più che altro i sentimenti di amicizia del popolo cinese”. La frase del vicepresidente della Croce rossa cinese, Sun Shuopeng, aiuta a cogliere il senso degli aiuti cinesi sbarcati l’altra sera a Fiumicino. “È stata una notte ricca di emozioni”, ha commentato l’ambasciata cinese che ha pubblicato sul proprio profilo Twitter l’immagine che vedete in pagina.

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Certi viaggi, certe relazioni, certe immagini possono segnare un’epoca. Quella della presidente della Bce che getta a mare i destini finanziari dell’Italia e quella, contestuale, dell’aereo Air China che ci porta aiuti, lo fanno nel campo della geopolitica.

Luigi Di Maio, smettendo i panni del “capo politico” ha preso sul serio il mestiere di ministro degli Esteri e dopo gli svarioni su “mr Ping” o sul “coronavairus” ha lavorato per questo obiettivo, umanitario, ma anche politico.

Nel cargo di 31 tonnellate di materiali donati alla Croce rossa italiana ci sono soprattutto “monitor, ventilatori, pompe a infusione e altre attrezzature che servono per allestire 30 letti di terapia intensiva”. Ci sono anche “200 mila mascherine filtranti” e nove esperti, compreso il coordinatore dei medici di Wuhan, venuti a discutere con i colleghi italiani delle terapie utilizzate.

C’è chi ha parlato (lo ha fatto Il Foglio) di finti aiuti perché in realtà si sarebbe trattato di un semplice scambio commerciale. Interpellata dal Fatto, la Farnesina ha precisato che quella di Fiumicino è una donazione e che, poi, ci saranno gli acquisti. “Ma gli acquisti ci servono, e in questa situazione essersi garantiti delle forniture certe è un vantaggio” si fa notare.

Sul filo dei sentimenti e delle emozioni può essere registrata anche la dichiarazione di Luigi Di Maio secondo cui “se sei solidale ricevi solidarietà”. In questa scia anche il presidente della Croce rossa, Francesco Rocca, che fa notare una novità: “L’Italia è sempre stato un Paese donante, non è di solito un Paese ricevente. E questa è una delle cose più significative e belle di questa donazione”.

Ma il fatto che alla porta dell’Italia, nel momento della sua più grande crisi dopo la Seconda guerra mondiale, si presenti la Cina di Xi Jiping è un dato geopolitico. Di Maio ne era consapevole quando tre giorni fa ha avuto la conversazione con il suo omologo cinese da cui è partito tutto. E questa novità può essere senz’altro ascritta alla sua gestione. Tanto più che, contestualmente, gli Stati Uniti si sono impantanati nel negazionismo del presidente Trump, che ora deve dichiarare lo stato di emergenza in tutto il Paese. Niente Usa, niente Unione europea, avanti la Cina. Che non ci risolverà la crisi e che approfitta di questi eventi per migliorare la propria immagine e ingaggiare con decisione la battaglia egemonica con l’Occidente. Ma intanto ci aiuta.

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