Una lezione di vita e di memoria

1 Febbraio 2016

Lo chiamavano il Gambero per via del viso perennemente infuocato dal bere. Dove e come vivesse nessuno lo sapeva, ma era un punto fermo del paesaggio della piazza accanto alla scuola. Assomigliava a Capannelle, il vecchietto dei Soliti ignoti, quello che diceva “Spurtivo!”, piccolo, volto scavato dalle rughe, naso monumentale, labbra retroflesse per assenza di […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

Ti potrebbero interessare

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.