L’intervista

Di Maio e la storia del padre: “Oggi metto l’azienda in liquidazione, devo occuparmi del Paese”

Intervista: “Mio padre mi ha detto che non aderirà alla rottamazione”

4 Dicembre 2018

La giornata di ieri, per il vicepremier Luigi Di Maio, è iniziata, dopo l’ultima polemica lanciata dalla trasmissione tv delle Iene, con il video, drammatico, del padre. Con i suoi 5 minuti e mezzo di debutto su Facebook, papà Di Maio ci mette la faccia, chiede scusa (“Sono un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori”) e libera, ancora una volta, il figlio da responsabilità. Questo non ha però silenziato il telefono della sua portavoce, che ha squillato in continuazione per tutto il giorno. Nè fermato il “placcaggio” del vicepremier (oggi ospite in tv di Bruno Vespa a Porta a Porta).

Tra un incontro con il vicepresidente della Repubblica del Kenya, un impegno su Cassa Depositi e Prestiti, il convegno Global Meeting e 5G, riusciamo, in serata, a ottenere una risposta alle nostre domande.

A suo padre, Antonio Di Maio, sono state notificate 33 cartelle esattoriali di Equitalia, dal 2001 al 2011. Tra debiti previdenziali, contributivi e tasse non pagate, il totale è di 134.226,82 euro (176.724,59 con interessi di mora e altri oneri). Suo padre aderirà alla rottamazione – la cosiddetta “pace fiscale” – alleggerendo così, grazie all’abbuono di sanzioni e interessi vari, la sua posizione debitoria nei confronti del Fisco?
A mia precisa domanda, mio padre ha risposto che non aderirà alla rottamazione.

Anche se suo padre dovesse decidere di non aderire, secondo l’articolo 4 del decreto fiscale da poco approvato, su 33 cartelle, 13 si annullerebbero d’ufficio, in automatico (quelle inferiori ai 1.000 euro): una cancellazione di circa 5mila euro di debito. La “pace fiscale” è una delle misure più importanti della Legge di Bilancio del governo Lega-M5S, questo non le crea imbarazzo? Per quanto si tratti di soli 5mila euro, non le sembra comunque un potenziale conflitto di interessi?
Non so se alcune cartelle si estingueranno, ma resta il fatto che su un debito di circa 180.000 euro questo non migliorerebbe in maniera significativa la situazione di mio padre.

Sa se suo padre ha aderito in passato ad altre forme di rottamazione, anche parziale, delle cartelle (come quella del 2016 targata Renzi)?
Anche in questo caso, ho chiesto a mio padre e ha risposto che non ha aderito alla rottamazione prevista nel 2015/2016.

Quando ha deciso, nel 2014, di occuparsi della ditta di famiglia, sapeva del debito di suo padre con Equitalia?
Assolutamente no. Mio padre l’ha tenuto nascosto a noi figli. E questo lo ha già detto.

Sua madre Paolina Esposito aveva debiti con l’Agenzia delle Entrate, o cartelle esattoriali pendenti di Equitalia, quando le ha ceduto l’azienda?
Non lo so, se ne è occupato il commercialista. Io all’epoca ho solo accettato la donazione di mia madre. L’attività imprenditoriale della Srl è cessata da oltre un anno e domani (oggi per chi legge, ndr) la stessa verrà posta in liquidazione. Poiché ho già dichiarato di non essermi mai occupato di fatti di gestione, di essere stato operaio della ditta di mia madre per soli 4 mesi, e di aver aperto il cancello del deposito di mio padre qualche volta e niente più, non potendomi ora occupare del controllo di legalità e della revisione contabile postumi delle aziende di famiglia, io direi di finirla qui perché devo occuparmi dei problemi del Paese.

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