Gentile segretario, ecco cosa non torna nella sua versione

L’ex premier conferma che la Boschi ebbe vari incontri con banchieri e istituzioni, ma non dice a che titolo. E manda messaggi in codice

18 Dicembre 2017

Caro Renzi, dovrebbe spiegare al suo portavoce ciò che lei sa benissimo, purtroppo un giornalista non ha bisogno di esercitare la profezia per spiegare la rissa finale tra il suo Pd e la Banca d’Italia. Il governatore Ignazio Visco ha fatto sapere di quali cartucce dispone per la sua audizione di domani mattina alla commissione parlamentare d’inchiesta, ma non attraverso Il Fatto, come Agnoletti crede. Se Renzi e il suo staff leggessero anche gli articoli che non parlano di Maria Elena Boschi, saprebbero che la nostra attenzione alle responsabilità della Banca d’Italia è stata più che proporzionata a quella per la piccola Etruria.

Mentre Il Fatto in perfetta solitudine rivelava le stranezze della vigilanza bancaria che hanno aggravato la crisi di Etruria, l’allora presidente del Consiglio si gloriava della risoluzione delle quattro banche (22 novembre 2015) condotta in perfetta armonia con Visco e i suoi uomini. Chi si crede politico di razza ama forzare la logica dei fatti alle esigenze del momento, però tenga fuori dal suo duello con Visco il nostro lavoro di informazione.

1) A questo punto sarebbe comunque utile, proprio per tutelare risparmiatori e correntisti delle banche, che anche il segretario del Pd andasse a rispondere alla commissione parlamentare d’inchiesta, così da esplicitare le interessanti ma fumose allusioni.

2) Se non è un inciampo sintattico, la lettera conferma che anche il ministro Boschi ha avuto “numerosi rapporti con il mondo del credito”, partecipando, par di capire, al lavoro “gomito a gomito coi vertici di Banca d’Italia per risolvere varie crisi bancarie di questi anni”. Che Boschi non abbia “mai fatto pressione né difeso interessi privati” non è una risposta al quesito principale: a che titolo il ministro delle Riforme partecipava al lavorio dei ministri competenti?

3) “Il limite di attivi patrimoniali non fu abbassato per agevolare Banca Etruria”. Bene, la dettagliata lettera dimentica di dirci perché fu abbassato da 30 a 8 miliardi.

4) Che cosa sa Renzi delle acquisizioni di Banca Popolare di Bari precedenti alla riforma? C’è qualcosa di interessante da sapere sul salvataggio della Tercas condotto con denaro pubblico?

5) Un decreto legge nel 2015 per superare l’ostruzionismo parlamentare del 1998? O per superare l’ostruzionismo interno all’ampia maggioranza che sosteneva Renzi nel 2015? Perché l’ex premier non ci fa la lista dei nemici della inderogabile riforma delle Popolari?

6) “Dopo due anni di polemica ossessiva nessuno ha mai smentito le frasi della Boschi in Parlamento”. Però quando Ferruccio de Bortoli ha scritto della richiesta a Federico Ghizzoni di interessarsi alla sorte di Etruria è stata lei ad annunciare querela. Tutti abbiamo capito che considerava diffamatorio dire che si era occupata di Etruria, pur senza parlare di pressioni o di favoritismi. Se non è così, perché ha fatto causa a de Bortoli?

7) “Palazzo Chigi fu informato dalla decisione di commissariare Banca Etruria”. Tra l’iniziativa di proposta della Banca d’Italia e la firma del decreto da parte di Padoan passarono due giorni. Renzi quando fu informato esattamente e da chi?

8) Nella storia del siluramento di Fabrizio Viola da Mps Carrai non c’entra niente e Renzi lo sa. Smentì un dettaglio scritto da de Bortoli il quale si scusò e Carrai annunciò il ritiro della querela. Adesso apprendiamo che ha fatto una causa civile. Ma questo è un diversivo rispetto al punto che conta: Renzi non smentisce di aver ordinato a Padoan di imporre il licenziamento di Viola. La commissione banche potrebbe chiedergli perché l’ha fatto.

9) Da anni Renzi, quando parla di Mps, nomina Banca 121 e l’acquisto di Antonveneta. Perché non va in commissione a dire che cosa sa di Banca 121? Non si addice a un aspirante statista come lui il ricorso a pizzini come “sarebbe interessante parlare”. Che cosa sa dell’acquisto di Antonveneta? Lo cita per mandare messaggi in codice al presidente della Bce Mario Draghi che nel marzo 2008 autorizzò l’operazione? Parli, non ci costringa a fare i profeti.

10) Con la Banca d’Italia “dopo il commissariamento di Etruria non vi è stata alcuna tensione”. Non si direbbe.

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