L’intervista - Virginia Raggi

Virginia Raggi: “È fallita l’Opa di Salvini su Roma. Ora soldi e poteri”

Intervista a Virginia Raggi dopo l'assoluzione nel processo nomine. Dal rapporto con la stampa a quello con i vertici del M5s, fino ai contrasti con il Viminale: "Abbiamo chiesto 180 milioni, spero che arrivino"

11 Novembre 2018

Giura di non essersi mai sentita sola: “Il M5S mi ha sempre fatto avvertire il suo supporto, Di Maio, Grillo e Casaleggio mi hanno chiamato dopo la sentenza: ma c’erano anche prima”. E racconta anche le telefonate che non ti aspetti: “Oggi ho sentito anche Matteo Salvini e Matteo Renzi. E con l’ex premier ci siamo ripromessi di sfidarci sul campo, come dovrebbe essere sempre in politica”. Nel Campidoglio assaltato da troupe e messaggi, la sindaca di Roma Virginia Raggi celebra l’uscita dal suo incubo.

Cosa rappresenta questa sentenza di assoluzione?

Cancella due anni di fango politico. Il giudice ha dichiarato che sono stata assolta perché sto lavorando bene, nell’interesse della città.

Di Maio e Di Battista hanno commentato con attacchi e insulti alla stampa. Condivide?

Penso che i cittadini siano stanchi dei media che si parlano un po’ addosso, ignorando i loro problemi.

Un processo a carico della sindaca di Roma è rilevante a prescindere, e va raccontato.

Il discorso dovrebbe essere più generale. La stampa dovrebbe raccontare tutte le realtà, senza colori politici.

Sostiene che su di lei ci sia stato accanimento politico?

Credo che si debba uscire dalle contrapposizioni, tutti. E a me farebbe piacere che la stampa ci aiutasse a farlo, soprattutto a Roma.

Però i giornalisti fanno domande. Per esempio, in caso di condanna lei si sarebbe dimessa?

Questo tema è stato ampiamente superato dai fatti.

Tra i fatti c’è anche la reazione di Matteo Salvini, che in queste settimane ha attaccato spesso la sua giunta. E che oggi ha ripetuto: “Sul fatto che a Roma si possa fare tanto di meglio e tanto di più, ahimè questo sì”. Fiutava la sua condanna, e le elezioni anticipate…

La Lega aveva provato a lanciare un’Opa su Roma, ma ha fatto davvero male i conti. Speravano di arrivare prima della scadenza della mia giunta per raccogliere i frutti di quello che abbiamo seminato in questi due anni e mezzo. Il Carroccio ora dovrebbe pensare a rispettare il contratto di governo. Per esempio, noi vogliamo più soldi e poteri per Roma.

E quindi?

Noi abbiamo chiesto 180 milioni per rifare le strade della città. Si impegnassero ad approvare un emendamento apposito alla manovra: me lo aspetto io e se lo aspettano tutti i romani. E non solo: Salvini si è impegnato a mandare a Roma 250 uomini delle forze dell’ordine. I cittadini non si accontentano delle promesse: ci aspettiamo questo piccolo ma importante aiuto.

Ora come si riparte? Parlano tutti di rimpasto per la sua giunta.

Innanzitutto si riparte raccogliendo i frutti di quello che abbiamo fatto. Dopodiché il nostro faro resta il programma con i suoi obiettivi. Chi si impegna a raggiungerli resta con me, chi non lo fa è fuori.

Lei racconta di aver seminato, ma la città ha moltissimi problemi e la sua popolarità è in netto calo.

I cittadini li ascolto ogni giorno e hanno sempre ragione. I conti si fanno alla fine.

Pochi giorni fa c’è stata un’affollata manifestazione in piazza del Campidoglio contro la sua amministrazione, peraltro organizzata da sei donne. Non è un ottimo segnale, non crede?

Io non faccio distinzioni tra uomini e donne. Ma la piazza va sempre ascoltata, per recepire consigli, e le sei organizzatrici presto riceveranno un invito per girare per la città assieme a me. E mostrerò loro anche cosa abbiamo ereditato.

La solita risposta: colpa di chi c’era prima… Avete commesso errori. E forse neanche pochi.

Noi abbiamo trovato enormi ostacoli. Mancavano totalmente un servizio giardini, e abbiamo dovuto indire due grandi gare, rimediando nel frattempo con gare ponte. E poi i rifiuti: le competenze tra i vari enti si sovrappongono.

Insisto: gli sbagli?

Quando le fondamenta di una casa sono in brutte condizioni, è complicato. Ma presto raccoglieremo i frutti del nostro lavoro.

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