Genova

Caso dell’ereditiera di Genova, la Procura: “Non fu circonvenzione. L’avvocata Valerio va archiviata”

"Alcun rilievo penale" - L'inchiesta era stata aperta dopo la segnalazione dell'amministratrice di sostegno della donna

1 Marzo 2024

Per la Procura di Genova l’ereditiera Mariangela Toncini è rimasta fino alla fine dei suoi giorni “una donna che si è liberamente autodeterminata” e che ha lasciato parte della sua eredità da quasi 5 milioni di euro (molti dei quali andati alla Curia di Milano) “verosimilmente alle persone che le sono state più vicino negli ultimi anni della sua vita, fornendole la compagnia che cercava”: il suo consigliere spirituale, il frate ottantenne Achille Boccia, e il suo avvocato Valeria Valerio. Nei confronti di entrambi – beneficiati da lasciti per centinaia di migliaia di euro – i magistrati genovesi hanno chiesto l’archiviazione dall’accusa di circonvenzione d’incapace.

L’inchiesta era stata aperta dopo la segnalazione dell’amministratrice di sostegno della donna, che non aveva mai accettato il provvedimento: “Vogliono farmi passare per scema”, ripeteva la donna, che contestava la gestione finanziaria a suo dire opaca delle proprie finanze. Per questo aveva ingaggiato un avvocato, Valeria Valerio, con il proposito di prendere le sue parti. Valerio è anche moglie di Ferruccio Sansa, consigliere regionale ligure d’opposizione, storico giornalista del Fatto Quotidiano. È il suo nome a trasformare la vicenda in una notizia: pur non venendo mai coinvolto, né tantomeno sfiorato dalle indagini, Sansa diventa oggetto di un’agguerrita campagna stampa: “Colpiscono la mia famiglia per colpire me”, scrisse lui dopo i primi articoli.

Un passo indietro. Mariangela Toncini, morta a 93 anni nel gennaio del 2023, era stata una funzionaria del Banco Ambrosiano. Suora laica, prima donna a essere nominata ministra laica dell’eucarestia a Milano, era stata il braccio operativo dell’imprenditore filantropo Marcello Candia. Ultima erede di 9 fratelli, aveva accumulato una fortuna, accresciuta ulteriormente dopo il recente lascito di un parente attivo nella finanza. Una donna molto ricca e molto sola. A cui il pm riconosce però “vivacità e carisma”. Non è difficile capire come una persona del genere mal sopporti di trovarsi improvvisamente oggetto di un’amministrazione di sostegno, provvedimento di cui non è mai stata davvero chiarita l’origine: “Mariangela si è trovata in casa tre persone, fra cui un avvocato, poi diventato amministratore, che le hanno imposto quella misura – racconta nella sua versione Valeria Valerio – Non aveva nemmeno bisogno di una badante e si è trovata in una Rsa”.

Il tribunale cambia la prima amministratrice di sostegno, Annamaria Biundo, con Chiara Medinelli. Valerio chiede chiarimenti in modo sempre più insistente ed entra in rotta di collisione con l’amministratrice. Medinelli, insospettita da alcune donazioni a favore di Boccia e Valerio, li denuncia alla Procura. Tra le contestazioni ci sono: una parcella da 21mila euro di Valerio alla sua cliente, non autorizzata dal giudice tutelare; due polizze da 265mila intestate a Valerio e Boccia; due ulteriori polizze intestate al solo Boccia, da 475mila e 110mila euro. C’è, infine, dopo la morte di Toncini, una donazione da 129mila euro di padre Boccia a Valerio, la quale avrebbe comprato con parte di quei soldi una casa al figlio.

Quelle donazioni, dicono oggi i magistrati, erano perfettamente lecite. Non è così strano che Toncini, una donna sola e molto ricca, abbia pensato di lasciare parte dei suoi averi alle persone che aveva più vicino: “Ne è prova il fatto che la Toncini – argomenta la Procura – avesse già intestato delle polizze sulla vita a Monsignor Testore (vescovo di Milano), intestandole a lui personalmente e non alla diocesi, in quanto persona di fede, nonché all’amica Franca P., evidentemente persona a lei legata”. E ancora: “Corrisponde al vero che Valeria Valerio abbia elargito 10mila euro all’associazione benefica Amici dello Zambia, con due bonifici fatti in tempi non sospetti”.

A Valerio il Eugenia Menichetti rimprovera l’atteggiamento troppo irruento: “L’insistenza e le modalità con le quali chiedeva (o pretendeva) risposte erano certamente censurabili, agendo in veste di avvocato, poiché non ha mantenuto quella pacatezza e quel distacco che dovrebbero contraddistinguere la professione forense (…) tali modalità hanno alimentato la logica del sospetto nei suoi confronti”.

Per il pm Eugenia Menichetti Boccia e Valerio non hanno mai abusato della “fragilità e dei bisogni della persona offesa: “Sono stati certamente molto presenti negli ultimi due anni di Mariangela Toncini”, ma “è altrettanto vero che sono stati motivi di conforto per la donna, che era fondamentalmente sola”. Bisogni che, al contrario, secondo il magistrato non sono stati compresi dall’amministratrice di sostegno dell’anziana, Chiara Medinelli, la cui gestione è stata “improntata al distacco, limitando le sporadiche visite allo stretto necessario e omettendo telefonate di piacere”. La “marcata diversità di carattere delle due donne”, dice oggi la Procura, “è verosimilmente la causa che ha dato origine all’odierno procedimento penale, scaturito da meri sospetti e incomprensioni reciproche”.

Valerio, a sua volta, aveva presentato un esposto in cui chiedeva di fare luce sulla precedente gestione finanziaria, una denuncia in cui venivano segnalati migliaia di euro di bonifici senza destinatario e da cui nasce una seconda inchiesta, affidata al pm Gabriella Marino. Curiosamente, sulla stampa, la notizia viene data dalla Verità, esce solo la notizia della prima indagine: di questa storia quantomeno controversa si parla solo con la voce di una campana, quando, nell’estate del 2023, Valerio viene sospesa dall’ordine degli avvocati e il suo conto è oggetto di un sequestro preventivo.

Questa vicenda, secondo la Procura di Genova, ha avuto clamore mediatico, ma non alcun rilievo penale. La stessa sorte a cui sembra destinato anche la controdenuncia, incentrata sulla gestione dell’amministrazione di sostegno.

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