L'appello

Afghanistan senza neve, siccità in peggioramento: l’allarme per i bambini già malnutriti

Catastrofe umanitaria - Azione contro la fame richiama l'attenzione sul Paese abbandonato a se stesso, dove la popolazione vive di stenti: nel 2024 7,8 milioni di minori non avranno abbastanza da mangiare

Di Azione Contro la Fame
26 Febbraio 2024

Un inverno più caldo della media e la mancanza di neve sono segnali inquietanti di un peggioramento delle condizioni climatiche in Afghanistan, che sta già soffrendo la peggiore siccità degli ultimi 30 anni. Il Paese ha avuto pochissima neve quest’inverno, il che fa temere che la carenza d’acqua continuerà, dopo tre anni ininterrotti di siccità, e che la crisi umanitaria e di sviluppo dell’Afghanistan possa aggravarsi ulteriormente.

È l’allarme lanciato da cinque ONG internazionali e diffuso in Italia da Azione contro la Fame e Save the Children.

Tra il 1° ottobre 2023 e il 15 gennaio 2024, l’Afghanistan ha registrato solo il 45-60% delle precipitazioni medie rispetto agli anni precedenti. Gli esperti prevedono inoltre che tra febbraio e aprile 2024 si verifichino condizioni di temperatura superiori alla media.

Senza un aumento delle nevicate e delle piogge, i bambini e le famiglie vulnerabili che si affidano all’agricoltura di sussistenza saranno i più colpiti. L’Afghanistan è uno dei luoghi al mondo che subiscono maggiormente gli effetti della crisi climatica e attualmente sta attraversando la peggiore siccità degli ultimi 30 anni. Circa 25 province su 34 soffrono di condizioni di siccità gravi o catastrofiche, con ripercussioni su più della metà dei 40 milioni di abitanti.

Secondo le stime internazionali, nel 2024 7,8 milioni di bambini non avranno abbastanza da mangiare. Se le condizioni di siccità si protrarranno, la vita dei bambini sarà ulteriormente a rischio, poiché i raccolti potrebbero ancora una volta venire a mancare, e l’impatto dei cambiamenti climatici aggravarsi.

La mancanza di pioggia, inoltre, sta creando le condizioni per l’insorgere di malattie trasmesse dall’acqua, come il colera, e sta aggravando la povertà delle famiglie che fuggono dai villaggi rimasti aridi e sterili.

Razia, 38 anni, madre di quattro figli, racconta: “Negli ultimi anni la produzione agricola è diminuita molto. Il giorno in cui mio marito trova lavoro, guadagna 250-300 afghani [circa 3-4 dollari], ma trova lavoro a malapena per uno o due giorni alla settimana. In passato la situazione era buona. In questo villaggio c’era produzione agricola e c’era lavoro per i braccianti giornalieri”.

Quattro milioni di donne incinte o che allattano e di bambini sotto i cinque anni soffrono attualmente di malnutrizione acuta. Tra questi, 3,2 milioni di bambini, di cui circa 875.000 soffrono di malnutrizione acuta grave e 2,3 milioni di malnutrizione acuta moderata, secondo il rapporto dell’IPC (Integrated food security Phase Classification).

Quando i bambini soffrono la fame, sono più vulnerabili a gravi problemi di salute, tra cui la malnutrizione e l’indebolimento del sistema immunitario. La fame può anche causare effetti duraturi sullo sviluppo fisico e cognitivo dei bambini, oltre ad avere un impatto psicologico. La siccità contribuisce anche all’abbandono della scuola da parte dei bambini, che spesso sono costretti ad andare a prendere l’acqua per le loro famiglie in luoghi sempre più lontani.

L’impatto dei terremoti dello scorso ottobre ha aggravato gli effetti a lungo termine della siccità e sta contribuendo a far cadere la provincia di Herat in una situazione di insicurezza alimentare di “emergenza” (IPC4).

Nel 2023, solo il 45% del fabbisogno totale di risposta umanitaria è stato finanziato dai donatori. Senza un’urgente iniezione di fondi durante l’inverno, milioni di afghani continueranno a soffrire. La comunità internazionale deve intervenire finanziando per intero il piano di risposta umanitaria, per impedire che altri bambini e famiglie siano spinti dall’attuale condizione di crisi, verso la catastrofe.

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