Il Fatto di domani. I renziani applaudono Nordio per l’attacco ai magistrati. Manovra, il centrodestra infila un altro condono per i ricchi

Di FQ Extra
8 Dicembre 2022

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GIUSTIZIA, INDIETRO TUTTA: MELONI PUÒ CONTARE SU RENZI. L’ANALISI DI DAVIGO. Il governo Meloni può contare sulla stampella del centro per la “controriforma” della giustizia. “Noi lo sosterremo con convinzione”, ha dichiarato il presidente di Italia Viva Ettore Rosato. Renziani di peso come Raffaella Paita si spellano le mani per applaudire il programma illustrato dal ministro Carlo Nordio in commissione Giustizia: indebolire le intercettazioni tagliando i fondi, depennare i reati contro la pubblica amministrazione da quelli “ostativi” ai benefici penitenziari, separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero. Sembra un déja vu dei governi Berlusconi, ma al tempo l’opposizione saliva sulle barricate. Oggi invece assiste inerme, con l’eccezione dei 5 Stelle. Fu l’ex ministro Bonafede a includere i reati dei colletti bianchi nell’elenco degli “ostativi” (insieme ai condannati per mafia) con la legge Spazzacorrotti del Conte 1. Federico Cafiero De Raho, ex procuratore antimafia oggi deputato M5S, va all’attacco: “Senza intercettazioni, non avremmo più un solo processo per reati di mafia. Vale anche per la corruzione: non è un reato dove si denuncia, lo si scopre soltanto con le intercettazioni”. Il Pd resta in bilico. Sull’emendamento “salvacorrotti”, inserito nel decreto rave, martedì si è astenuto. Sul Fatto di domani conteremo i casi (pochissimi) in cui le intercettazioni hanno davvero dato il via alla gogna pubblica. Leggerete anche un’analisi di Piercamillo Davigo.


LA MANOVRA CONTIENE UN ALTRO SCONTO FISCALE: TAGLIO ALLA TASSA SULLE PLUSVALENZE. C’è un altro mini condono nelle pieghe degli emendamenti della manovra. E, se c’erano dubbi, va a favore di chi ha capitali da vendere. Probabilmente per ragioni di cassa, il governo ha inserito in manovra la proroga fino a giugno 2023 di un’agevolazione che riduce al 14% (anziché 26%) la tassa sulle plusvalenze della vendita di terreni e partecipazioni di capitale, estendendola peraltro anche alla cessione di azioni e titoli sui mercati finanziari, fondi e polizze. Tutto ciò a patto di pagare subito l’imposta, cioè prima di vendere invece che dopo. In questo modo si stima di ricavare circa 1,5 miliardi di euro per l’erario. Dopo il regalo ai fondi esteri che abbiamo raccontato sul Fatto oggi, sul giornale di domani vedremo la portata di questo ennesimo favore ai ricchi. Alla faccia dei princìpi di “solidarietà e sussidiarietà” che secondo il sottosegretario Alfredo Mantovano sarebbero “l’anima dei provvedimenti assunti finora, a cominciare dalla legge di bilancio”. Intanto, la Commissione europea ci ha ricordato che l’Italia è il primo paese dell’Unione per evasione dell’iva in valori assoluti (sebbene ci sia un miglioramento rispetto al 2019): le mancate riscossioni si aggirano sui 26 miliardi di euro. Sul Fatto di domani vedremo anche la proposta del Consiglio dell’Ue di fissare a 10 mila euro il tetto per i pagamenti in contanti, nell’ambito del negoziato sul nuovo regolamento antiriciclaggio.


PD, BONACCINI APRE LA CAMPAGNA IN PUGLIA. CUPERLO SI CANDIDA COME VOCE DELLA SINISTRA. Stefano Bonaccini aprirà domani la campagna per la segreteria dem in Puglia. Il governatore emiliano ha scelto come prima tappa del suo tour elettorale Cerignola, per visitare i luoghi della memoria di Giuseppe Di Vittorio (tra i padri fondatori della Cgil). Poi incontrerà a Bari il sindaco Antonio De Caro e il presidente pugliese Michele Emiliano. Domenica Bonaccini sarà in Molise e Abruzzo. Sul Fatto di domani vi racconteremo questo primo passo della campagna del governatore con un occhio agli equilibri che sposta nella corsa al Nazareno. La confusione è grande in casa dem, soprattutto nelle correnti a sinistra. Gianni Cuperlo, tra i leader dell’ala progressista, in un’intervista oggi ha bocciato Stefano Bonaccini e i suoi trascorsi con Renzi: “Chi ha condiviso la stagione del renzismo e oggi nella critica al capitalismo scavalca le posizioni di Lula, dovrebbe spiegare le ragioni di tanta conversione”. Cuperlo non si schiera nemmeno con Elly Schlein, auspicando un altro nome capace di coalizzare i radicali dem: “C’è un pezzo di sinistra che nella nuova stagione chiede di entrare a schiena diritta. Deluderla sarebbe una colpa”.


SCAMBIO DI PRIGIONIERI TRA USA E RUSSIA: UNA CESTISTA PER UN TRAFFICANTE D’ARMI. È stata liberata Brittney Griner, la cestista statunitense detenuta da mesi in Russia e condannata a 9 anni per detenzione di un liquido da sigaretta elettronica a base di marijuana. Il rilascio è avvenuto nell’ambito di uno scambio di prigionieri con il trafficante di armi Viktor Bout, all’aeroporto di Abu Dhabi. Joe Biden l’ha annunciato su Twitter e poi con una conferenza stampa in grande stile, dove c’era anche la moglie di Griner, e promettendo di fare il possibile anche per portare a casa l’ex marine Paul Whelan (con cui oggi ci sarebbe stata una telefonata), che ha riferito alla Cnn di essere “fortemente deluso che non sia stato fatto di più” per il suo caso. Washington per parte sua ha precisato che lo scambio di oggi non va interpretato come il primo passo di un dialogo più ampio con Mosca, in direzione della risoluzione del conflitto russo-ucraino. Intanto Vladimir Putin ha confermato in maniera inedita gli attacchi contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, durante una cerimonia militare. La giustificazione di Putin è che sarebbero stati gli ucraini a cominciare l’escalation contro gli snodi vitali attaccando il ponte di Crimea. Nel frattempo si registra un’altra esplosione in una base russa, stavolta però in Ucraina, a Berdiansk nella regione di Zaporizhzhia, dove Kiev denuncia che i russi avrebbero portato un lanciarazzi dentro la centrale nucleare. Secondo i media americani Zelensky avrebbe chiesto agli Usa bombe a grappolo, mentre dall’Ue il responsabile esteri comunitario Josep Borrell ha fatto un nuovo endorsement per l’aumento della spesa militare: “So che l’opinione pubblica preferisce il burro ai cannoni – ha detto – ma le nostre scorte militari si sono rapidamente esaurite a causa di anni di investimenti insufficienti”.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Tensione durante un corteo No Tav. Lanci di sassi e petardi a margine di un corteo per la “riconquista” di un terreno a Venaus.

La parabola di Pedro Castillo, dai banchi al carcere. Ieri l’ormai ex presidente peruviano ha tentato di sciogliere il Parlamento, ma poi si è ritrovato con le manette ai polsi. Al suo posto ha giurato Dina Boluarte. Sul giornale di domani ricostruiremo la parabola di Castillo, maestro e sindacalista, che si è ritrovato lo scorso anno alla guida del Paese per una manciata di voti, ma è stato messo all’angolo dall’oligarchia con tre tentati impeachment.

Iran, la prima esecuzione di un manifestante. La magistratura iraniana ha annunciato che Mohsen Shekari, arrestato durante le proteste, è stato impiccato dopo essere stato giudicato colpevole da un tribunale rivoluzionario di “inimicizia contro Dio”. Lo scorso 25 settembre bloccò una strada principale a Teheran e ferì con un coltello un membro delle forze paramilitari Basij. Sono 11 finora le persone condannate a morte per proteste. Le forze di sicurezza starebbero prendendo di mira le donne durante le manifestazioni colpendole al volto, agli occhi, al petto e ai genitali.

Musica andina. L’altra storia degli Inti Illimani.


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