Le mobilitazioni

Il 5 novembre pacifisti in piazza (il Pd fa da sé)

Democratici - Dopo i disastri in aula, sit-in in ambasciata

Di Davide Depascale
14 Ottobre 2022

È il 5 novembre la data scelta dalla rete pacifista per la grande manifestazione nazionale contro la guerra in Ucraina. “Vogliamo dare un segnale forte e dire, insieme a Papa Francesco: tacciano le armi!”, si legge nel comunicato delle Acli, tra gli organizzatori della mobilitazione, sottolineando l’assenza di simboli di partito: “La manifestazione sarà apolitica e apartitica perché nessuno si può intestare una pace che riguarda l’Italia, l’Europa e il mondo intero. Continueremo a sostenere il popolo ucraino e saremo sempre a fianco delle vittime di questo conflitto bellico alle porte dell’Europa. Ma non è mai troppo tardi per sedersi ad un tavolo e cercare un punto di incontro per porre fine al conflitto”.

Scontata la presenza dei partiti di sinistra radicale e del M5S, mentre non è ancora chiaro cosa farà il Pd, che ieri ha inaugurato la sua stagione di opposizione del con due manifestazioni. Prima il presidio davanti all’ambasciata iraniana, a un mese esatto dalla morte di Masha Amini, uccisa dalla polizia iraniana per non aver indossato correttamente il velo. Erano presenti tutti i massimi dirigenti del Pd, compreso il segretario Enrico Letta, che dal piccolo palco allestito per l’occasione ha parlato di “lotta fondamentale per i diritti elle donne”: “Non ci dimenticheremo mai di tutte le donne che oggi in Iran stanno facendo questa battaglia di civiltà. In gioco c’è il valore della libertà delle donne, che per noi è il valore centrale, che vogliamo portare anche qua”. E ha auspicato anche seri provvedimenti da parte della comunità internazionale: “Non possiamo pensare che tutto questo non abbia conseguenze sulle nostre relazioni con quel governo, chiediamo alla comunità internazionale che sia inflessibile rispetto all’applicazione di regole, principi e diritti che vogliamo siano applicati anche all’Iran”. La folla, circa un centinaio i presenti, si è scaldata al grido di “Jin, Jiyan, Azadi” (donna, vita e libertà), Il motto simbolo della rivolta dei manifestanti nelle piazze iraniane.

Una volta terminato il sit-in per l’Iran, che si è concluso con l’italianissima “Bella Ciao”, i maggiorenti del Pd si sono spostati a Castro Pretorio, dove a pochi passi dall’ambasciata Russa si è svolta la manifestazione a sostegno dell’Ucraina, organizzata tra gli altri dall’ex Cisl Marco Bentivogli. Presente anche Emma Bonino, che è salita sul palco invocando una pace giusta, che non può essere firmata alle spalle dell’Ucraina: “Io prendo una parte, so dove sto e con chi sto. Io sto con gli ucraini”, e ha chiesto che Putin venga processato per crimini di guerra: “Credo che Putin prima o poi debba essere trasferito all’Aia”. L’incompatibilità con le altre manifestazioni, come quella annunciata dalla rete pacifista per il 5 novembre, sembra totale, ma il responsabile affari regionali ed ex ministro Francesco Boccia, anche lui presente alla manifestazione, prova a smorzare gli animi: “Noi saremo ovunque si parlerà di pace”.

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