Vista urne

Il clima nei programmi: i meno ecologici? Destra, Calenda e Renzi

Promossi e bocciati - Gli esperti (scienziati e tecnici) dell'associazione hanno passato al setaccio le proposte elettorali dei partiti in vista del voto del 25 settembre. E hanno stilato le relative pagelle

Di Italian Climate Network
12 Settembre 2022

Un gruppo super partes di 20 scienziati ed esperti di politiche sul clima e l’energia ha redatto una valutazione strutturata degli impegni all’azione sul clima nei programmi elettorali e nelle dichiarazioni dei leader. Questo l’obiettivo del progetto “Indice di Impegno Climatico per le Elezioni Politiche 2022” promosso da Climalteranti e Italian Climate Network, con la direzione scientifica del professor Stefano Caserini, Docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici del Politecnico di Milano, fondatore di Climalteranti e membro del Consiglio Direttivo di Italian Climate Network.

Complice un’estate davvero molto calda e con numerosi eventi meteorologici estremi, nei programmi elettorali presentati ufficialmente in vista del 25 settembre sembra che le questioni climatiche trovino oggi uno spazio maggiore e più approfondito che in passato. Ma non è facile per un cittadino valutare gli impegni dei partiti sull’argomento, complici documenti elettorali spesso molto lunghi e non di facile lettura. Per questo 20 studiosi del clima e di politiche ambientali hanno definito 10 criteri oggettivi di valutazione degli impegni e hanno, poi, fatto una loro valutazione dettagliata dei programmi depositati dalle principali forze politiche al Ministero dell’Interno.

I 10 criteri forniti ai valutatori aiutano a distinguere chi è impegnato seriamente sul cambiamento climatico da chi lo usa in maniera strumentale. Il primo è la centralità, ovvero se il cambiamento climatico è presente in modo prioritario anche nelle parti iniziali e principali del programma o invece in modo sporadico o in una posizione del tutto marginale. Poi la settorialità, cioè quanto il tema del cambiamento climatico è interconnesso alle parti che si occupano dello sviluppo socio-economico o industriale. Il terzo criterio è l’ambizione: quanto nel programma sono citati e sostenuti obiettivi di riduzione delle emissioni, in linea all’Accordo di Parigi ratificato nel 2016 dal Parlamento italiano alla quasi unanimità, che prevedono “riduzioni delle emissioni di gas serra rapide e profonde e nella maggior parte dei casi immediate riduzioni in tutti i settori”. Per continuare, poi, con: fuoriuscita dai fossili, investimenti pubblici per accelerare la mitigazione del cambiamento climatico e uno sguardo sul quadro internazionale. Infine, equità e disuguaglianza, distrazioni, negazionismo e inattivismo. Qui il link al precedente articolo uscito sul Fatto For Future.

TABELLA VOTI

Questa una sintesi dei risultati della valutazione media dei 20 esperti:

● Alleanza Verdi e Sinistra con 9,3 punti e Partito Democratico con 8,6 punti risultano essere le forze politiche che complessivamente hanno il più alto indice di impegno climatico. Risultano, invece, all’ultimo posto la coalizione Fratelli d’Italia +Lega Salvini Premier + Forza Italia + Noi moderati (che hanno depositato al ministero un unico programma di coalizione) con un punteggio di 4,1, il più basso di tutti.

● Il tema del cambiamento climatico è presente in modo centrale e strategico per Alleanza Verdi e Sinistra (9,7), Partito Democratico (8,6), Unione Popolare (7). Agli ultimi posti Azione + Italia Viva.

(5,2), Italexit con Paragone (3,6) e Fratelli d’Italia +Lega Salvini Premier + Forza Italia + Noi moderati (3,1). La stessa classifica si riflette considerando la declinazione del tema ambientale in settori quali economia, energia, agricoltura, mobilità, industria, fiscalità, etc.

● Il tema cruciale per la lotta al cambiamento climatico, la fuoriuscita dai fossili, vede ancora al primo posto l’Alleanza Verdi e Sinistra (9,1). A seguire Unione Popolare (8,2) e Partito Democratico (7,3) per cui questo indicatore risulta quello più debole nel loro programma di Governo tra i 10 presi in esame.

● Spicca con omogeneità fra i programmi delle forze politiche l’assenza di posizioni apertamente negazioniste sul clima. Ciò vuol dire che la crisi climatica è ormai a pieno titolo nella politica italiana.

Importante sottolineare che il voto “6” non indica la sufficienza. Per poter raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi (limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C, e fare uno sforzo per fermarsi a 1,5°C) è necessario il massimo dell’ambizione e dell’impegno, quindi, non essere lontani dal massimo voto attribuibile, cioè 10.

Ulteriori dettagli sono consultabili sul sito dedicato

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