Il Fatto di domani. Da Gelmini a Calenda, la grande ammucchiata di Letta. Gas, Gazprom taglia ancora. Il razionamento Ue traballa

Di FQ Extra
25 Luglio 2022

Ascolta il podcast del Fatto di domani

L’AMMUCCHIATA “REPUBBLICANA” DAL PD A CALENDA A GELMINI. I leader di Azione e +Europa hanno presentato il loro programma elettorale. Dentro c’è il richiamo al governo Draghi, l’atlantismo, la revisione del reddito di cittadinanza: sul Fatto di domani lo analizzeremo nel dettaglio con un’attenzione particolare all’aspetto sociale. Alla porta di Calenda bussa Maria Stella Gelmini, con uno scambio di cortesie via Twitter: “Questa è l’agenda Draghi. Io ci sono” scrive l’ex forzista, “Vediamoci con grande piacere”, le risponde l’ex ministro. Ma l’apertura più grande è per il partito di Letta. L’interlocuzione è partita da 24 ore, dice Emma Bonino di +Europa. “Letta è una persona seria”, fa eco Calenda, che però non vorrebbe il segretario Pd come candidato premier: il suo sogno resta convincere Draghi. Da Articolo Uno a Gelmini, si delinea il quadro della grande ammucchiata draghiana. Anche se resta qualche spina da limare. Con Di Maio, per esempio. A una domanda sul rapporto con Insieme per il futuro, Calenda ha fatto finta di non conoscere l’attuale ministro degli Esteri, che a distanza gli ha risposto parlando di unità. Per accordarsi c’è tempo fino al 12 agosto, quando andranno formalizzate le coalizioni elettorali. Renzi teme di finire escluso per “un veto di Letta” e, come la volpe e l’uva, si dice pronto a correre da solo. Domani il Pd riunisce la direzione nazionale. Sul Fatto ricorderemo i precedenti storici della strategia dem di aggregare il centro (impresentabili inclusi) a partire dalla stagione di Walter Veltroni.

PATUANELLI: AREA DRAGHI? “UN GRAN CASINO”. I NODI DA SCIOGLIERE DEL MOVIMENTO. Sul fronte 5 Stelle, la rottura col Pd si dà per consumata sul piano nazionale, ma c’è l’incognita Lazio. Il presidente di Regione Nicola Zingaretti si è “messo a disposizione” per una candidatura alle politiche (si dimetterà dalla carica solo se verrà eletto) e allo stesso tempo dice che l’alleanza con il M5S in consiglio regionale va avanti. Conferma Roberta Lombardi: “Siamo al lavoro perché possa proseguire”. Stefano Patuanelli lancia una pietra contro la svolta di Letta: “Patto Repubblicano ma senza Tizio, Caio e Sempronio. Agenda Draghi, ma senza agenda sociale. Scissioni che impongono condizioni. Correnti interne che dettano le linee politiche ai segretari. Raggruppamenti politici per metà al Governo e per metà all’opposizione. Partiti senza posizioni che tentano di posizionarsi. Transfughi in cerca di seggi sicuri. Era questa l’unità nazionale? Che gran casino”. Sul Fatto di domani leggerete come stanno proseguendo le discussioni interne al Movimento su liste e alleanze.

CENTRODESTRA, GUERRA FREDDA SUL CANDIDATO PREMIER: LA RASSEGNA DEGLI INSULTI. A destra l’attenzione è concentrata verso l’interno della coalizione. Oggi ha lasciato Forza Italia la campionessa paralimpica Giusy Versace, mettendosi sulla scia di Gelmini e Brunetta. Il giorno cruciale sarà mercoledì, quando si terrà il vertice tra Berlusconi, Salvini e Meloni per discutere di liste e candidato premier. Giorgia Meloni non è disponibile a cedimenti: “Se non dovessimo metterci d’accordo”, dice, “non avrebbe senso andare al governo insieme”. Nel frattempo, volano gli insulti. Non solo ai fuoriusciti, ma anche agli alleati. Al berlusconiano Antonio Tajani, che aveva messo in dubbio la regola di far scegliere il premier al partito più forte (sarebbe FdI), è arrivata la frecciata da Fabio Rampelli, che in un’intervista ha ricordato il passato da monarchico del numero 2 di B. (“chissà se nel Ppe lo sanno”). Poi c’è Renato Brunetta, che dopo la separazione da B. ha denunciato pubblicamente di essere stato insultato per la sua statura dalla sua compagna Marta Fascina. Sul Fatto di domani faremo la rassegna degli insulti volati a destra, e a proposito di Brunetta metteremo a fuoco qual è stata la sua carriera politica e le posizioni adottate.

GAZPROM TAGLIA ANCORA: -20% DI GAS DA MERCOLEDÌ. UCRAINA, KIEV VUOLE ALTRI HIMARS. La calma (relativa) sul prezzo del gas è durata poco. Oggi il metano è schizzato a 177 euro al megawattora (+10,6%) dopo che Gazprom ha annunciato che i flussi del Nord Stream saranno ridotti del 20% da mercoledì. Il motivo è, ancora una volta, la riparazione di una turbina, e il colosso russo solleva dubbi sulla possibilità di usare anche quella appena riparata in Canada, in una nota in cui dà la colpa alle sanzioni occidentali. La notizia è arrivata mentre era in corso la riunione degli ambasciatori permanenti dell’Ue sul piano per il risparmio energetico. Una decina di Paesi, tra cui Polonia, Portogallo, Grecia e Spagna, hanno già detto no al taglio netto al 15% proposto dalla Commissione, che vedono come un regalo indebito alla Germania. Anche l’Italia è contraria, con toni più sfumati. La riunione decisiva sarà domani, quando si riunirà il Consiglio sull’energia e si dovrà votare. Secondo fonti Ue il taglio dovrebbe restare, con molte deroghe, vedremo sul Fatto di domani cosa produrranno le mediazioni. Intanto in Ucraina, Kiev annuncia che il primo carico di grano partirà mercoledì dal porto di Chornomorsk (nel sud-ovest del Paese), mentre il ministro della Difesa Reznikov sostiene che grazie ai missili Himars forniti dagli Usa le forze ucraine hanno distrutto 50 depositi di munizioni russe e di aver raggiunto un “punto di svolta” nella battaglia per la città di Kerson, che potrà liberarla entro settembre. Per questo Kiev chiede più lanciamissili, ma come vedremo sul giornale di domani difficilmente vedrà esaudite le sue richieste. La Germania manderà tank antiaerei e Stoltenberg ha annunciato una fornitura di sistemi anti-drone.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Caos voli, tavolo al Ministero per scongiurare altri scioperi. Secondo gli studi di Assoturismo e Confesercenti sono a rischio 1,2 milioni di passeggeri se proseguiranno le agitazioni.

Lavoro, la strage silenziosa. Le morti sul lavoro sono state 1361 nel 2021, certifica l’Inail. Senza considerare quelle provocate dal Covid, rispetto al 2020 c’è un aumento del 10%.

Covid, i dati di oggi. I contagi registrati nelle ultime 24 ore sono 23.699, in diminuzione di quasi il 25% rispetto alla scorsa settimana. Le vittime sono 104, il tasso di positività scende al 19,34%.

Il campo ambientalista. Un reportage dal Climate social camp organizzato da Fridays for future in provincia di Torino.


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui
Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.